Papà Millennials: “Vogliamo veder crescere i nostri figli”

L’indagine di Reverse rivela che già in sede di colloquio di lavoro il candidato mostra esigenze relative al suo essere padre. Oggi è la normalità, anche quando si hanno ambizioni di carriera

di CATERINA CECCUTI
2 agosto 2024
Un papà col figlio

Un papà col figlio

Paternità e lavoro, qualcosa sta cambiando. Almeno se ci soffermiamo sulle esigenze esplicitate in sede di colloquio dalla generazione di padri italiani nati tra la metà degli anni ‘80 e la metà degli anni ’90. I così detti Millennials sarebbero i papà più presenti di sempre i propri figli e figlie. A confermarlo sono i dati INPS che evidenziano come dal 2019 al 2022 gli uomini che complessivamente hanno usufruito di almeno un giorno di congedo parentale sono aumentati del 15%. Inoltre, nel 2022, il numero di beneficiari di congedo obbligatorio di paternità è stato pari a 173.000, l’11% in più rispetto all’anno precedente.

Cosa spinge al cambiamento

Ma cosa sta cambiando? A cercare di dare una risposta è stata la società internazionale di headhunting e Risorse Umane Reverse, che ha condotto un’indagine qualitativa con l’obiettivo di far emergere le esigenze dei nuovi papà che desiderano sempre più trovare un equilibrio tra carriera e vita familiare e lo dichiarano apertamente in fase di colloquio. I racconti degli Head hunter di Reverse che operano in Italia, Spagna, Francia e Germania - insieme alle domande specifiche rivolte ad alcuni papà afferenti a diverse categorie professionali - hanno aiutato a far luce sulla situazione italiana, messa anche a paragone con quella estera.

Dal CTO all’infermiere, dal Pm all’impiegato regionale fino al dipendente socio di una profumeria. Dalle testimonianze emerge che i padri italiani tendono a voler essere sempre più presenti in famiglia per due principali motivi: il desiderio di supportare le madri durante il post-parto, l’allattamento e i primi mesi di vita del bambino, e la voglia di vedere crescere i propri figli. Non solo, sembra che una delle loro principali preoccupazioni sia anche quella di supportare le partner nel loro rientro al lavoro, appoggiandole nella realizzazione dei propri sogni professionali.

Già in sede di lavoro i padri esplicitano le loro esigenze legate alla vita familiare
Già in sede di lavoro i padri esplicitano le loro esigenze legate alla vita familiare

Le testimonianze

“Diventare genitore mi ha aiutato a rivedere le mie priorità – dichiara Lorenzo, Project Manager di una grande azienda del settore Automotive –: ho sempre più il desiderio di tornare a casa per stare con i miei figli. Ho alte ambizioni professionali ma allo stesso tempo non voglio rinunciare alla mia famiglia, perché i primi anni di vita dei figli non tornano e non si avrà tempo di stare con loro quando saranno troppo grandi”. Altro punto fondamentale che emerge dall’indagine è la richiesta sempre più elevata di usufruire del congedo di paternità completo e della flessibilità lavorativa anche se, ancora troppo spesso, i papà che la richiedono si scontrano con un pregiudizio sociale che li spinge a giustificarsi. Alla domanda “I giorni di congedo sono stati sufficienti per supportare al meglio la tua famiglia?” tutti quanti gli intervistati hanno risposto “No, sarebbe stato necessario più tempo”. “Il tempo oggi è il vero lusso – dichiara Matteo, socio-dipendente di una profumeria –. Ho bisogno di offrire tempo di qualità alla mia famiglia, a mio figlio, alla coppia e al lavoro. Per poter conciliare tutto questo ho dovuto rivedere i miei orari lavorativi. È una questione di equilibrio nella gestione di tutte le proprie sfere, personali e lavorative: senza flessibilità questo equilibrio non potrebbe esistere”.

Il confronto con Germania, Spagna e Francia

I papà Millennials lavoratori vogliono passare più tampo coi figli
I papà Millennials lavoratori vogliono passare più tampo coi figli

Anche nel resto d’Europa si riscontra la stessa tendenza, benché l’Italia sia leggermente un passo indietro. Nel Bel Paese infatti un padre lavoratore dipendente ha diritto a 10 giorni lavorativi di congedo di paternità obbligatorio contro i 5 mesi spettanti alla madre. In Spagna il congedo retribuito al 100% è di 16 settimane per entrambi i genitori; in Germania arriva fino a 14 mesi cumulativi suddivisibili tra i due genitori, mentre in Francia il congedo di paternità è pari a 28 giorni. “In Germania i candidati sono abituati ad esplicitare in modo del tutto chiaro e sereno i loro desiderata riguardanti la paternità – spiega Gioia Busi, delivery manager di Reverse –. Poco tempo fa, un candidato mi ha inviato una mail con tutte le richieste che desiderava rivolgere all’azienda per cui si candidava: si trattava di specifiche necessità orarie per poter passare del tempo con suo figlio, nato da poco. L’azienda ha accolto benissimo le sue richieste, con grande apertura e disponibilità”.

“Capita molto spesso che i candidati francesi, quando devono scegliere un’azienda, mi rivolgano domande specifiche su orari ed eventuali trasferte - aggiunge Arlène Lalanne, senior HR project manager per Reverse –, perché vogliono capire quanto il lavoro possa conciliarsi con la loro vita da papà. E, se le condizioni non sono favorevoli, non esitano a rifiutare l’offerta. Succede anche il contrario: a volte cercare migliori condizioni lavorative per gestire al meglio i figli rappresenta il loro maggiore driver di cambiamento. Ho seguito un candidato papà che voleva cambiare lavoro proprio per ottenere orari più adatti alla sua vita da genitore. La nuova azienda per cui si è candidato lo ha rassicurato, garantendogli la migliore flessibilità possibile. E lo ha conquistato”.