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CasaPaese: in Calabria, nel borgo 'amico delle demenze' anche una struttura per malati di Alzheimer

Elena Sodano, responsabile del progetto: "E' possibile valicare il muro della solitudine e avviare un percorso di accoglienza e solidarietà"

di DOMENICO GUARINO -
30 ottobre 2022
CasaPaese, la residenza che cerca di offrire una vita "normale" alle persone costrette a convivere con l'Alzheimer o demenze neurodegenerative

CasaPaese, la residenza che cerca di offrire una vita "normale" alle persone costrette a convivere con l'Alzheimer o demenze neurodegenerative

Una "casa" che diventa un “paese”, in un paese che diventa una grande casa, dove i malati di Alzheimer e le loro famiglie possano vivere in tranquillità. Cicala, poco più di mille abitanti in provincia di Catanzaro, dal 2018 (con in mezzo la parentesi maledettamente difficile del lockdown e del Covid) è un Comune “amico delle demenze” (Dementia Friendly Community riconosciuta dalla Federazione Italiana Alzheimer), attraverso l’impegno dell’associazione Ra.Gi onlus, con un progetto di ospitalità diffusa. A Cicala i pazienti e le loro famiglie possono affidarsi a una comunità intera, godere della loro libera quotidianità e riappropriarsi delle relazioni umane, semplicemente facendo quello che fanno tutti: entrare nei negozi, fare la spesa, comprare un giornale all’edicola, parlare con i bambini all’uscita da scuola e addirittura imparare a impastare il pane insieme al panettiere. Da pochi giorni un ulteriore salto di qualità: "CasaPaese", una vera e propria oasi terapeutica in una struttura di 800 metri quadri, che offre a 16 persone con demenza, in una fase della malattia medio-avanzata, un soggiorno in cui condurre “una vita di senso, senza alcuna fretta, che generi sicurezza e serenità e assicuri dignità e conforto” dice Elena Sodano, ideatrice dell'intero progetto. Per fare questo, gli spazi e i luoghi sono stati ritualizzati e riconfigurati "attraverso la materializzazione di ritmi, simboli e significati che, una volta decodificati, la mente tende a riconoscere come familiari. I corridoi sono pertanto allestiti e vissuti come la strada di un vero paese" continua Sodano. Le varie attività che normalmente si svolgono in un borgo come vendere fiori o frutta, sono state ricreate in appositi armadi ambientati. "La scansione del tempo rispetta anche i ritmi capovolti generati dalla progressione della malattia, dal momento del risveglio, alla colazione, alle attività, al pranzo e in tutti quei rituali e che scandiscono una giornata" spiega sempre Sodano. Lo spazio verde esterno è attrezzato e direttamente raggiungibile con un percorso circolare e area per ortoterapia, accudimento animali domestici e cura dei fiori. Il tutto in una progettazione ambientale attenta e mirata anche al progressivo mutare della malattia, con arredi su misura, flessibili (letti specifici, senza sbarre e senza alcuna misura di contenzione per la notte, arredamenti che non siano asettici ma che invece possano essere riconosciuti dai pazienti, tutelandoli anche nella loro sicurezza), e tutto quanto serva a ricostruire una vita "normale". Il progetto dell’associazione Ra.Gi. Onlus, che dal 2002 opera nel settore socio-sanitario con l’obiettivo di tutelare e promuovere la salute psico-fisica individuale e collettiva, nasce da una considerazione di fondo: seppure la demenza causi problemi enormi che mettono a dura prova anche la famiglia del malato (deficit percettivi, mnesici, allucinazioni, irritabilità, aggressività, perdita dell’orientamento, ripetitività e disturbi comportamentali importanti), l’identità, ovvero quell'insieme di caratteristiche che rendono ogni individuo unico e inconfondibile, non viene meno a causa della progressione della patologia. Se però alla difficoltà a gestire una malattia indubbiamente grave ed invalidante si risponde con l’unico strumento che si ritiene di avere a disposizione, ovvero la sedazione e la contenzione fisica, questa identità viene assopita cancellata, relegata a livello inaccessibile. E dunque negata.
L'inaugurazione di "CasaPaese" (Facebook)

L'inaugurazione di "CasaPaese" (Facebook)

Da qui l’idea di creare un ambiente in cui accogliere queste persone, e dare loro uno spazio in cui muoversi in sicurezza e vivere la loro identità, in maniera libera, grazie alla presenza di operatori competenti e formati. I pazienti sono accompagnati nella prosecuzione del loro progetto di vita, nella costruzione di relazioni umane, consuetudini e aspirazioni, espresse nel presente e nel reale, anche grazie a un rinnovato contatto con la natura e i suoi bioritmi. L’associazione Ra.Gi. Onlus, presieduta da Elena Sodano, ha già inaugurato sul territorio calabrese due centri diurni specializzati nella cura delle demenze – spazio Al.Pa.De a Catanzaro e Centro diurno A. Doria a Cicala - entrambi orientati verso un approccio esistenziale piuttosto che assistenziale, e verso l’applicazione della Terapia Espressiva Corporea Integrata (T.E.C.I.), ideata e curata dalla stessa Elena Sodano, che si colloca nel panorama delle terapie non farmacologiche che mirano a migliorare la comunicazione affettiva e la relazione interpersonale dei pazienti con demenza, a potenziare il movimento corporeo e stimolare la funzione cognitiva. La Terapia T.E.C.I. tenta di dare delle risposte nuove attraverso l’elaborazione di nuovi contatti corporei capaci di creare ponti di comprensione e di comunicazione possibili. Il metodo nella sua essenza rappresenta un incontro, tra il corpo di ciascun paziente e tutte le esperienze che questo ha conservato nell’arco di un’intera esistenza.
Uno scorcio di CasaPaese (Facebook)

Uno scorcio di CasaPaese (Facebook)

La "CasaPaese" di Cicala è il completamento di questo percorso che viene articolato in una nuova sfida: “Casa - si legge nella scheda del progetto - è dove il cuore ride, dove siamo amati e compresi, protetti, liberi. Dove possiamo mantenere intatta la memoria simbolica ed emozionale. Il Paese è il luogo dell’incontro, dello scambio, dello stimolo e dell’abbraccio. L’unione delle due dimensioni può garantire alle persone con demenza un ambiente di cura tra i migliori possibili, una quotidianità naturale e creativa che allevi lo smarrimento e la confusione causate dalla malattia”. La sfida della CasaPaese sarà quella di promuovere l’indipendenza e garantire una migliore qualità della vita, rispettando i pazienti con il loro carico di valori e abitudini antecedenti alla malattia, supportandoli insieme ai familiari. “Vorremmo replicare la CasaPaese in altri borghi, a dir la verità alcuni Comuni già stanno manifestando interesse per questo nostro modello che speriamo di far crescere per offrire una vita quanto più umana e normale possibile a sempre più pazienti” conclude Sodano.