Diastasi addominale, tra sintomi e rimedi.
Noemi Bocchi, la nuova Lady Totti, ha svelato di soffrire di diastasi addominale, una patologia che riguarda circa il 30% delle donne
dopo il parto ma che può colpire anche gli
uomini, le persone anziane, chi è
in forte sovrappeso e chi pratica un’attività fisica troppo intensa. La diastasi addominale, infatti, è la
separazione eccessiva della parte sinistra e dalla parte destra del muscolo retto addominale. I due muscoli retto-addominali, infatti, sono tenuti uniti da una sottile banda di tessuto connettivo, la cosiddetta linea alba, che corre da sotto lo sterno fino alle ossa del bacino congiungendo i due muscoli retto-addominali e permettendo la continenza dei visceri interni. Questa fascia è molto resistente, ma
poco elastica, per questo quando, per qualche ragione, si sfibra o assottiglia, difficilmente torna alle sue condizioni iniziali in modo spontaneo. Ecco allora che si parla di diastasi addominale, problema che può avere
diversi gradi a seconda dell’allontanamento, maggiore o minore, dei due muscoli retto-addominali.
Il post di Noemi Bocchi in cui rivela di soffrire di diastasi addominale
Le cause della diastasi addominale
Il
motivo principale per cui può originarsi la diastasi addominale è la
gravidanza, soprattutto se gemellare. “Il peso e la pressione interna dovuta alla crescita del feto durante i nove mesi, uniti ai cambiamenti ormonali tipici di questa fase della vita della donna, favoriscono
lo stiramento della muscolatura retto-addominale e l’assottigliamento dei tessuti connettivi, portando così alla separazione dei due muscoli retto addominali” si legge in un articolo pubblicato sul sito del
Gruppo San Donato (uno dei più grandi gruppi di ospedali privati italiani, con un centro diagnostico e diciannove ospedali situati in Lombardia e due in Emilia-Romagna a Bologna). Ci sono, poi, altri fattori che possono incidere sulla comparsa del problema. Come un significativo
aumento di peso. “In questo caso, le cause più frequenti sono, oltre all’aumento di peso, la lassità muscolare, l’obesità associata a un’alta percentuale di grasso addominale e i dimagrimenti importanti come capita, ad esempio, nelle persone che si sottopongono a chirurgia bariatrica”.
La diastasi addominale è la separazione eccessiva della parte sinistra e dalla parte destra del muscolo retto addominale
Sintomi, diagnosi e conseguenze della diastasi addominale
I sintomi più frequenti con cui la diastasi addominale può manifestarsi sono il
gonfiore, soprattutto post prandiale, ma anche
dolori addominali,
difficoltà digestive, dolori alla schiena e al bacino e, infine,
incontinenza. Per capire se si soffre di distasi addominali è necessaria una
visita specialistica, che può essere accompagnata da un’ecografia della parete addominale. Spesso, però questa patologia viene sottovalutata e si prende in considerazione quando le
conseguenze sono già evidenti, ovvero è comparsa una rientranza longitudinale lungo l’addome, è impossibile avere un ventre piatto o, ancora, si è perso il punto vita. Ma le conseguenze
non solo solo estetiche. “Quando fascia addominale formata dai muscoli, infatti, perde la sua funzione di contenimento e mantenimento in sede dei visceri addominali, i visceri possono protrudere (ovvero fuoriuscire dalla loro sede naturale) dando origine a
ernie addominali di vario grado e entità” spiega ancora l’approfondimento pubblicato sul sito del Gruppo San Donato.
Come curare la diastasi addominale
La
soluzione è chirurgica e l’intervento varia a seconda del grado della diastasi. Come si opera la diastasi addominale? “Nelle pazienti che hanno un eccesso cutaneo, cosa che spesso succede dopo una gravidanza, l’operazione può essere eseguita attraverso
una addominoplastica, in cui vengono suturate nuovamente le fasce dei muscoli retti dell'addome, oppure può essere fatta in endoscopia, con lo stesso sistema: quando non c'è pelle da asportare si può fare una sintesi delle fasce dei muscoli addominali” spiega
Emanuele Bartoletti, presidente della Società italiana di medicina estetica (Sime), chirurgo plastico e consigliere dell’Omceo di Roma, sottolineando che “
l’intervento non esclude ulteriori gravidanze. E' ovvio che è meglio farlo quando una donna pensa di smettere di rimanere incinta. Ma se la diastasi è grave e va operata, si può nuovamente rimanere incinta, almeno dopo che sia trascorso un anno”, il tempo necessario per recuperare totalmente.