Continuano le polemiche contro Valentina Petrillo, atleta dichiaratamente transgender in gara alle Paralimpiadi di Parigi 2024. Lunedì sera, 2 settembre, l’azzurra ha concluso al terzo posto la semifinale dei 400m femminili T12 allo Stade de France, facendo però segnare il suo personal best e stabilendo il nuovo primato italiano.
Purtroppo non è bastato per permetterle di accedere in finale, ma soprattutto l’eliminazione non le ha risparmiato una nuova ondata di commenti transfobici online e, tra le voci più note, non manca quella di J. K. Rowling, ormai nota avversaria della causa transgender. Per le sue posizioni, l’autrice della saga di Harry Potter è stata una delle protagoniste del ‘caso Khelif’: ad agosto, a Olimpiadi appena concluse, la pugile algerina ha sporto denuncia contro di lei ed altri personaggi per “molestie informatiche e insulti pubblici a causa del genere, istigazione pubblica alla discriminazione e insulto pubblico a causa dell’origine” dopo una serie di tweet transfobici contro la pugile algerina.
Da quando è stata citata in giudizio, la scrittrice ha cancellato ben 27 tweet – provando quindi a nascondere ogni possibile evidenza utile per la procura – smettendo addirittura di postare dal 7 agosto. È noto che il lupo perde il pelo ma non il vizio, e dopo le critiche di ogni tipo sull’atleta azzurra, Rowling non ci ha pensato due volte prima di infiammarsi nuovamente su X, riaccendendo inutili polemiche.
“Perché tutta questa rabbia sulla tanto ispiratrice Petrillo? La comunità degli imbroglioni non ha mai avuto così tanta visibilità. Gli imbroglioni conclamati come Petrillo provano anche l'epoca dello cheat-shaming è finita. Che modello! Allora dico, ridiamo a Lance Armstrong le sue medaglie e andiamo avanti”.
Il riferimento è all’ex ciclista statunitense che aveva conquistato sette Tour de France consecutivi dal 1999 al 2005 e la medaglia di bronzo nella prova a cronometro ai Giochi olimpici di Sydney 2000, tutti premi che gli sono poi stati tolti dall'Unione Ciclistica Internazionale e dal Cio in seguito a un'inchiesta che ha accertato il sistematico utilizzo di pratiche dopanti da parte sua e della sua squadra.
L’autrice britannica, quindi, metyte sullo stesso piano l’uso del doping per falsare i risultati e prevalere sugli avversari in gara, con l’identità transgender, che favorirebbe atlete come Pretrillo nelle competizioni femminili.
L’atleta iraniana: “È bravissima, mi ha motivato”
Ma mentre ancora una volta si torna a parlare
dell’atleta partenopea per le ragioni sbagliate, riecheggiano le parole della velocista 24enne iraniana Hajar Safarzadeh Ghahderijani, campionessa del mondo in carica dei 400m T12, che ha vinto la batteria in cui Petrillo è stata terza e si candida a una medaglia nella finale di oggi. Dopo l'intervista con una testata del suo Paese in merito alla sua performance in pista, Safarzadeh è stata incalzata da alcuni giornalisti internazionali sulla presenza e sull'identità di genere dell’italiana.Alla domanda se fosse al corrente cdel fatto che la 50enne è una donna transgender, la collega iraniana ha risposto: "È davvero una bravissima atleta e mi ha dato grande motivazione. È stata una bella sensazione correre vicino a lei e spero che possa continuare così e vincere una medaglia in questa Paralimpiade".
Il sogno paralimpico di Valentina Petrillo infatti non finisce qui: il 6 settembre l'azzurra sarà impegnata nella batteria dei 200m T12, e noi non possiamo che augurare l’imbocca al lupo.