Che alle elezioni europee abbiano vinto le Destre – Giorgia Meloni e FdI insegnano – è ormai un fdato di fatto. Non un’ondata travolgente, tanto da destabilizzare l’intero assetto parlamentare, che invece, seggio più seggio meno, si appresta ad essere molto simile a quello appena lasciato. Ma c’è un ma. Se in alcuni casi siamo riusciti a scampare la minaccia estremista – il caso di Vox in Spagna è quello più eclatante, ma l’Ungheria di Orban non esce rafforzata ma semmai indebolita da questa tornata elettorale – c’è uno schieramento non politico ma decisamente conservatore che esulta.
“Pro Vita & Famiglia Onlus esprime soddisfazione per l'elezione al Parlamento Europeo di circa 20 candidati del centrodestra che hanno firmato il Manifesto valoriale promosso dall'associazione in vista delle Elezioni Europee e che impegna i neoparlamentari a promuovere e tutelare la vita, la famiglia e la libertà educativa nell'ambito del loro mandato”. Gli anti abortisti candidati certamente eletti risultano essere 18, mentre 3 sono attualmente ancora in bilico (Sibiano, Ceccardi, Borchia). Sembrano lontani i tempi in cui l’EuroCamera inseriva i diritti riproduttivi e sessuali, compreso quello all’interruzione volontaria di gravidanza, nella Carta dei diritti fondamentali dell’Ue. Eppure era solo aprile. Certo, quel provvedimento non ha alcun valore vincolante per gli Stati membri e, come detto, la maggioranza a Bruxelles non dovrebbe poi essere troppo diversa da quella degli ultimi 5 anni. Ma questa notizia, seppur marginale, ha comunque un suo peso, nella deriva – quella sì reale – contro il diritto all’aborto a cui stiamo assistendo da qualche anno in tutto il mondo democratico.
“Ci congratuliamo con gli eletti firmatari del nostro Manifesto per questo risultato – afferma il portavoce di Pro Vita & Famiglia Jacopo Coghe – e speriamo di poterli presto incontrare tutti a Bruxelles per definire una strategia di dialogo e collaborazione permanente che sostenga il loro lavoro al Parlamento Europeo in difesa dei valori espressi nel Manifesto. Anche per facilitare questo lavoro, ci stiamo preparando all'inaugurazione di una rappresentanza stabile di Pro Vita & Famiglia a Bruxelles, per vigilare meglio sulle politiche promosse dall'UE e influenzarle in senso pro-vita e famiglia”.
“Queste Elezioni Europee ci consegnano un dato chiaro – prosegue – e cioè il sensibile calo dei partiti progressisti e la netta affermazione dei partiti conservatori, segno che sempre più cittadini sono stanchi di politiche ideologiche relativiste e chiedono di ritornare ai valori fondamentali condivisi della nostra civiltà, tra cui il rispetto della vita umana, il sostegno socio-economico alla famiglia e alla natalità e la fine di aggressive campagne ideologiche contro l'educazione dei più giovani”. Il riferimento, per queste ultime, è ovviamente alla comunità Lgbtq+ e a tutte le questioni legate all’identità di genere. Secondo Coghe, quindi, il fatto che 20 eurodeputati abbiano firmato il loro Manifesto è il sintomo di un ritorno a quei costumi, a quella cultura di Patria e Famiglia (e anche Dio, perché no) tanto cara ai conservatori (da un secolo a questa parte).
“Ci congratuliamo anche con Giorgia Meloni per l'ottima conferma di Fratelli d'Italia, a cui appartiene la maggioranza di eletti tra i firmatari del nostro Manifesto, auspicando che questo risultato possa favorire l'abbandono di maggioranze ‘arcobaleno’ e l'affermazione di una linea politica di centrodestra all'interno del prossimo Parlamento e della prossima Commissione Europea, che impedisca alle forze socialiste, in asse con parte dei Popolari, di continuare a usare l'Unione Europea come strumento di propaganda ideologica pro-aborto e pro- gender”, conclude il portavoce dei Pro Vita.