Ci ripetiamo sempre che la violenza di genere riguarda in prima persona anche gli uomini, nella maggioranza dei casi artefici della stessa. Perché appunto se non si coinvolgono loro, gli uomini, nella prevenzione, nel cambiamento di mentalità e di cultura, nell’estirpazione di un fenomeno strutturale e ancora troppo radicato, allora ogni nuova mossa fatta a posteriori non andrà a risolvere il problema, ma semplicemente a giudicarne gli effetti per il tempo necessario a passare al prossimo episodio.
Da questa necessità di coinvolgimento, che per fortuna sempre più uomini sentono e fanno propria, in primis ammettendo le proprie responsabilità e pregiudizi mentali, nasce “Era una brava persona - uno sguardo maschile sulla violenza di genere”, un saggio scritto a sei mani da tre autori tutti diversi per provenienza di studi e ambito di occupazione, che hanno unito le loro competenze per dare uno sguardo il più completo possibile su questa piaga, da una prospettiva maschile.
Gli autori
Mettiamo subito le mani avanti: non vogliamo in alcun modo fare mansplaning. L’obiettivo, piuttosto, è rendersi conto che solo insieme, maschi e femmine dalla stessa parte, si può arrivare a una soluzione, uniti nella certezza che ormai nel 2024 “Servono più uomini che acquisiscano consapevolezza e cambino insieme ad altri il modello maschile predominante”.
I tre autori sono Emanuele Corn, laureato in giurisprudenza e dottore di ricerca in Diritto penale all’Università di Salamanca, che insegna Diritto penale e violenza di genere all’ateneo di Antofagasta (Cile); Leandro Malgesini è papà, fa il sociologo, ha un master in Metodologia della ricerca sociale all’Università Complutense di Madrid, e studia da diversi anni le maschilità. Ivan Giacomo Pezzotta, infine, è psicologo psicoterapeuta a orientamento sistemico formatosi tra Italia e Spagna, in particolare focalizzato su mascolinità e intervento con uomini autori di violenza.
Decostruire il modello di società patriarcale
Nel volume “Era una brava persona”, dal titolo evidentemente provocatorio, il tono è quello schietto da chiamata all’azione e alla condivisione di un obiettivo non rimandabile oltre. Il saggio, anche in modo pratico con approfondimenti e dati, punta a decostruire in modo inconfutabile il modello di società in cui viviamo, e di cui siamo tutti responsabili.
Accompagnando il lettore in un percorso a tappe, si offre un’inedita riflessione psicologica del punto di vista dell’uomo, che si sviluppa attraverso un’esposizione attenta di statistiche sulla violenza di genere e un’analisi del sistema patriarcale e della violenza. Spazio anche alle fasi del processo di denuncia e del percorso di cambiamento possibile per gli autori di violenza, oltre che per le reti di supporto preposte al loro accompagnamento. Infine si affrontano anche i diversi scenari che si possono aprire in conseguenza della risposta giudiziaria.
Ancora oggi il sistema patriarcale, infatti, favorisce l’utilizzo della violenza come strumento per mantenere il potere all’interno delle relazioni affettive. Significa che, a determinate condizioni personali e familiari, ogni uomo può fare proprie, in modo profondo e pervasivo, certe modalità proto tipiche maschili e può agire violenza. Per questo è fondamentale imporre un ragionamento sulle responsabilità individuali e collettive e proporre strategie per un concreto cambiamento nei modelli di riferimento. Perché oggi si ha dalla propria parte uno strumento in più: la "consapevolezza".