Siena, 10 dicembre 2024 – “Su un’esigenza manifestatami quando sono diventato rettore da una parte della comunità accademica, andiamo finalmente ad aprire l’aula spirituale, un luogo sottratto al fare e dedicato all’essere”, spiega Tomaso Montanari, rettore dell’Università per Stranieri che questa mattina inaugura un nuovo spazio, una stanza probabilmente unica nel panorama accademico nazionale.
Quella denominata ‘aula spirituale’ è una stanza ricavata in prossimità dell’ingresso della sede di piazzale Rosselli, un luogo studiato per sentirsi in armonia con il mondo frenetico che ci circonda, un luogo dove staccare la spina e pregare, contemplare, pensare, da soli o in gruppo. “Ci siamo ispirati all’articolo 4 della Costituzione - prosegue il rettore Montanari –, che in sostanza dice che con il diritto al lavoro al cittadino è riconosciuto il dovere di concorrere al progresso materiale o spirituale della società.
Progresso spirituale vuol dire culturale, religioso: abbiamo realizzato un luogo che non fosse legato alla produttività, al consumo materiale; in ambiente accademico, dove abbiamo sempre a che fare con la performance, il raggiungimento di obiettivi e valutazioni. Questo è un luogo sottratto al fare e sospeso nell’essere: possiamo pregare secondo le modalità della nostra religione, ma anche solo rimanere in contemplazione, riflessione”.
Al taglio del nastro sono invitati, insieme a studenti, docenti e personale dell’ateneo, anche i rappresentanti delle comunità religiose. Prenderanno la parola invece il professor Stefano Mancuso dell’Università di Firenze, botanico e saggista che spiegherà il progetto la ’fabbrica dell’aria’, una speciale serra-laboratorio per purificare l’aria indoor usando piante e tecnologia. Perché la presenza di piante nell’aula consente un’esperienza spirituale piena, in armonia con l’ambiente: interverrà quindi l’artista Giovanni de Gara che ha realizzato le opere presenti. A seguire, la lettura-concerto di ’Il mondo sia lodato’ di Franco Marcoaldi, con Ivano Battiston alla fisarmonica. “Crediamo nell’università in presenza – sottolinea ancora il rettore – nell’incontro delle persone (in corpo e in spirito), nello spazio pubblico. Crediamo in una pedagogia delle cose che non sia oppressione ma liberazione”.