Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Evento 2022
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Scienze e culture » Università inclusive: a Firenze le persone con disabilità visitano il museo attraverso un avatar

Università inclusive: a Firenze le persone con disabilità visitano il museo attraverso un avatar

L’alter ego robotico comandabile a distanza dal pc consente alle persone con disabilità motorie o impossibilitate a muoversi di visitare il museo di Geologia e Paleontologia

Maurizio Costanzo
7 Novembre 2022
BrainControl Avatar

BrainControl Avatar

Share on FacebookShare on Twitter

Anche chi soffre di disabilità motorie gravi potrà visitare il Museo di Geologia e Paleontologia di Firenze, dedicato ai fossili di mammiferi e altri organismi oggi estinti che sono preziosi testimoni del passato della Terra. L’alter ego robotico comandabile a distanza dal proprio pc, è un dispositivo che abbatte le barriere e permette di visitare in remoto le collezioni in maniera del tutto indipendente. Basta collegarsi con il sistema per muoversi all’interno degli spazi museali e osservare gli oggetti in maniera ravvicinata. “La volontà di mettere a disposizione un avatar – spiegano dall’università di Firenze – fa parte di una più ampia visione volta a garantire maggiore accessibilità e inclusione sociale ai visitatori”. E certo nel museo di Geologia e Paleontologia c’è tanto da vedere: di forte impatto sono gli scheletri di grandi proboscidati e di altri animali vissuti milioni di anni fa in Toscana.

BrainControl Avatar nel Museo di Geologia e Paleontologia

Il sistema museale dell’ateneo fiorentino sperimenta dunque questo servizio avanzato di accessibilità e inclusione sociale dall’8 al 19 novembre, grazie ad un accordo con BrainControl. Le collezioni del Museo di Geologia e Paleontologia di via La Pira, 4, potranno così essere ammirate anche a distanza grazie ad un avatar teleguidato da remoto da chi prenoterà la visita. Si tratta di un servizio gratuito e su prenotazione, rivolto a persone di tutte le età, adulti e bambini, con disabilità motorie o impossibilitate a muoversi per speciali condizioni, sia perché ospiti in Rsa, o perché pazienti ospedalieri.

Attraverso la piattaforma dedicata sarà possibile effettuare una prenotazione, scaricare un software e pilotare BrainControl Avatar da remoto, attraverso il proprio computer. In questo modo la persona che guiderà il robot avrà la sensazione di trovarsi proprio dentro al museo: potrà muoversi all’interno delle sale in modo autonomo e relazionarsi con altri visitatori e con i curatori presenti. Potrà soffermarsi più a lungo davanti a un’installazione e procedere più velocemente in altri punti, alzare o abbassare il monitor in modo da avere una visione panoramica, per un’esperienza davvero immersiva e reale.

BrainControl Avatar nel Museo di Geologia e Paleontologia

“Siamo lieti di mettere in atto questa sperimentazione – ha detto Marco Benvenuti, presidente del Sistema Museale di Ateneo – che vede anche le collezioni museali del nostro Ateneo inserite nel progetto strategico ‘Unifi include‘ guidato dalla delegata all’inclusione e alla diversità Maria Paola Monaco, affiancata da un comitato tecnico scientifico e da un ufficio specifico di riferimento all’interno dell’amministrazione centrale”. “Il nostro Avatar è pensato per persone con gravi e gravissime disabilità motorie – ha affermato Alessandro Tozzo, general manager BrainControl – affinché si sentano parte della comunità e dell’ambiente sociale che molto spesso vengono loro preclusi. Poter visitare un museo o uno spazio sociale in generale, rappresenta per queste persone un’esperienza che va oltre la visita. Ha a che fare con un ritrovato senso di socialità, con l’inclusione, con l’accessibilità”. Il Museo di Geologia e Paleontologia è dedicato ai fossili di mammiferi e altri organismi oggi estinti che sono preziosi testimoni del passato della Terra.

Potrebbe interessarti anche

L'imprenditore e attivista algerino Rachid Nekkaz
Attualità

Algeria, liberato Rachid Nekkaz, l’attivista imprenditore che difende “le donne velate”

23 Gennaio 2023
Linda Campostrini
Lifestyle

Linda Campostrini, in giro per il mondo per essere felice: “Bisogna uscire dalla comfort zone”

23 Gennaio 2023
Harpreet Chandi
Lifestyle

Fino al Polo Sud da sola: il nuovo record di Harpreet Chandi. “Credete sempre in voi stessi”

26 Gennaio 2023

Instagram

  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
Anche chi soffre di disabilità motorie gravi potrà visitare il Museo di Geologia e Paleontologia di Firenze, dedicato ai fossili di mammiferi e altri organismi oggi estinti che sono preziosi testimoni del passato della Terra. L’alter ego robotico comandabile a distanza dal proprio pc, è un dispositivo che abbatte le barriere e permette di visitare in remoto le collezioni in maniera del tutto indipendente. Basta collegarsi con il sistema per muoversi all'interno degli spazi museali e osservare gli oggetti in maniera ravvicinata. "La volontà di mettere a disposizione un avatar - spiegano dall’università di Firenze - fa parte di una più ampia visione volta a garantire maggiore accessibilità e inclusione sociale ai visitatori". E certo nel museo di Geologia e Paleontologia c’è tanto da vedere: di forte impatto sono gli scheletri di grandi proboscidati e di altri animali vissuti milioni di anni fa in Toscana.
BrainControl Avatar nel Museo di Geologia e Paleontologia
Il sistema museale dell’ateneo fiorentino sperimenta dunque questo servizio avanzato di accessibilità e inclusione sociale dall’8 al 19 novembre, grazie ad un accordo con BrainControl. Le collezioni del Museo di Geologia e Paleontologia di via La Pira, 4, potranno così essere ammirate anche a distanza grazie ad un avatar teleguidato da remoto da chi prenoterà la visita. Si tratta di un servizio gratuito e su prenotazione, rivolto a persone di tutte le età, adulti e bambini, con disabilità motorie o impossibilitate a muoversi per speciali condizioni, sia perché ospiti in Rsa, o perché pazienti ospedalieri. Attraverso la piattaforma dedicata sarà possibile effettuare una prenotazione, scaricare un software e pilotare BrainControl Avatar da remoto, attraverso il proprio computer. In questo modo la persona che guiderà il robot avrà la sensazione di trovarsi proprio dentro al museo: potrà muoversi all’interno delle sale in modo autonomo e relazionarsi con altri visitatori e con i curatori presenti. Potrà soffermarsi più a lungo davanti a un’installazione e procedere più velocemente in altri punti, alzare o abbassare il monitor in modo da avere una visione panoramica, per un’esperienza davvero immersiva e reale.
BrainControl Avatar nel Museo di Geologia e Paleontologia
"Siamo lieti di mettere in atto questa sperimentazione – ha detto Marco Benvenuti, presidente del Sistema Museale di Ateneo – che vede anche le collezioni museali del nostro Ateneo inserite nel progetto strategico 'Unifi include' guidato dalla delegata all’inclusione e alla diversità Maria Paola Monaco, affiancata da un comitato tecnico scientifico e da un ufficio specifico di riferimento all’interno dell’amministrazione centrale". "Il nostro Avatar è pensato per persone con gravi e gravissime disabilità motorie – ha affermato Alessandro Tozzo, general manager BrainControl - affinché si sentano parte della comunità e dell’ambiente sociale che molto spesso vengono loro preclusi. Poter visitare un museo o uno spazio sociale in generale, rappresenta per queste persone un’esperienza che va oltre la visita. Ha a che fare con un ritrovato senso di socialità, con l’inclusione, con l’accessibilità”. Il Museo di Geologia e Paleontologia è dedicato ai fossili di mammiferi e altri organismi oggi estinti che sono preziosi testimoni del passato della Terra.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • Evento 2022

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2021 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto