L'impatto ambientale del web: quanto inquinano le nostre attività online

Dal design dei siti agli allegati che inviamo ogni giorno, ogni azione digitale ha un costo ecologico. Ridurre l'impronta ambientale digitale è fondamentale, ma ancora in Italia non se ne parla.

di MARGHERITA AMBROGETTI DAMIANI MI
24 gennaio 2025
Il web ha un forte impatto ambientale. Ecco come scoprirlo e ridurlo

Il web ha un forte impatto ambientale. Ecco come scoprirlo e ridurlo

Siete tra coloro che pensano che trasferire tutto online sia una scelta sostenibile ? Vi sentite in pace con il mondo quando inviati allegati che sfiorano il giga, convinti di fare del bene al pianeta eliminando carta e inchiostro? Bene, è il momento di rivedere le tue convinzioni. Tutto ciò che trasferiamo attraverso internet, dai file pesanti alle email, fino ai siti web, ha un impatto ambientale rilevante , tanto da rappresentare una delle prossime emergenze globali.

L'impatto di Internet sull'ambiente 

Partiamo dai siti internet , che, pur essendo immateriali, generano un consumo energetico significativo. Il loro funzionamento si basa su server che richiedono energia per essere alimentati e raffreddati, reti di trasmissione dati sempre attive e interazioni continuano tra utenti e piattaforme. Un problema che non si limita alle infrastrutture di base.

Secondo la Green Software Foundation, una parte considerevole dell’impatto ambientale di un sito web – circa il 20-30% – dipende direttamente dal design. Esatto, proprio come accade per gli edifici, l’efficienza energetica di un sito parte dall’involucro: la sua progettazione grafica e strutturale. Fortunatamente, esistono strategie pratiche per rendere il web più sostenibile, alla portata di tutti coloro che vogliono fare la loro parte.

Le strategie per rendere un sito più "green"

Per prima cosa, il design dei siti dovrebbe essere minimalista: meno elementi grafici superflui e più attenzione a soluzioni semplici e funzionali. Ogni componente inutile – immagini ad alta risoluzione, animazioni complesse o plugin pesanti – richiede infatti maggiore energia per essere caricato. Ridurre la risoluzione delle immagini, ad esempio, può abbattere il peso di una pagina web del 30-40%, con conseguente riduzione del consumo energetico.

Un’altra soluzione chiave è optare per un hosting green, ovvero data center alimentati con energie rinnovabili. Questi centri, sempre più diffusi, sfruttano fonti come l’eolico, il solare o l’idroelettrico per alimentare i server, riducendo così l’impronta di carbonio associata al loro funzionamento. Oltre a queste scelte strutturali, esistono strumenti software che permettono di calcolare il consumo energetico di un sito web e di ottimizzarlo attraverso interventi mirati, come la compressione dei file o la riduzione delle richieste di rete.

Modelli da seguire 

Esempi virtuosi di queste pratiche non mancano. La maison Valentino, per citarne uno, ha avviato una collaborazione con Karma Metrix Energy Efficient Website, una società italiana che utilizza intelligenza artificiale e search marketing per migliorare l’efficienza energetica dei siti web. Grazie a questo progetto, Valentino ha potuto quantificare e ridurre le emissioni di CO2 generate dal traffico online, inserendo questo impegno nel quadro più ampio delle proprie strategie di sostenibilità.

Questi esempi dimostrano che essere più sostenibili online è possibile, ma richiede un cambio di mentalità. Credere che il digitale sia l’alternativa perfetta all’inquinamento causato dalla carta è un errore. Il web, così com’è oggi, presenta enormi criticità e molte aziende e realtà – anche quelle più grandi e strutturate – non si stanno attivando per mitigare il proprio impatto ambientale. Ancor peggio è che altre addirittura ignorano quanto sia significativo il problema.

Immaginare un futuro online più sostenibile 

È evidente che, prima di accelerare sulla digitalizzazione dei Paesi, servirebbe un passo indietro per avviare percorsi di consapevolezza e formazione. Rendere gli utenti più informati sulle conseguenze delle loro azioni digitali, come l'invio di email con allegati pesanti, l'utilizzo eccessivo di piattaforme cloud o la navigazione su siti non ottimizzati, potrebbe essere una mossa fondamentale per iniziare a parlare seriamente di sostenibilità digitale . Anche i grandi player tecnologici, i cosiddetti Big  Tech , stanno lavorando a soluzioni innovative per contenere il dispendio energetico delle loro operazioni. Tra questi, non mancano progetti che puntano al nucleare come possibile risposta per generare energia in modo più efficiente.

Si tratta di scenari complessi, ma è chiaro che il problema è già in cima alle agende globali. Nel frattempo, potete iniziare a fare qualcosa anche voi. Ti invitiamo a un piccolo esercizio : cerca online uno dei tanti servizi disponibili per calcolare l'impronta ambientale di un sito web. Inserisci gli URL di alcuni dei siti che utilizzati quotidianamente e analizzate i risultati. Scoprirete dati che probabilmente vi sorprenderanno, aprendovi gli occhi su un problema di cui si parla ancora troppo poco, specialmente in Italia. Il digitale non è immateriale e il suo peso sull'ambiente è reale. Sta a noi fare in modo che questa consapevolezza si traduca in scelte responsabilità.