Non solo Milano: anche a Padova, per le elezioni Europee di sabato 8 e domenica 9 giugno, sono previste fila unisex ai seggi, per non creare imbarazzo e disagio alle persone transgender. Una scelta inclusiva che risponde ad un’esigenza di una piccola parte della popolazione, ma che può fare una grande differenza.
Ma la decisione del comune veneto non è piaciuta alla Lega, i cui esponenti hanno fatto sapere di essere “profondamente indignati” da questa “indicazione assurda”.
Liste gender neutral anche a Padova
Se le liste elettorali restano divise in base alla legge, le file per votare possono essere invece unificate, rese per così dire gender neutral, e non separate in fila per i maschi e per le femmine, mettendo così in imbarazzo chi non si riconosce in quello che gli è stato assegnato alla nascita ma non ha ancora riportato nei documenti quello scelto, chi sta ancora compiendo il percorso di affermazione di genere e chi non si riconosce né tra i maschi né tra le femmine.
L’astensionismo della comunità Lgbtq+ e la campagna “Io voto”
Queste persone, per questo tipo di resistenze, potrebbero infatti decidere di non esercitare il proprio diritto di voto, andando a incrementare quell’enorme bacino di astensioni. A darne nota è una recente ricerca dell’Università di Verona in cui si rileva che la comunità LGBTQIA+ “dichiara, riferendosi alle ultime elezioni, un astensionismo più alto del 6% rispetto alla popolazione generale. Un segnale molto preoccupante e per questo Arcigay ha lanciato sui social ‘Io voto’, una campagna di empowering della comunità queer per la partecipazione al voto”.
Il vademecum del Comune di Padova
La decisione del Comune di Padova e del sindaco Sergio Giordani segue quella di Beppe Sala a Milano. L’invito ai presidenti di seggio nel centro veneto è ad essere più inclusivi possibile durante le operazioni di voto, in un clima sereno “Indipendentemente da età, genere, orientamento sessuale, disabilità, religione o provenienza” dei votanti. A questi è stato distribuito un Vademecum (avranno comunque libertà di adottarlo o meno) che specifica: “Fermo restando che le liste per legge sono divise in maschi e femmine, invitiamo a non suddividere tra le file per non creare difficoltà a quelle persone il cui aspetto non corrisponde al genere anagrafico indicato sui documenti ufficiali, ovvero di transizione”.
Come detto i consiglieri di centrodestra hanno però espresso il loro dissenso e la contrarietà a questa operazione. Ora non ci resta che attendere l’apertura dei seggi, rinnovando anche noi l’appello ad andare a votare. Basta poco, ma può fare la differenza.