Ddl Lega contro i termini al femminile, le donne in politica non ci stanno: “Che misoginia”

Era indubbio che la proposta di Potenti (Lega), sull’abolizione dei termini al femminile nei documenti pubblici, facesse discutere le esponenti donne della politica, a maggior ragione se a sinistra

22 luglio 2024
Tra i commenti, quelli di Sara Funaro, Sabrina Licheri e Laura Boldrini

Tra i commenti, quelli di Sara Funaro, Sabrina Licheri e Laura Boldrini

Arrivate come previsto le precipitazioni sulla testa della Lega dopo il disegno di legge contro i termini declinati al femminile, per ruoli e cariche istituzionali, all’interno di atti pubblici. A Floridia (Avs) hanno fatto eco tante altre donne nella politica italiana, che non si sono risparmiate nel commentare. 

“Una decisione aberrante che si pone in contrasto con i più basilari principi democratici. Un modo patriarcale di vedere la società al quale continueremo ad opporci – ha detto la deputata del Movimento 5 Stelle, Emma Pavanelli – Nella scorsa legislatura in commissione Segre, durante l'indagine conoscitiva sul linguaggio d'odio, la dottoressa Giusti della Società linguistica italiana sosteneva che la nostra lingua contempla il genere femminile, pertanto la pretesa della Lega di trascrivere gli atti solo al maschile è del tutto ingiustificata. Mi domando cosa ne pensano le deputate, le sindache, le donne iscritte alla Lega e le loro elettrici”.

“L'Italia non è un Paese per le donne – aggiunge la collega pentastellata Sabrina Licheri  – L'ennesima trovata delle Lega è ai limiti della follia. C'è chi fa passi avanti verso la parità e chi come la Lega che ci riporta direttamente al Medioevo con le donne trattate da oggetti quasi invisibili, sempre dieci passi indietro rispetto agli uomini. Una ribellione civile facendo rispettare la Carta di fronte a tanta stupidità è oltremodo necessaria”.

“Vogliono cancellare l'esistenza delle donne dalle professioni, impedendo per legge la declinazione al femminile dei ruoli ricoperti da donne – sono le parole di Laura Boldrini, deputata (Pd) – Un distillato di stupidità, ignoranza e misoginia”.

“La Lega si schiera contro la parità di genere e 'scomoda’ addirittura la lingua italiana – scrive su X la neo sindaca di Firenze, Sara Funaro – Caro senatore, è questione di declinazione corretta della lingua italiana: sono una donna e sono la sindaca di Firenze, città attenta alla parità di genere. Il nostro Comune ha realizzato con l'Accademia della Crusca il primo progetto sul linguaggio di genere. Il rispetto verso le donne passa anche da queste cose”

“Nemmeno il patriarcato più cupo e retrivo sarebbe riuscito a escogitare una simile scemenza da repertorio, parente del leggendario uso di coprire le gambe dei tavoli in epoca vittoriana – dice Debora Serracchiani (Pd) – Purtroppo temo non sia nemmeno il parto di un'ideologia retrograda e maschilista, ma l'ennesimo strumento con cui la Lega cavalca posizioni estreme e suscita temi assurdi come spunti polemici per non parlare dei problemi veri del paese, che sono maschili e femminili”.