Fratelli d’Italia chiede lo stop al progetto DragTivism Jr: “Basta alle follie in salsa woke”

L’interrogazione di FdI presentata alla Commissione Europea chiede di interrompere il finanziamento dell’iniziativa perché frutto “dell’ideologia gender”. La mossa, fortemente criticata dall’opposizione, rappresenta un altro passo indietro per la comunità Lgbtq+

di AMBRA NARDI -
28 agosto 2024
ISRAEL GAY PRIDE MARCH

DragTivism Jr è un workshop con l'obiettivo di esplorare il proprio alter ego e imparare nozioni riguardanti la storia queer e l’identità di genere (ANSA)

Fratelli d’Italia chiede di fermare il progetto DragTivism Jr alla Commissione Europea. Finanziato dal programma Erasmus+, è campo estivo residenziale in cui ai giovani partecipanti viene insegnato a vestirsi da drag queen, a esplorare la propria personalità, ad imparare la storia queer e ad essere attivisti LGBTQI+. 

L’interrogazione di FdI – presentata dall'eurodeputato Paolo Inselvini – chiede di interrompere il progetto evitando così che "fondi pubblici europei siano utilizzati per finanziare progetti che rischiano di esporre i più giovani all'ideologia gender e all'attivismo LGBTQI+". L'Unione europea ha speso 35.730 euro per il progetto DragTivism jr e quasi 2,5 milioni di euro per altri progetti Lgbt sotto l’Erasmus+.

Siamo stanchi – dice Inselvini e lo riporta La Stampa – di questi finti progetti educativi. A Bruxelles pensino a diffondere i veri valori europei, la solidarietà, la dignità umana, la pace: altro che queste follie in salsa woke”. 

Cos’è DragTivism Jr

Il progetto DragTivism jr è un workshop del programma Erasmus+ rivolto a minorenni di età compresa tra i 14 e i 17 anni, previsto dal 1º al 10 settembre a Girona, in Spagna. Si tratta di un momenti di scambio che a traverso seminari ed incontri vogliono approfondire temi legati al mondo Drag e LGBTQI+. DragTivism vuole essere un'opportunità per i coetanei di diversi Paesi di esplorare l'espressione di genere come forma d'arte, ma anche come forma di attivismo che permette di sfidare lo spettro di genere ma anche altre situazioni ingiuste affrontate dal divario di genere che le donne e le minoranze affrontano quotidianamente. 

La risposta dell’opposizione 

La mossa è stata fortemente criticata dal leader di +Europa Riccardo Magi: “È una vera e propria ossessione per FdI, che ora urla come un disco rotto sulla teoria del gender e sull'ideologia woke”. 

L’interrogazione presentata da FdI rappresenta un altro passo indietro per la comunità LGBTQI+, che vede di nuovo negati progetti finanziati dall’Unione Europea a causa di una destra sempre meno tollerante e aperta alle diversità. 

Un governo poco tollerante 

A maggio del 2024, lo studio Rainbow Europe –  una classifica dei paesi europei che misura l’indice di uguaglianza LGBTQI+ – aveva posizionato l’Italia al trentaseiesimo posto, venendo superata anche dall’Ungheria di Orban, classificatasi 30esima.

Il report dimostra come i diritti familiari, la denuncia dei crimini d’odio e i diritti all’uguaglianza e alla non discriminazione sono categorie nelle quali l’Italia risulta particolarmente carente. Inoltre, lo studio ricorda naturalmente il caso del Generale Roberto Vannacci, eurodeputato della Lega che nel suo libro “Il mondo al contrario” aveva affermato che gli omosessuali non sono persone normali. 

Il report parla chiaro: quando è entrato in carica, il governo Meloni ha dato inizio alla sua offensiva contro i diritti LGBTQ+. In un’Europa sempre più unita e liberale, l’estrema destra meloniana si discosta dai valori cardinale dell’Unione, non tutelando i diritti delle minoranze.