Se le multe a chi fa ‘propaganda childfree’, ovvero promuove la possibilità di non avere figli, possono apparire come assurde, i politici russi vanno oltre. E non c’è da stupirsi. I deputati hanno infatti adottato in prima lettura (ne servono tre) una proposta di legge che prevede di vietare l'adozione di bambini russi da parte di cittadini di Paesi in cui è consentito il cambio di genere: lo riporta la Tass, secondo cui hanno votato a favore 397 parlamentari della Duma, mentre uno ha votato contro.
Insomma nel contesto già difficile – a causa del conflitto che insanguina la vicina Ucraina per mano del Cremlino da più di due anni e mezzo – delle adozioni internazionali, da Mosca si lancia l’idea di un’ulteriore stretta, basata sulla politica di assoluta intransigenza contro tutto ciò che è considerato ‘devianza estremista’. In testa c’è ovviamente tutto il movimento Lgbtq+.
Il presidente della Duma, Viaceslav Volodin, ha presentato in effetti il disegno di legge come un modo per “proteggere” i bambini, ma i tentativi del governo russo di presentarsi come difensore di presunti “valori tradizionali” in contrapposizione all'Occidente avvengono sullo sfondo di iniziative che spesso si rivelano gravi violazioni dei diritti umani (come il provvedimento che ha bollato come "estremista" il movimento Lgbt). Le autorità russe violano inoltre i diritti delle minoranze sessuali vietando, dall'anno scorso, gli interventi chirurgici di riassegnazione del sesso. Per diventare legge, dopo l'eventuale approvazione definitiva da parte della Duma, la nuova proposta deve essere approvata dal Senato e firmata dal presidente russo.