In poco meno di un mese, Kamala Harris ha rivoluzionato la corsa alle presidenziali del 2024. Sostenuta dai democratici, da giovani elettori, dagli afroamericani – che stanno diventando sempre più attivi politicamente – e dalle donne, la campagna della vice presidente si è dimostrata vincente grazie alla capacità di sfruttare al meglio i temi mobilitanti per l’elettorato democratico e non solo. Secondo gli ultimi sondaggi, a livello nazionale Harris risulta in testa di 1 punto percentuale rispetto a Donald Trump, un vantaggio che il presidente Biden non ha mai raggiunto nella sua ricandidatura (era sotto di cinque punti prima di lasciare la corsa). Invece, per quanto riguarda i singoli Stati, i due candidati si trovano a pari merito in una disputa ancora tutta da decidere.
Le prossime settimane saranno quindi cruciali. Dal lato Democratico, l’entusiasmo dietro la candidatura dell’ex procuratrice – evidenziato dal boom di donazioni alla campagna elettorale della vicepresidente americana e del suo neo-annunciato vice, Tim Walz, che si attestano a più di 20 milioni di dollari – esprime un elemento di forza, in particolare su giovani e minoranze rimasti delusi dalla presidenza Biden. Dal lato Repubblicano, Trump continua a godere di un notevole vantaggio tra gli elettori che ritengono che le sue politiche miglioreranno la loro situazione finanziaria e ridurranno l'afflusso di immigrati al confine.
"Republicans For Harris”
Il 5 agosto, il partito democratico ha lanciato l’iniziativa “Republicans For Harris”, con l’obbiettivo di attirare gli elettori meno radicali del partito Repubblicano che non sostengono la rielezione dell’ex presidente Donald Trump. Il team di Harris ha rivelato che si tratterà di una campagna che punterà soprattutto ad attirare gli elettori di Nikki Haley, repubblicana moderata candidata alle primarie del partito nel 2024.
Le posizioni estreme del tycoon stanno diventando impopolari anche all'interno del suo stesso partito. Austin Weatherford, direttore nazionale dell'Outreach repubblicano, ha dichiarato che il sostegno di Trump al Project 2025 è “tossico per i milioni di repubblicani che non credono più che il partito di Donald Trump rappresenti i loro valori”.
Weatherford – capo dello staff dell'ex rappresentante repubblicano Kinzinger – molto critico su Trump, ha affermato che la campagna di Harris cercherà di ottenere il sostegno dei “repubblicani che hanno a cuore la difesa della democrazia e il ripristino della decenza, tutte cose che verrebbero compromesse in una seconda presidenza Trump".
L’endorsement dal mondo dello spettacolo
Dopo l’annuncio del ritiro e l’appoggio alla sua vice di Joe Biden, il mondo dello spettacolo americano – tranne rarissime eccezioni – si sta mobilitando per appoggiare la candidata Dem. Da Robert De Niro a Charli XCX, l’ultimo eclatante annuncio pubblico di sostegno viene da Beyoncé, che ha donato quattro milioni di dollari a supporto della campagna. L’ultima volta che la cantante e imprenditrice americana si era schierata apertamente era il 2012, quando ha intonato l'inno nazionale americano alla cerimonia di inaugurazione del secondo mandato del presidente Barack Obama. Da allora, ha deciso di rinunciare a qualunque commento politico, sia nelle elezioni del 2016 e 2020, ad eccezione di un breve video a sostegno di Biden ed Harris alle ultime elezioni.
Il silenzio della cantante si è interrotto quando il suo brano “Freedom” è stato scelto come colonna sonora della campagna elettorale democratica. Oltre ad accompagnare il primo spot elettorale di Harris, la vicepresidente ha utilizzato il brano in numerose apparizioni pubbliche. Non è stata una scelta casuale, considerando che Beyoncé concede raramente i diritti delle sue canzoni. E la stessa candidata alla Casa Bianca, nel corso del suo comizio a Philadelphia, Pennsylvania, sembra avervi fatto riferimento quando ha detto: “Questa non è solo una battaglia contro Donald Trump ma per la libertà”. Harris ha quindi elencato le quattro libertà principali per cui lotterà assieme al vice, Tim Walz: di voto, dalla violenza delle armi, di amare chi si vuole e, per le donne, di decidere cosa fare del proprio corpo. L'ultimo, richiamo al diritto all'aborto, ha ricevuto un'ovazione dall'arena gremita della Temple University.
E Taylor Swift?
Anche l'ultimo post pubblicato oggi su Instagram da Taylor Swift ha mandato in fibrillazione i fan: nella settima immagine sembra intravedersi Harris che saluta il pubblico sullo sfondo, mentre la cantante è in primo piano davanti ai riflettori. Per le Swifties, che aspettano da un momento all'altro l'endorsement della loro eroina alla candidata democratica, questo è bastato. Per molti, quello di Taylor Swift è stato un sostegno in codice – come lei del resto ama fare – o comunque di basso profilo.
Alle scorse presidenziali, la cantautrice americana ha dimostrato una notevole influenza politica, usando il suo successo musicale per incitare le generazioni più giovani a recarsi alle urne. Swift è favorevole all’aborto, all'uguaglianza di genere, ai diritti LGBT e al controllo delle armi, criticando apertamente il razzismo, la supremazia bianca, il sessismo, l'omofobia e la brutalità della polizia.
Inizialmente apolitica, ha condannato la presidenza Trump, accusandola di razzismo e di aver favorito la violenza durante le proteste di George Floyd. Alle elezioni presidenziali del 2020, ha fortemente appoggiato la candidatura dei democratici Joe Biden e Kamala Harris. Secondo recenti statistiche, Taylor Swift potrebbe direttamente influenzare l’esito delle prossime presidenziali, ma un vero e chiaro appoggio alla campagna democratica non è ancora arrivato.