Che le donne siano riuscite a mandare in frantumi il soffitto di cristallo, accedendo a professioni che fino a pochi decenni fa erano considerate esclusivamente maschili, è un dato di fatto. L’ingegneria aerospaziale è uno di questi ambiti e Anthea Comellini ne è esempio e modello. Classe 1992, cresciuta tra consapevolezze e scelte coraggiose, oggi è ingegnera presso Thales Alenia Space e fa parte del corpo di riserva di astronauti e astronaute dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA). Una carriera che l’ha portata a studiare e lavorare tra Milano, Tolosa, Cannes e persino in Germania, in una sede dell’ESA, dove si è occupata di sonde interplanetarie. Ora, tra i 17 selezionati su 23mila candidati al programma spaziale europeo, si prepara al futuro tra addestramenti e missioni, in attesa dei prossimi sviluppi dei programmi spaziali ed eventuali opportunità. Un grande orgoglio, ma anche la soddisfazione di avercela fatta nonostante stereotipi e pregiudizi. Pur trovandosi in un contesto decisamente più avanzato rispetto ad altri settori sul fronte di genere, Anthea ha vissuto sulla propria pelle la realtà di un ambiente ancora dominato dagli uomini, come quando, ai tempi dell’università, frequentava aule popolate principalmente da colleghi. Le ragazze erano poco meno del 10%.
"Quando ho iniziato, era raro incontrare donne nel mio percorso di studi e lavoro", racconta, sottolineando che la consapevolezza di essere una tra tante non l’ha mai scoraggiata. Al contrario, le ha permesso di affrontare il percorso accademico e professionale con determinazione, consapevole delle opportunità che le avrebbe potuto offrirle. Con un sorriso amaro, ricorda ancora oggi la volta in cui un professore, durante un corso universitario, dichiarò che
il femminile di ‘ingegnere’ non esisteva. Un episodio che Anthea rievoca con la consapevolezza di quanto, negli ultimi anni, la mentalità stia cambiando. "Le nuove generazioni stanno rivoluzionando le cose. Il cammino è ancora lungo, ma non bisogna adeguarsi. Bisogna piuttosto continuare a combattere, evitando di cadere nell’inganno di sentirsi arrivate.” La storia di Anthea non è solo un esempio di successo individuale, ma anche un invito a guardare oltre gli stereotipi. Parlandole, si ha l’impressione di avere a che fare con un avamposto di futuro. Alla domanda su cosa vorrebbe per il domani, non ha esitazioni: “Che tutte e tutti seguissero ciò che li appassiona davvero, senza lasciarsi scoraggiare da chi pensa che certi percorsi siano inadatti a loro”.Del resto, è esattamente ciò che ha fatto lei, con successo. E pensare che il suo sogno di diventare ingegnera aerospaziale è nato quasi per caso, durante la scelta della facoltà. Da piccola si divideva tra la passione per la scrittura, quella per la biologia marina e, ovviamente, per il cosmo. Il suo futuro si è concretizzato passo dopo passo: dalla triennale, passando per un dottorato in Francia e le prime esperienze nell’industria, fino alla selezione ESA. Un percorso segnato da tenacia e dedizione. "Non ho mai avuto un idolo o un modello preciso - ha ammesso -, ma figure come Samantha Cristoforetti sono state fondamentali per immaginare la possibilità di esserci. Il mio desiderio è quello di costruire un percorso che sia tutto mio, abbracciando le diversità che rendono ciascuno di noi unico." Oggi, Anthea Comellini rappresenta un modello in un mondo che, per sua stessa natura, è proiettato verso il domani. In un settore istituzionale che si impegna a promuovere la parità di genere, spera che le nuove generazioni possano vedere sempre più modelli di riferimento capaci di ispirarle. Proprio su questo tema è stata protagonista del Women Economic Forum, a Roma dal 20 al 22 novembre. Nel suo intervento, nell’ambito della tavola rotonda Space for Life, ha discusso di sfide globali come giustizia climatica e longevità. Perché lo spazio non è solo il luogo dell’esplorazione, ma anche quello delle nuove possibilità. E Anthea, con il suo sguardo rigorosamente al femminile, è pronta ad accettare il rischio di salire su un razzo per espandere i confini della conoscenza umana.