La nuova frontiera dell'energia pulita: il progetto italo-francese per produrre l'idrogeno verde

Dalla collaborazione tra Incico Spa e Lhyfe nasce l'idea di realizzare un impianto che produca carburanti sintetici a zero emissioni

di DOMENICO GUARINO
21 dicembre 2022
idrogeno_verde_1

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Mentre la fusione nucleare conquista le prime pagine, grazie all’esperimento condotto in California alla National Ignition Facility (NIF) di Livermore, ma promette risultati tangibili solo tra una generazione almeno (20/30 anni), c’è una ricerca che va avanti da anni e che sembra mettere a disposizione soluzioni in tempi assolutamente più rapidi, oltre che con meno problemi di sicurezza. Parliamo dell’idrogeno verde, da anni al centro di dibattiti, in un vorticoso succedersi di entusiasmo, speranze e disillusioni. Frutto, probabilmente, anche di quella geopolitica delle fonti energetiche che muove interessi enormi sullo scenario globale, indirizzando flussi di investimenti e di comunicazione.

L'accordo italo-francese per produrre idrogeno verde

L'impianto a idrogeno potrebbe sorgere in Puglia

È di qualche giorno fa la notizia che la società di ingegneria di Ferrara Incico Spa e il gruppo francese Lhyfe, specializzato nella produzione di idrogeno verde, hanno siglato un accordo per realizzare un impianto - chiavi in mano - che produca idrogeno verde e carburanti sintetici a zero emissioni, al servizio delle piccole e medie imprese che vogliono ridurre le bollette e tagliare le loro emissioni di gas serra. Il primo impianto dovrebbe essere realizzato in Puglia, dove imprese locali si sono dette interessate. Una notizia che non ha certo destato lo stesso scalpore di quella della fusione nucleare, e di cui si è parlato molto meno, o quasi nulla, ma che promette di tagliare in tempi rapidi ed in maniera drastica i costi dell'elettricità delle imprese che utilizzeranno la nuova tecnologia (diventate insostenibili per la crisi energetica), di ridurre le loro emissioni (per le quali devono pagare una tassa nell'ambito del sistema Ets) e di ricavare carburanti utilizzabili in loco o facilmente commerciabili.

Come funziona l'eco-sistema di Incico e Lhyfe

L'eco-sistema immaginato da Incico e Lhyfe, per altro, ha il vantaggio di utilizzare tecnologie già esistenti e collaudate e ancora, secondo quanto illustrato, "produce carburanti verdi facili da trasportare ed immagazzinare (a differenza dell'idrogeno), che hanno un mercato assai promettente". Il dispositivo utilizza energia da fonti rinnovabili per produrre idrogeno dall'acqua tramite elettrolisi, senza emissioni di gas serra. L'elettricità pulita può venire da centrali eoliche, idroelettriche o solari, ma anche da generatori a biocarburante o a biogas. Ottenuto l'idrogeno verde, l'impianto lo combina con l'anidride carbonica recuperata dalle emissioni dei generatori o di un impianto a gas o dei propri processi produttivi o di quelli di un'azienda che si trova nelle vicinanze. Dalla combinazione di idrogeno ed anidride carbonica si producono carburanti sintetici "verdi": etanolo, metanolo o Sav (Sustainable aviation fuel). Vedremo se le promesse saranno mantenute e che tipo di economia di scala si riuscirà a realizzare. Di sicuro i primi test sembrano essere promettenti.