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Anziana con morbo di Alzheimer
"Gli occhi sono lo specchio dell'anima". Quanto volte abbiamo sentito questa frase. Eppure sono anche qualcosa in più: un riflesso della salute cognitiva di una persona. "L'occhio è la finestra sul cervello", afferma l'oculista Christine Greer, direttrice della divisione medica dell'Institute for Neurodegenerative Diseases di Boca Raton, in Florida. "Guardando nella parte posteriore, verso il nervo ottico e la retina, si può osservare direttamente il sistema nervoso". Alcune ricerche si sono concentrate nello studio dell'occhio come modo per diagnosticare il morbo di Alzheimer prima che si manifestino i sintomi, perché quando la memoria e il comportamento sono compromessi la malattia è ormai in fase avanzata.
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La perdita di memoria e il disagio cognitivo dimostrano una fase già avanzata del morbo di Alzheimer
La ricerca sull'Alzheimer
"Il morbo di Alzheimer si sviluppa nel cervello decenni prima della comparsa dei primi sintomi legati alla perdita di memoria", ha dichiarato il dottor Richard Isaacson, neurologo specializzato nella prevenzione del morbo e membro dell'Istituto per le Malattie Neurodegenerative. Se i medici riuscissero a identificare la malattia nelle sue prime fasi, le persone potrebbero fare scelte di vita adeguate e controllare i "fattori di rischio da modificare, come l'ipertensione, il colesterolo e il diabete", ha aggiunto Isaacson. Una scoperta che potrebbe quindi rivoluzionare la ricerca medica sulla prima forma di demenza, che colpisce ad oggi circa 55 milioni di persone nel mondo, un numero destinato a crescere in misura significativa.L'occhio finestra sul cervello
Ma quanto prima si possono notare i segni del declino cognitivo? Per scoprirlo, un recente studio ha esaminato il tessuto della retina e quello cerebrale donati da 86 persone che presentavano diversi gradi di decadimento mentale. "Il nostro studio è il primo a fornire un'analisi approfondita dei profili proteici e degli effetti molecolari, cellulari e strutturali del morbo di Alzheimer nella retina umana e di come questi corrispondano ai cambiamenti nel cervello e nella funzione cognitiva", ha scritto in un comunicato ufficiale Maya Koronyo-Hamaoui, docente di neurochirurgia e scienze biomediche al Cedars-Sinai di Los Angeles. "Questi cambiamenti nella retina erano correlati a quelli in parti del cervello, come la corteccia entorinale e temporale, centro della memoria, dell'orientamento e della percezione del tempo", ha spiegato la dottoressa.![](https://luce.lanazione.it/wp-content/uploads/2023/03/alzheimer-occhi-1024x576.webp)
Gli occhi diventano una finestra sul cervello per la diagnosi precoce del morbo di Alzheimer