Marina Cuollo, chi è la microdonna che combatte i pregiudizi

Scrittrice, giornalista e molto altro, l'attivista 42enne affetta da Melnick Needles ha conosciuto la discriminazione sulla propria pelle: "Non possiamo prenderti perché nel laboratorio non c’è abbastanza spazio"

di LETIZIA CINI -
2 aprile 2023
Marina Cuollo

Marina Cuollo

Scrittrice, attivista, speaker radiofonica, giornalista, autrice di podcast e content creator, Marina Cuollo da anni si occupa della lotta alle discriminazioni e pregiudizi legati ai disabili, e che è stata inserita da un’importante rivista tra le prime 20 Changemaker, il network di donne che hanno cambiato le regole nei loro ambiti: 42 anni, una laurea in Scienze biologiche e dottorato in processi biologici e biomolecole, Marina Cuollo è affetta da una malattia molto rara. Determinata, piena di vita e di capacità, si è fatta strada come scrittrice, umorista, speaker radiofonica. “Quando ero all’università e stavo per laurearmi - racconta in un suo video - cercavo un professore per la tesi sperimentale e ricevevo molti rifiuti” con le scuse più varie. “Una particolarmente ridicola che ricordo è stata: non possiamo prenderti perché nel laboratorio non c’è abbastanza spazio”. Il messaggio è chiaro e lo riassume Luca Trapanese, padre adottivo single di Alba, bimba affetta da sindrome di Down, noto anche per la lettera scritta alla premier Giorgia Meloni: “Ragazzi, basta scuse ridicole. Siamo stanchi di scuse inaccettabili che non ci fanno essere inclusivi”, chiosa con in braccio la sua amata Alba.

42 anni, una laurea in Scienze biologiche e dottorato in processi biologici e biomolecole, Marina Cuollo è affetta da una malattia molto rara (ph. Aldo Giarelli)

Chi è la scrittrice e giornalista Marina Cuollo

Marina Cuollo è una giornalista e scrittrice affetta da Melnick Needles, una sindrome piuttosto rara che colpisce principalmente la struttura ossea e scheletrica. Classe 1981, Marina è nata a Napoli e sui social ama descriversi come “una microdonna, alta un metro e una mentina, che ha bisogno di mostrarsi sempre un po’ incazzata con il mondo per dire la sua”. In pieno clima di resilienza, i suoi limiti sono diventati il suo punto di forza e sin da giovane si è fatta sentire. Dopo aver conseguito una Laurea in Scienze Biologiche ha proseguito gli studi seguendo un dottorato in processi biologici e biomolecole. Oggi però ha cambiato completamente ambito, visto che è diventata una scrittrice di successo e da tempo collabora anche con Vanity Fair dove ha una rubrica tutta sua dal nome Area Marina.

Quarantadue anni, una laurea in Scienze biologiche e dottorato in processi biologici e biomolecole, Marina Cuollo (l'ultima a destra) è affetta da una malattia molto rara

Fra le pagine di 'Disabilandia'

Nel 2017 Marina Cuollo ha pubblicato il libro Disabilandia che considera la punta del suo percorso. “Avendo conosciuto tante altre persone che fanno attivismo, collaborare anche con la comunità LGBTQIA+, e trovare così tanti punti di contatto mi ha fatto crescere tantissimo. Penso che non si smette mai di crescere, apprendere, e guardarsi intorno. È un percorso in divenire” – ha raccontato l’attivista e scrittrice che, parlando di esempi di disabilità ha parlato di alcuni validi esempi di rappresentazione della disabilità. “Mi viene in mente Special (su Netflix) prodotta, scritta, e interpretata da Ryan ‘O Connell che è una persona con disabilità e anche gay, quindi affronta il tema con intersezionalità - le sue parole -. Mi viene in mente anche la splendida serie Un metro e venti, prodotta da due donne di cui una con disabilità, e ci offre un punto di vista femminista della disabilità. Mi viene in mente anche il lavoro di Steve Way nella serie Ramy, ma anche Years and Years ,o di recente nella serie Only Murders in The Building c’è un personaggio sordo interpretato da un attore sordo. Anche se sono esempi soprattutto dal mondo anglofono e i tempi sono lenti, il cambiamento deve arrivare”. Quindi parlando del Disability Pride Month Marina Cuollo ha fatto una riflessione importante: “Sto notando negli anni che c’è una consapevolezza maggiore rispetto a qualche anno fa era completamente sconosciuto. C’è ancora tanto da fare sull’accessibilità, ma non solo fisica – anche sensoriale e per la neurodivergenza. Secondo me piano piano si sta iniziando a prendere consapevolezza”.