Che la questione mediorientale sia diventata di interesse mondiale era chiaro praticamente da subito. Che non ci si possa voltare dall’altra parte mentre migliaia di persone muoiono ogni giorno, non solo soldati ma soprattutto civili palestinesi, donne, bambini, sopraffatti dalla fame e dalla mancanza di una via di uscita, è inequivocabile.
Comunque la si pensi, in qualsiasi ‘schieramento ideologico’ ci si ponga (si spera che prima ci sia stata un’approfondita e consapevole documentazione). “Quello che sta accadendo in Palestina è un orrore, un abominio che sta diventando qualcosa di storico a cui stiamo assistendo, senza che nessuno riesca a fare nulla per impedirlo”. Lo ha detto in queste ore anche Zerocalcare, il fumettista romano protagonista oggi all'Aquila di una serie di appuntamenti organizzati dall'Accademia di Belle Arti della città.
“La posizione che avevo espresso riguardo alla non partecipazione a Lucca Comics mi sembra confermata dagli sviluppi della situazione attuale – ha aggiunto Michele Rechn riferimento al suo forfait lo scorso ottobre in virtù del patrocinio alla manifestazione da parte dell'ambasciata israeliana in Italia –. Ci sono oltre 30mila vittime, sono veramente preoccupato”.
Kobane Calling e l’attivismoa fumetti in Medio Oriente
Protagonista dell'incontro “Vivisezioni del Fumetto”, a cura del professor Michael Rocchetti (aka il collega di strisce e baloon Maicol&Mirco), Zerocalcare presenta all'Aquila anche “Kobane Calling”. Non il suo ultimo lavoro, ma sicuramente tra i suoi titoli più celebrati e, purtroppo, il più attuale, nonostante non parli nello specifico della questione palestinese ma del popolo dei combattenti curdi (YPG e YPJ) del Rojava, opposti alle forze dello Stato Islamico. Il reportage in forma grafica del viaggio che ha portato l'autore al confine tra la Turchia e la Siria, a pochi chilometri dalla città assediata di Kobane, pubblicato nel 2015 a puntate su Internazionale, poi come graphic novel l’anno successivo e con l’aggiornamento dopo un secondo viaggio nel 2020, evidenzia l’interesse e l’attivismo dell’autore per la situazione che vivono migliaia di persone in contesti di guerra civile interna al loro Paese d’origine, dal quale spesso sono stati cacciati. come i curdi, come i palestinesi.
“Non mi ha mai interessato raccontare la guerra in modo specifico – ha ricordato il 40enne – per me è sempre stato importante raccontare l'esperienza che le popolazioni curde, e non soltanto loro, stanno vivendo nel tentativo di costruire una nuova società che ponga al centro l'emancipazione della donna e anche la convivenza pacifica. Occasionalmente, è stato impossibile non parlare della guerra, vista la tensione con l'Isis e la Turchia nel periodo in cui ho viaggiato”.
“Sicuramente – ha aggiunto Zerocalcare – in quel momento, arrivare in Siria era particolarmente complicato a causa del forte controllo esercitato allora dallo Stato Islamico. Attraversare quei confini e vedere comunque la relativa tranquillità in cui vivevano le persone in quei territori, nonostante la situazione fosse terrorizzante per noi, è qualcosa che mi ha colpito moltissimo”.
I viaggi in Turchia, Kurdistan, Siria, Iraq risalgono al periodo 2014-2016 e “Nel frattempo sono passati 10 anni. Tutto quello che era la minaccia dello Stato Islamico come entità che controllava vaste porzioni di territorio non esiste più, ma non per questo la situazione è migliorata”.
Facendo un – semplicistico – parallelo con quello che sta accadendo in Palestina, o quel che ne resta, con la Striscia di Gaza che da prigione a cielo aperto di migliaia e migliaia di palestinesi è diventata la loro tomba, è inevitabile anche oggi parlare di guerra. Ce lo impone, o dovrebbe farlo, la nostra coscienza, la nostra morale di esseri umani.
Il nuovo libro
Intanto oggi, mentre il fumettista era a L’Aquila a “Vivisezioni del Fumetto”, la casa editrice Bao Publishing sui social ha annununxciato la data d’uscita del nuovo graphic novel di Zerocalcare: il prossimo 7 maggio esce “Quando muori resta a me”. E questo, rivelando su Instagram, è il messaggio dell’autore: “C’ho l’ansia”.