Violenza sulle donne, 10 anni dall’entrata in vigore della Convenzione di Istanbul

Il trattato del Consiglio d’Europa in materia di violenza di genere e violenza domestica stabilisce anche gli standard minimi che gli Stati devono adottare per scongiurare il fenomeno e proteggere le vittime

di DOMENICO GUARINO
5 agosto 2024
Dieci anni dalla ratifica della Convenzione di Istanbul sulla violenza contro le donne

Dieci anni dalla ratifica della Convenzione di Istanbul sulla violenza contro le donne

Stalking, molestie, violenza sessuale (compreso lo stupro), abusi fisici e psicologici per mano di partner intimi, matrimonio forzato, sterilizzazione forzata: la violenza sulle donne come violazione dei diritti umani e come forma di discriminazione nei confronti delle donne è l'assunto su cui si basa il trattato del Consiglio d’Europa per la protezione delle donne e delle ragazze che celebra proprio in questi giorni i 10 anni dalla sua entrata in vigore, avvenuta il 1° agosto 2014.

Basato su un approccio incentrato sulla vittima, il trattato di Istanbul è lo strumento giuridico internazionale a più ampio raggio che stabilisce obblighi vincolanti per prevenire e combattere la violenza sulle donne, offrendo al contempo strumenti pratici per assicurare la protezione delle donne e delle ragazze, la loro sicurezza e il loro empowerment. Il tutto nell'ottica di raggiungere l’uguaglianza tra donne e uomini. A ottobre 2023, il trattato è entrato in vigore per l’Unione europea, che è quindi divenuta parte della convenzione.

Il percorso di adesione 

La Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica è entrata in vigore il 1° agosto 2014, ratificata allora solo da dieci Stati. La Convenzione è stata approvata dal Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa il 7 aprile 2011 e aperta alla firma l’11 maggio 2011 a Istanbul. Firmata dall’Unione europea il 13 giugno 2017 è poi rimasta in sospeso fino alla scorsa primavera per l’opposizione dei sei Stati.

Poi nel 2023 l’Unione europea ha concluso il percorso di adesione alla Convenzione e l’ha ratificata senza l’unanimità, cosa che non impedisce al trattato di vincolare tutti i Paesi membri. L’Unione europea ha aderito alla convenzione di Istanbul il 1º ottobre 2023.

Al momento sono 38 i Paesi che hanno aderito alla convenzione (invece la Turchia ne è uscita, tra le proteste, qualche anno fa). In questi 10 anni il trattato è stato la base per l’avanzamento delle legislazioni nazionali e delle politiche degli stati membri volte a prevenire e combattere la violenza e la discriminazione nei confronti delle donne.

TURKEY WOMEN RALLY
Protesta in Turchia dopo che il governo di Erdogan è uscito dalla Convenzione di Istanbul (EPA/ERDEM SAHIN)

Cosa prevede la Convezione di Istanbul

La Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, nota anche come "Convenzione di Istanbul", si basa sulla consapevolezza che la violenza contro le donne è una forma di violenza di genere commessa contro le donne in quanto tali. Stabilisce che sia compito dello Stato affrontarla pienamente in tutte le sue forme e adottare misure per prevenirla, proteggere le sue vittime e perseguire i responsabili. In caso contrario, la responsabilità sarebbe proprio delle istituzioni statali. E questo perché, come espresso esplicitamente, non ci può essere una vera uguaglianza tra donne e uomini se le donne subiscono violenza di genere su larga scala e le agenzie e le istituzioni statali chiudono un occhio.

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Poiché non sono solo le donne e le ragazze a subire violenza domestica, le parti della convenzione sono incoraggiate ad applicare il quadro protettivo anche agli uomini che sono esposti a questo fenomeno all'interno della famiglia o dell'unità domestica. Tuttavia, non va trascurato che la maggior parte delle vittime di violenza domestica sono donne e che la violenza domestica nei loro confronti fa parte di un più ampio modello di discriminazione e disuguaglianza.

Secondo Amnesty International è “il trattato internazionale di più vasta portata creato per affrontare la violenza contro le donne e la violenza domestica. Stabilisce gli standard minimi per i governi in Europa nella prevenzione, protezione e condanna della violenza contro le donne e della violenza domestica. Include obblighi per gli Stati di introdurre servizi di protezione e supporto per contrastare la violenza contro le donne, come per esempio un adeguato numero di rifugi, centri antiviolenza, linee telefoniche gratuite 24 ore su 24, consulenza psicologica e assistenza medica per vittime di violenza. Invita inoltre le autorità a garantire l’educazione all’uguaglianza di genere, alla sessualità e alle relazioni sane”.