La plastica riciclata è più tossica e dannosa di quella vergine

Il processo produce quantità esorbitanti di microparticelle che si disperdono in acqua e non può essere quindi una soluzione all'inquinamento

di DOMENICO GUARINO
3 giugno 2023

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Riciclare la plastica può renderla più tossica dei polimeri vergini: la notizia shock è stata diffusa da Greenpeace Usa in un nuovo rapporto pubblicato a ridosso del nuovo ciclo di negoziati per un trattato globale sulla plastica dell’Onu incorso di svolgimento a Parigi dal 29 maggio.

La ricerca

Lo studio, condotto nel Regno Unito, ha dimostrato che il processo produce microplastiche che sfuggono in quantità esorbitanti ai sistemi di filtraggio, inquinando le acque. Quindi, secondo l'organizzazione ambientalista, il riciclo non dovrebbe essere considerata una soluzione alla crisi dell’inquinamento.
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Le microplastiche ritrovate anche all'interno del corpo umano 

Anzi: secondo Greenpeace Usa, la plastica è intrinsecamente incompatibile con un'economia circolare. Infatti, mentre solo meno del 10% della plastica oggi viene riciclata, quella che entra negli impianti ne esce con concentrazioni più elevate di sostanze chimiche tossiche. Tanto che alla fine il suo potenziale danno per l’uomo, gli animali e l’ambiente aumenta esponenzialmente ad ogni ciclo.

La plastica è ovunque

La plastica rappresenta un materiale ormai presente in ogni aspetto delle nostre vite e in ogni angolo degli ecosistemi, con impatti gravi sulla salute e l’inquinamento ambientale.
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Ogni giorno migliaia di tonnellate di rifiuti plastici vengono scaricate nell'ambiente

Tuttavia, stando al dossier presentato da Greenpeace, la plastica riciclata non solo non è la soluzione ma addirittura potrebbe essere più dannosa, in quanto contiene sostanze chimiche come ritardanti di fiamma, benzene e altri agenti cancerogeni in livelli più elevati.   E poi inquinanti ambientali, come le diossine bromurate e clorurate e numerosi interferenti endocrini.

Il riciclo non è una soluzione all'inquinamento

"L'industria della plastica, comprese le società di combustibili fossili, petrolchimiche e di beni di consumo, continua a proporre il riciclo come soluzione alla crisi dell’inquinamento", ha affermato Graham Forbes, coordinatore globale della campagna sulla plastica di Greenpeace.
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Riciclare non è un'azione compatibile con l'economia circolare: è necessario ridurre la plastica in circolazione

"Tuttavia - spiega - la tossicità aumenta con il riciclo. Per questo la plastica non ha posto in un’economia circolare ed è chiaro che l’unica vera soluzione per porre fine all’inquinamento è ridurre la produzione in modo massiccio”. Insomma, se aumentarne l’incidenza può togliere dalle discariche e dagli inceneritori quantità di plastica sempre maggiori, il riciclo potrebbe non essere la risposta giusta. Ed anzi potrebbe portare ad ulteriori danni. "Non serve più plastica riciclata, ma molta meno plastica in circolazione" dice Greenpeace.

Gli imballaggi

Ad esempio, quante volte vi è capitato di leggere, su un prodotto che avete appena acquistato, o che state valutando di comprare, o ancora che vi trovate ad utilizzare: imballaggio in plastica riciclata. La reazione comune è generalmente di soddisfazione, si pensa di aver fatto un'azione buona per il Pianeta.
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Le microplastiche rilasciate dagli imballaggi in plastica riciclati possono migrare negli alimenti

Invece non è propri così. Centinaia di studi, già in precedenza, hanno valutato l’impatto delle sostanze chimiche contenute negli imballaggi in plastica riciclata su uomo e ambiente. E recentemente un gruppo coordinato di ricercatori americani e svizzeri ha pubblicato una revisione, che li ripercorre uno per uno, dai toni allarmati. “Le sostanze chimiche pericolose possono accumularsi nel materiale riciclato e quindi migrare nei prodotti alimentari", scrivono gli scienziati. Insomma esiste il rischio concreto per l’esposizione cronica delle persone a questi prodotti, che non può più essere ignorato.
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Il pet che compone le bottigliette in plastica riciclata contiene oltre 800 sostanze

Gli esperti hanno riscontrato la presenza di 853 sostanze nel pet riciclato, molte delle quali scoperte solo negli ultimi due anni. Ma non ci sono norme di controllo, verrebbe da chiedersi, visti i continui investimenti invece in questo tipo di investimenti? Se negli Usa la conoscenza e la tracciabilità dei composti inseriti in questi materiali è parecchio scarsa, anche l'Ue richiede controlli piuttosto blandi per determinare quali sostanze chimiche sono presenti nella plastica. Il problema più grave, però, è il 'cocktail' chimico che si viene a formare durante il riciclo, con sostanze che vengono aggiunte o addirittura create durante il processo, di cui non si sa praticamente nulla se non che potrebbero avere un effetto nocivo.