Vannacci e Tarquinio condividono lo stesso pensiero sull’aborto: “Non è un diritto”

Ecco un classico esempio di trasversalità: da destra a sinistra c’è chi pensa che l’aborto non sia un diritto da garantire alle donne. In questo caso si tratta di due uomini che condividono un’anima conservatrice: Roberto Vannacci (Lega) e Marco Tarquinio (Pd)

di TERESA SCARCELLA -
11 maggio 2024
Roberto Vannacci (candidato per la Lega) e Marco Tarquinio (candidato per il Pd)

Roberto Vannacci (candidato per la Lega) e Marco Tarquinio (candidato per il Pd)

“Condivido le parole di Marco Tarquinio sull'aborto senza sapere che le avesse già dette, ma perché coincidono con la mia visione di questa pratica”.

Siamo contente di sapere che il corpo della donna metta d’accordo alcuni esponenti della sinistra e della destra, quantomeno ci chiariscono le idee sulle prossime elezioni europee. In questo caso a battersi il cinque metaforico sono Marco Tarquinio, candidato col Partito democratico, e Roberto Vannacci, altro corridore ai nastri di partenza ma con la casacca della Lega. Entrambi (uomini, con una formazione militare alle spalle) sostengono con fermezza che l’aborto non sia un diritto. 

“Liberissime le donne di abortire qualora ci siano condizioni di necessità, ma come società abbiamo il dovere di offrire loro tutte le alternative possibili rispetto all'aborto” spiega meglio il generale Vannacci, a margine di un convegno a Stagno di Livorno, ignorando probabilmente con volontà che la necessità non è l’unico e il solo motivo per cui una donna decide di abortire. Ma questo concetto a quanto pare fa fatica ad entrare nei pensieri della politica italiana, quella di governo soprattutto. 

Vannacci considera l'aborto “un'infelice necessità alle quali tutte le donne devono essere libere di poter ricorrere - ha detto - Ma non è un diritto perché a mancare sono i due requisiti essenziali dei diritti: i diritti sono per tutti, e in questo caso sarebbero solo per le donne, e poi a ogni diritto corrisponde sempre un dovere. E in questo caso al fantomatico diritto all'aborto non corrisponderebbe nessun dovere”. 

Per il dem, ex direttore dell’Avvenire (quotidiano di ispirazione cattolica) l’aborto è “una realtà tragica” perché “non ci possono essere diritti sulle vite degli altri”.

Ormai proprio tutti esprimono il proprio pensiero sull’aborto, al di là delle competenze e spesso generalizzando, riducendo una questione complessa, piena di sfumature, ad una banale battaglia tra il ‘si’ e il ‘no’. Si parla veramente tanto per essere una società in cui ci si lamenta spesso del fatto che "ormai non si possa più dire nulla”.