La parità di genere passa anche dalle piccole cose. E la nomina con la quale vengono insignite le ingegnere al momento del loro percorso di studi, dopotutto, tanto
piccola non è. Ce lo ricorda l'Ordine degli ingegneri (e delle ingegnere) di Bologna che, dopo delibera del Cni (Consiglio nazionale degli ingegneri), riconoscerà un timbro che riporta la dicitura
Ingegnera. D'ora in avanti, tutte le iscritte avranno la possibilità di richiedere il loro sigillo con la professione
declinata al femminile. Il via libera, oltretutto, non è limitato ai soli membri dell'ordine del capoluogo dell'Emilia-Romagna. Avendo ottenuto il parere favorevole dell'organo centrale, tutte le donne che hanno superato l'esame di Stato ed esercitano la professione potranno richiedere la nuova dicitura.
Il logo dell'Ordine degli ingegneri di Bologna
Ingegnera, non ingegnere
La
declinazione al femminile dei nomi delle professioni è uno dei temi più in voga degli ultimi anni. Esperti della Crusca e filologi sono chiamati ad affrontare frequentemente questa ed altre discussioni, che non hanno sempre dato esito positivo (è il caso della
schwa o degli
asterischi, respinti dall'Accademia della Crusca stessa). La battaglia, portata avanti specialmente in area giuridica e
Stem, punta non solo a rivendicare un'auspicata
parità di trattamento con i colleghi uomini, ma anche ad evidenziare come le donne siano ben inserite in settori tradizionalmente a maggioranza maschile. Anche l'Enciclopedia Treccani, così come la Crusca stessa, ha recentemente approvato la
declinazione al femminile dei titoli professionali.
Il nuovo timbro dell'Ordine bolognese con la dicitura "Ingegnera"
Sofia Fantini e RebelArchitette, l'unione che fa la forza
A guidare questa rivendicazione è stata
Sofia Fantini, ingegnera classe 1993, che da 3 anni stava richiedendo invano che la sua professione venisse declinata al femminile. Nel 2021, Fantini ha deciso di rivolgersi a
RebelArchitette, associazione che da anni si occupa di sensibilizzare coloro che lavorano nel campo dell'architettura ad una
visione più inclusiva, così come alla promozione del ruolo della donna nell'ambito delle costruzioni. All'ennesimo sollecito, stavolta, è arrivata la conferma di approvazione della richiesta da parte dell'Ordine. In un'intervista a
Repubblica, la presidente dell'associazione,
Francesca Perani, ha dichiarato: "RebelArchitette è un gruppo di professioniste che dal 2017 si occupa di iniziative di visibilità e sensibilizzazione sul tema della parità di genere negli impieghi. La stessa associazione che ha promosso, e ottenuto, l'introduzione del timbro 'architetta' presso tutti gli Ordini d'Italia; una riforma partita da Bergamo che ha contagiato il 72% delle iscritte e 42 ordini".
Un altro successo dell'associazione è il riconoscimento della declinazione femminile nei diplomi di studio (Instagram)
E ancora: "L'augurio è quello che altri ordini si adeguino all'iniziativa, non solo quelli appartenenti al mondo dell'ingegneria e dell'architettura ma tutti quelli che ancora oggi non prevedono la declinazione al femminile, così da facilitare le nuove generazioni di professioniste. Spero che il caso di Sofia Fantini possa essere un'opportunità per tutte le iscritte che condividono lo stesso bisogno su tutto il territorio nazionale".
Avvocate o avvocati? Il dubbio a Pechino Express
Lo stesso tema affrontato da Fantini e Perani, a testimonianza dell'attualità della tematica, è stato oggetto di
discussione a Pechino Express, reality show benefico in onda su Sky. Durante la prima puntata, al momento della presentazione delle coppie, il duo delle
Attiviste, composto da Giorgia Soleri e Federica Rippi, aveva fortemente
contestato il nome della coppia formata da Alessandra Demichelis e Lara Picardi, avvocate di Torino. Le due legali, infatti, avevano deciso di chiamarsi
Gli Avvocati anziché
Le Avvocate. Interrogate sulla loro scelta, avevano risposto: "È assurdo che nel 2023 ci sia questa
lotta femminista. Con tutti i problemi che ci sono dobbiamo davvero soffermarci su queste battaglie?".
Giorgia Soleri e Federica Fabrizio, la coppia delle Attiviste a Pechino Express (Instagram)
Una risposta che non era piaciuta alle
Attiviste, le quali sostengono un ruolo ben diverso del linguaggio nelle principali rivendicazioni sociali: "No, non siamo d’accordo e lo sanno anche loro.
Il linguaggio crea la realtà ed è importante dare un nome alle cose. Non ci sono questioni utili e futili. 'Avvocate' esiste e non capisco perché cambiare la desinenza di genere, dopo di che accetto la determinazione delle avvocate".