Javier Milei vuole abolire l’aborto in Argentina. Il governo ultraliberista del Paese sudamericano mira infatti a revocare la legge sull'interruzione volontaria di gravidanza approvata nel 2020, durante l'amministrazione dell'ex presidente Alberto Fernández.
La misura 27610, che permette alle donne di abortire legalmente fino alla 14ma settimana di gestazione, e oltre quel periodo, nei casi in cui sia a rischio la vita o la salute della madre o ci sia stato abuso sessuale e stupro, era stata promulgata al termine di una lunga campagna per i diritti riproduttivi portata avanti dal movimento femminista dei cosiddetti 'fazzoletti verdi'.
Già a febbraio 2024 i parlamentari della Libertad Avanza (Lla, il partito del presidente MIlei) hanno presentato alla Camera dei deputati un progetto sull'interruzione volontaria di gravidanza, che pone a rischio il diritto delle donne ad abortire: in questo modo la pratica sarebbe considerata come un crimine e punita con pene detentive fino a tre anni di reclusione. "Si può presentare una nuova legge per derogare quella precedente", ha affermato lunedì 16 dicembre il presidente della Camera, Martin Menem, in un'intervista rilasciata all'emittente 'Neura' rispondendo ad una domanda sull'agenda parlamentare della maggioranza nel 2025. Menem si è dichiarato apertamente a favore della vita e prevede che nel 2025 si potrebbe tentare di abrogare la norma.
Il presidente Milei, che recentemente ha ottenuto la cittadinanza italiana durante una visita nel nostro Paese, ha più volte ribadito che per lui l'interruzione volontaria della gravidanza equivale ad “un omicidio aggravato dal vincolo familiare" e che tra le sue opzioni per eliminare il diritto all'aborto c'è anche quella di sottoporre la questione ad un referendum. “Che una cosa sia legale non significa che sia legittima”, ha precisato in una recente intervista sulla questione.