Imane Khelif denuncia Musk e Rowling per cyberbullismo. Ma non sono i soli

La pugile algerina ha presentato una denuncia per molestie online alla Procura di Parigi. Tra i nomi querelati risulterebbero quelli della scrittrice, dell’imprenditore miliardareio ma a rischiare ci sarebbero anche altri personaggi noti che l'hanno presa di mira durante i Giochi

di AMBRA NARDI
14 agosto 2024
Musk, Khelif, Rowling

La pugile algerina Imane Khelif ha denunciato JkRowling ed elon Musk per cyberbullismo

Imane Khelif va avanti: dopo aver vinto l’oro olimpionico, la pugile algerina non ha lasciato correre quanto le è capitato e ha deciso di proseguire nella sua battaglia contro le discriminazioni ricevute online anche in sede giudiziaria. La Procura di Parigi ha quindi aperto un’indagine dopo la denuncia per molestie online e cyberbullismo presentata dall’atleta. 

"I primi autori del cyberbullismo ai danni di Imane Khelif sono personalità politiche e personaggi pubblici che hanno usato i propri account sulle piattaforme social in questa campagna contro la mia cliente. In tal caso il problema dell'identificazione non si pone, essendo ben noti”, ha rivelato l’avvocato dell’atleta, Nabil Boudi.  Il legale ha parlato della vicenda con uno dei principali quotidiani algerini, El Watan, senza però fare i nomi delle persone chiamate a rispondere in tribunale nella capitale francese di quanto scritto nelle settimane scorse. Nomi che invece ha rivelato la rivista americana Variety: si va dall’imprenditore statunitense Elon Musk, alla scrittrice britannica J.K. Rowling (autrice della saga di “Harry Potter”) e, secondo indiscrezioni, potrebbe finire citato in giudizio anche il candidato repubblicano alla Casa Bianca, Donald Trump. 

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Poco dopo il combattimento tra Khelif e l’italiana Angela Carini, Rowling ad esempio aveva pubblicato una foto del combattimento accusando l’atleta algerina di essereun uomo che si stava godendo la sofferenza di una donna che aveva appena colpito in testa”.

Il miliardario Musk aveva condiviso un post della nuotatrice Riley Gaines che affermava che “gli uomini non appartengono agli sport femminili”, scrivendo “Assolutamente”. 

Come spiegano i legali della campionessa olimpica, le prove dell'aggressione online ai danni di Khelif “sono principalmente le pubblicazioni sulle diverse reti sociali, con un contenuto circostanziato, ripetuto, gli attacchi sul suo fisico, il suo genere, la sua nazionalità, sulla sua immagine in generale e sulla sua essenza di donna. Ciò che ha subito la mia cliente è incontestabile”. Secondo l’avvocato si tratta di contenuti “aggressivi, misogini e razzisti e la stragrande maggioranza degli attacchi è arrivata dall'estero".

I primi missili sono quindi stati sganciati contro celebrities che non sono riuscite a contenere la loro esuberante mentalità discriminatoria. Ma anche esponenti politici italiani e vip del mondo dello spettacolo si erano espressi sui social contro Khelif, tra cui il ministro Matteo Salvini e il presidente del Senato Ignazio La Russa: non resta, quindi, che attendere ulteriori aggiornamenti per sapere se nella querela rientrino anche i loro nomi.