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I reparti extra lusso dove le neomamme coreane affrontano il post parto

Il paese affronta a suon di benefit milionari e spese esorbitanti il dramma del tasso di natalità tra i più bassi al mondo: la nuova trovata sono i joriwon. Ecco di cosa si tratta

di MARGHERITA AMBROGETTI DAMIANI -
7 marzo 2024
Neo mamma sudcoreana

Neo mamma sudcoreana

Guardare – e giudicare – il mondo con gli occhi rivolti esclusivamente alla cultura di casa propria non è mai un esercizio salutare per la mente. Il rischio è di incappare nei classici pregiudizi che rischiano di intossicare ogni qualsivoglia visione oggettiva dei fatti.

Le notizie che giungono dalla Corea del Sud, però, potrebbero gettare nell’agone dei giustizialisti da tastiera anche alle donne e agli uomini dalle vedute più larghe. La questione è semplice e il presupposto è molto simile a una dinamica – anche – italiana: nello Stato asiatico il tasso di natalità è tra i più bassi del mondo. A differenza, però, delle politiche a favore delle nascite che il governo Meloni ha sbandierato, mettendo a repentaglio decenni di traguardi raggiunti a suon di battaglie di genere e additando ciascuna donna meritevole di essere considerata tale solo se madre, i sudcoreani hanno pensato bene di incentivare l’introduzione di costosissimi benefit in cui gestire al meglio il primo mese di vita del bambino.

Reparti post parto extra lusso 

Avete capito bene: in quel di Seul (e oltre) sono stati realizzati centri post-partum, i cosiddetti joriwon, in cui le neo-mamme possono contare su cure e attenzioni a dir poco speciali. Il trattamento è pressoché identico a quello di un hotel di lusso tra maschere per il viso, massaggi e corsi di assistenza all'infanzia. La sintesi è presto fatta: le madri pensano a sé, gli infermieri vegliano sui bambini 24 ore su 24. L’unico momento di incontro tra madri e figli è per l’allattamento. Un compito che viene espletato in sala comune, sotto lo sguardo vigile degli addetti ai lavori. E, sia bene inteso, allattare non è affatto un dovere. C’è anche chi sceglie di non farlo, dedicando tutto il proprio tempo al relax e alla cura di sé. Il soggiorno può costare da poche migliaia a decine di migliaia di dollari, a seconda della durata che, in genere, si aggira intorno a 21 giorni, in linea con la tradizione coreana che considera tre settimane il tempo necessario al corpo di una donna per guarire dopo il parto. Una novità made in Corea del Sud che ha preso il largo solo negli ultimi anni. Fino a poco tempo fa, infatti, i centri post-partum erano pochi e decisamente molto meno lussuosi di adesso. La folgorante idea di trasformarli in un luogo extra-lusso deve essere sembrata la soluzione migliore per incentivare le nascite. A oggi, sono otto su dieci le madri sudcoreane che si affidano a un joriwon dopo il parto. Un’operazione sicuramente elitaria, ma evidentemente perfettamente rispondente alle esigenze di un mondo che viaggia su una lunghezza d’onda culturale assai diversa dalla nostra. Resta da chiedersi se sia questo l’approccio giusto con cui fare i conti con la maternità in maniera personale e collettiva o se quello sudcoreano è l’ennesimo esempio di una storpiatura capitalista di una fase della vita che, per essere sostenibile, avrebbe solo bisogno di un sistema di welfare davvero definibile tale. “La Corea del Nord non potrà fermare tutto questo”.