"Me ne sono andato in Sicilia, d’inverno, per un mese. Ho passeggiato sulla spiaggia, a lungo. E ad ogni passeggiata trovavo
plastica,
rifiuti, relitti. D’inverno il
mare restituisce tutto quello che gli uomini ci buttano dentro d’estate. La spiaggia era, in certi punti,
assalita dalla plastica. E allora mi è venuta un’idea.
Disegnare su quella plastica, su quella plastica morta, su quei cadaveri di oggetti abbandonati sulla spiaggia dalle mareggiate.
Ridare vita a quei rifiuti, facendole diventare pesci, creature marine. E allo stesso tempo, con questo piccolo gesto, provare a lanciare un messaggio di sensibilizzazione".
Squalo prima e dopo
Matteo bagnino attento a intuire i pericoli
Matteo Cavaciocchi (
@cavart_mc su Instagram) da 15 anni lavora come
bagnino in una piscina di Firenze. Una di quelle dove vanno famiglie con bambini, o persone di mezz’età in cerca di un po’ di scampo al calore micidiale di questa estate. O stranieri, che si inventano un po’ di vacanza, anche se al posto della sabbia ci sono ghiaia ed erba. Lui è lì, a bordo piscina, e anche se parla con te non smette di guardare, in continuazione, la superficie dell’acqua. "
I pericoli bisogna intuirli prima, bisogna capire qualche secondo prima che cosa può succedere:
se aspetti che accada, è già troppo tardi". E così, Matteo è una specie di telecamera umana: si accorge di qualcuno che, a venti metri di distanza, è in acqua con gli occhiali e lo avverte che non si può: vede due ragazzine che tengono un’amica con la testa sott’acqua troppo a lungo, si accorge di una signora con il passo incerto dalla parte opposta della piscina, che sta per scendere in acqua, e va ad aiutarla. Fa questo lavoro da anni, ormai è attento a ogni minimo incresparsi della normalità.
Matteo l'artista in missione salva-ambiente
Ma la sua vera vita è nei
disegni, nelle forme che sogna e che mette su carta, su tela, su plastica. "
Amo il mare, da morire. E sono sconvolto dalla quantità di rifiuti che si sono riversati in mare. Non riesco a togliermi dalla mente le immagini dell’
Isola di plastica: quell’enorme ammasso di immondizia che sta nell’
Oceano Pacifico e che ha un’area grande come quella della Spagna. Quattro milioni di tonnellate di rifiuti plastici, che si disintegrano in frammenti minuscoli, che finiscono
nello stomaco dei pesci, su su nella
catena alimentare fino all’uomo: hanno trovato tracce di plastica anche
nel nostro sangue".
Un pezzo di plastica trovato sulla spiaggia è tornato ad essere "cernia" grazie all'arte di Matteo Cavaciocchi
"Mi sono detto che
potevo fare qualcosa, una piccola cosa, per sensibilizzare su questo problema. E quando, in mezzo ai rifiuti rigettati dal mare,
trovavo un pezzo di plastica che mi ispirava, cominciavo a lavorarci.
Lo dipingevo, e quel pezzo di plastica ridiventava una cernia, un delfino, una medusa, uno squalo. Adesso quei pezzi di plastica sono, in qualche modo,
ridiventati mare". E saranno visibili, da settembre,
a Sesto Fiorentino, presso il
centro culturale "Palinsesto". Dove Matteo avvierà in autunno un laboratorio di disegno che prevede un proseguimento di quel progetto: "Con i ragazzi del laboratorio andremo fuori, in strada, e dipingeremo su plastiche e rifiuti che troveremo per strada".