Jacopo Etro al Nyt: “La Puglia una mecca gay, c’è aria di libertà”

Il primogenito del celebre Gimmo Etro in un’intervista al New York Times racconta le sue vacanze in Salento, a Matino: “Ci sono molte persone bisessuali”

di MARCO PILI
5 settembre 2024
La Puglia è stata definita una delle destinazioni più accoglienti d'Italia (ANSA)

La Puglia è stata definita una delle destinazioni più accoglienti d'Italia (ANSA)

Una storia che rimbalza tra il mar Jonico, il fiume Lambro e l’oceano Atlantico o, meglio, tra il Salento, Milano e New York, legata dal filo conduttore della moda e dell’inclusività, è quella raccontata pochi giorni fa sul New York Times da Jacopo Etro. L’imprenditore, infatti, originario di Milano e figlio di Gimmo Etro, fondatore dell’omonima casa di moda, ha concesso una lunga intervista a Kurt Soller, articolista statunitense, a proposito della villa di famiglia a Matino, incastonata in uno degli ultimi lembi del tacco d’Italia.

Jacopo Etro e Alessandro Genduso, dottore di 48 anni, hanno deciso di trascorrere parte del proprio tempo libero assieme alla figlia di 5 anni nelle proprietà pugliesi della famiglia Etro, incontrando un ambiente particolarmente accogliente. Secondo l’imprenditore, infatti, la Puglia può essere considerata una vera e propria “mecca gay”. Etichetta che, sempre secondo lo stilista, prenderebbe origini dalla colonizzazione greca occorsa a partire dall’ottavo secolo prima dell’anno zero: “Ci sono moltissime persone bisessuali qui. Si sposano e poi ognuno va per la sua strada”, ha affermato.

Sarebbe questa, dunque, l’ipotesi di fondo rilanciata dal giornale statunitense, benché affiancata da una ben più plausibile supposizione di stampo politico. La coppia, infatti, ha ipotizzato che la vocazione “gay-friendly” di Michele Emiliano e la precedente presidenza della regione di Nichi Vendola, dichiaratamente omosessuale e governatore della Puglia dal 2005 al 2015, possano aver contribuito a rendere il Salento un luogo dalla mentalità aperta e rispettosa.

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Una considerazione basata su ragioni ben precise in quanto, poco più di un mese fa, il consiglio regionale ha approvato - dopo un iter lungo 9 anni - la legge regionale contro l’omolesbobitransfobia e l’abilismo, riuscendo a sopraffare i ben 321 emendamenti presentati dai consiglieri di opposizione. Dopo l’affossamento del ddl Zan, infatti, la Puglia è stata la prima regione in Italia a “prevenire e contrastare le discriminazioni e le violenze determinate dall'orientamento sessuale, dall'identità di genere o dalle variazioni nelle caratteristiche di sesso”, affermando così “l’impegno attivo della Regione per far crescere la cultura della non discriminazione e perché tutti abbiano la possibilità di essere se stessi esprimendo liberamente il proprio orientamento sessuale, la propria identità di genere o condizione intersex”.