Un nuovo corsetto per accelerare la
cura della scoliosi idiopatica adolescenziale che si propone come un accessorio moda e un software che permette alle
bimbe con Sindrome di Rett di comunicare attraverso il movimento dei loro occhi. I
progetti Frida e Amélie vincono ex aequo l’ottava edizione di
‘Make to Care’ di Sanofi, il contest che negli anni ha visto oltre 600 progetti candidati, 60 finalisti e 14 vincitori, premiando ogni volta soluzioni di open innovation al servizio di pazienti e caregiver, in grado di migliorare la vita di chi convive una disabilità.
Il podio di Make to Care di Sanofi
Sul podio, tutto al femminile,
Yasmine Granata – designer di prodotto, laureata all’Università degli Studi di Palermo e presso il Politecnico di Milano – che dopo un’adolescenza trascorsa indossando per 23 ore al giorno un corsetto, ha ideato e sviluppato una nuova tipologia di ortesi per correggere la scoliosi, coinvolgendo esperti e officine ortopediche – e la pedagogista
Samantha Giannatiempo che ha presentato l’Eye tracking Suite, risultato della collaborazione tra il centro AIRETT di Verona e un’équipe di terapisti e ingegneri specializzati nella
Sindrome di Rett, raro disturbo neurodegenerativo che colpisce soprattutto le bambine, che perdono progressivamente capacità linguistiche e motorie.
Il corpetto Frida per la scoliosi
Frida, grazie al suo tessuto brevettato, più traspirante e leggero, e ai dettagli intercambiabili trasforma il corsetto in vero e proprio accessorio di moda personalizzabile. Il dispositivo
si ‘attiva’ grazie ad elettrodi posizionati e a pad di spinta automatizzati che permettono di potenziare la muscolatura paravertebrale, anche in assenza di ginnastica correttiva: un sistema che può essere anche controllato da remoto dal medico ortopedico per monitorare l’utilizzo da parte del paziente. Per aumentare il comfort è stato creato e brevettato un nuovo materiale che, rispetto al polietilene (materiale comunemente utilizzato nei corsetti per scoliosi), ha una maggiore traspirabilità e leggerezza pur mantenendo la stessa rigidità. “All’età di 12 anni – racconta Granata – ho dovuto indossare un corsetto ortopedico per la scoliosi. Mi sono sentita come Frida Kahlo e questa per me è stata un’esperienza molto traumatica dalla quale ho cercato di trarre qualcosa di positivo per aiutare gli altri”.
Parlare con gli occhi grazie ad Amélie
Amélie - Eye tracking Suite favorisce la
comunicazione e la comprensione
tra caregiver e piccole pazienti, che possono interagire e giocare muovendo esclusivamente i loro occhi grazie a un software che collega computer, smartphone e una piattaforma online, pensato per la supervisione a distanza da parte dei terapisti e la raccolta dati scientifica. Due esempi di come tecnologia ed innovazione sfidando le disabilità dimostrano di poter vincere tabù e barriere. Secondo
la Giuria indipendente del Contest presieduta dal presidente del CONI
Giovanni Malagò – e composta da Alberto Battaglia, presidente Fondazione italiana Sclerosi multipla;
Bruno Dallapiccola, direttore scientifico emerito Ospedale Bambino Gesù;
Federica Draghi, founder e managing partner di Xgen venture;
Franco Locatelli, presidente Consiglio Superiore di Sanità; Margherita Lopes, giornalista;
Giampaolo Montali, direttore generale del Progetto Ryder Cup 2023;
Tiziana Nicoletti, responsabile coordinamento Associazione malati cronici e rari di Cittadinanzattiva;
Annamaria Staiano, presidente Società Italiana di Pediatria – entrambe le soluzioni hanno non solo il potenziale di aiutare le persone nel loro vivere quotidiano ma, tramite la raccolta di dati, di fornire indicazioni importanti per la ricerca e la comprensione delle relative patologie.
Il supporto ai due progetti
Frida e Amelie potranno contare sul
supporto dei partner di ‘Make to Care’ per l’ulteriore sviluppo, implementazione e scalabilità del loro progetto e partecipare a un viaggio di formazione e networking in una tech valley riconosciuta a livello internazionale. “Make to Care è un progetto di cui andiamo molto fieri perché nel corso degli anni ci ha permesso di creare ponti talvolta inaspettati tra innovazione e bisogno disatteso di chi vive una disabilità. Il nostro approccio all’innovazione, che da sempre guarda aldilà delle attività che esercitiamo come azienda farmaceutica, – spiega
Marcello Cattani, presidente e amministratore delegato di Sanofi Italia e Malta – è basato su un dialogo aperto a tutti i livelli della società, con l’intento di rinnovare sempre la qualità del dibattito e favorire la genesi di progettualità condivise e inedite. Anche attraverso questo progetto, diamo il nostro contributo allo sviluppo di una cultura dell’inclusione delle disabilità, diamo voce a idee davvero rivoluzionarie, restituendo rilevanza e grande dignità al paziente, non solo beneficiario, ma anche parte attiva del percorso di innovazione”.