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Home » Attualità » New York Philharmonic: per la prima volta più donne che uomini grazie alle audizioni alla cieca

New York Philharmonic: per la prima volta più donne che uomini grazie alle audizioni alla cieca

Come funziona il metodo di selezione? Si nasconde l'identità del musicista, in modo da rendere il meccanismo di assegnazione più oggettivo possibile

Edoardo Martini
24 Novembre 2022
New York Philharmonic

New York Philharmonic

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Se questo non è un record poco ci manca. Quello che è accaduto alla prestigiosa New York Philharmonic, fondata nel 1842,  è un evento di portata rivoluzionaria: per la prima volta tra i musicisti vanta un numero maggiore di donne rispetto agli uomini. Ne basta una in più, 45 contro 44, e il gioco è fatto.

Cynthia Phelps, prima viola con la Filarmonica di New York dal 1992

Le audizioni ‘cieche’: il cambiamento per spodestare la roccaforte maschile

Certo, il vantaggio è minimo, ma porta a un cambiamento davvero significativo visto che la New York Philharmonic è stata per 180 anni un palco a stragrande maggioranza maschile. Anzi, agli inizi le donne venivano persino scoraggiate a intraprendere la carriera di musicista e per suonare ai concerti serali dovevano necessariamente essere accompagnate da un uomo. Cynthia Phelps, prima viola con la Filarmonica di New York dal 1992, al New York Times, lo ha definito come un “cambiamento epocale”. Ma da come è partita questa evoluzione? Tutto è cominciato intorno agli anni ’70, quando le orchestre di tutto il mondo – non solo quelle statunitensi – iniziarono ad essere più accessibili facendo delle audizioni ‘cieche’, ovvero nascondendo l’identità del musicista, in modo da rendere il meccanismo di assegnazione più oggettivo possibile. Il metodo è molto semplice: il musicista o la musicista suona nascosti dietro a un paravento; in questo modo i reclutatori non possono essere influenzati dall’età, dal sesso o dalle caratteristiche fisiche del candidato o candidata, ma devono concentrarsi e basarsi unicamente sul talento musicale. Questo nuovo sistema ha portato ad un incremento esponenziale delle donne presenti nell’orchestra. Se nel 1970 la New York Philharmonic aveva solo 5 donne, nel 1992 ne aveva 29, negli anni ’80 le musiciste erano divenute il 50% dei nuovi ingressi e adesso il numero delle donne ha superato quello degli uomini, seppur di poco.

“La diversità non dovrebbe essere solo una casella da spuntare”

Nonostante questo passo in avanti però, la meritocrazia non cancella del tutto le disuguaglianze. Le posizioni principali nell’orchestra, che sono anche quelle meglio pagate, sono ancora in maggioranza degli uomini. Le donne, infatti, come riporta il New York Times, occupano solo un terzo delle posizioni dirigenziali, comprese quelle di direttore principale e di assistente o associato, le posizioni meglio pagate. L’orchestra, inoltre, non ha mai avuto una direttrice musicale donna. E c’è ancora un’evidente mancanza di membri neri e latini. La direttrice d’orchestra e fondatrice di Protesta, orchestra e gruppo di difesa incentrato sulla giustizia sociale, Michelle Rofrano, però, non demorde: “La diversità non dovrebbe essere solo una casella da spuntare, ma richiede tutoraggio e sostegno. Ci stiamo perdendo delle prospettive e una serie di persone che portano il loro talento unico”.

 

 

 

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Se questo non è un record poco ci manca. Quello che è accaduto alla prestigiosa New York Philharmonic, fondata nel 1842,  è un evento di portata rivoluzionaria: per la prima volta tra i musicisti vanta un numero maggiore di donne rispetto agli uomini. Ne basta una in più, 45 contro 44, e il gioco è fatto.
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Certo, il vantaggio è minimo, ma porta a un cambiamento davvero significativo visto che la New York Philharmonic è stata per 180 anni un palco a stragrande maggioranza maschile. Anzi, agli inizi le donne venivano persino scoraggiate a intraprendere la carriera di musicista e per suonare ai concerti serali dovevano necessariamente essere accompagnate da un uomo. Cynthia Phelps, prima viola con la Filarmonica di New York dal 1992, al New York Times, lo ha definito come un "cambiamento epocale". Ma da come è partita questa evoluzione? Tutto è cominciato intorno agli anni '70, quando le orchestre di tutto il mondo - non solo quelle statunitensi - iniziarono ad essere più accessibili facendo delle audizioni 'cieche', ovvero nascondendo l’identità del musicista, in modo da rendere il meccanismo di assegnazione più oggettivo possibile. Il metodo è molto semplice: il musicista o la musicista suona nascosti dietro a un paravento; in questo modo i reclutatori non possono essere influenzati dall’età, dal sesso o dalle caratteristiche fisiche del candidato o candidata, ma devono concentrarsi e basarsi unicamente sul talento musicale. Questo nuovo sistema ha portato ad un incremento esponenziale delle donne presenti nell'orchestra. Se nel 1970 la New York Philharmonic aveva solo 5 donne, nel 1992 ne aveva 29, negli anni ’80 le musiciste erano divenute il 50% dei nuovi ingressi e adesso il numero delle donne ha superato quello degli uomini, seppur di poco.

"La diversità non dovrebbe essere solo una casella da spuntare"

Nonostante questo passo in avanti però, la meritocrazia non cancella del tutto le disuguaglianze. Le posizioni principali nell’orchestra, che sono anche quelle meglio pagate, sono ancora in maggioranza degli uomini. Le donne, infatti, come riporta il New York Times, occupano solo un terzo delle posizioni dirigenziali, comprese quelle di direttore principale e di assistente o associato, le posizioni meglio pagate. L’orchestra, inoltre, non ha mai avuto una direttrice musicale donna. E c’è ancora un’evidente mancanza di membri neri e latini. La direttrice d'orchestra e fondatrice di Protesta, orchestra e gruppo di difesa incentrato sulla giustizia sociale, Michelle Rofrano, però, non demorde: "La diversità non dovrebbe essere solo una casella da spuntare, ma richiede tutoraggio e sostegno. Ci stiamo perdendo delle prospettive e una serie di persone che portano il loro talento unico".      
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