Un film con protagonista Vaughan Murrae, giovane interprete non binario, cioè che non si riconosce nello schema maschile/femminile, che interpreta un personaggio del quale ignoriamo l’identità di genere. È quello che propone il festival di Locarno con uno dei suoi film più belli, “Before I Change My Mind” di Trevor Anderson.
Al festival di Locarno, quest’anno, molti film affrontano tematiche femminili o Lgbtq+. “Before I Change My Mind”, in concorso nella sezione Cineasti del presente, è uno dei film più interessanti. Locarno è un paese incantevole nel Canton Ticino, all’estremità nord del lago Maggiore. È anche la sede, da 75 anni, di uno dei festival cinematografici più prestigiosi d’Europa, con almeno quattro lingue che si incrociano in ogni via, e migliaia di persone che affollano la Piazza Grande, con lo schermo cinematografico più grande d’Europa. Ottomila posti a sedere, una platea impressionante per un film. Eppure, senza farsi intrappolare dal confronto con festival come Venezia e Cannes, Locarno è riuscito a rimanere un festival molto preciso nelle sue scelte, con una grande attenzione al lato artistico dei film. Ed è sempre stato un palcoscenico importante e insieme intimo – a dispetto degli ottomila seduti in piazza – per registi indipendenti, coraggiosi, lontani dalla banalità.
Film d’esordio del regista Trevor Anderson, ambientato nel mezzo degli anni '80 ad Alberta, piccola città del Canada, “Before I Change My Mind” inizia con l’arrivo di uno studente nuovo in classe. Situazione già vista: solo che lo studente – che si chiama Robin – non è chiaro se sia un ragazzo o una ragazza. Interpretato dall’attore non binario Vaughan Murrae, al suo debutto nel cinema, Robin viene bullizzato, ma allo stesso tempo affascina i suoi compagni di scuola. E la storia del film si infila tutta intera nella storia di Robin, ma anche in quella del bullo della classe, che ne è stranamente attratto, e anche della bella ragazzina che canta alla recita della scuola e che è meno 'bambolina' di quanto si sia indotti a credere. Il ruolo di Izzy è affidato all’attrice Lacey Oake, sorprendente. Il film è girato benissimo, ogni inquadratura, ogni movimento della macchina da presa dice più di mille parole, i rapporti più sottili fra i personaggi diventano chiari con un primo piano, un dettaglio, una nota della colonna sonora. L’atmosfera degli anni ’80 è rappresentata in modo perfetto. L’attore quattordicenne Vaughan Murrae è bravissimo, l’uso della musica in tutto il film è fenomenale; il musical 'scolastico' su Gesù Cristo raccontato dal punto di vista di Maria Maddalena viene voglia di vederlo, subito, dov’è che lo danno?
E poi ci sono i temi che il film affronta. Robin oggi sarebbe definito persona non-binaria, ma all’epoca nessuno aveva mai sentito dire, mai neppure immaginato quella parola. E Robin, magro e affascinante come un Cristo dalla sessualità ambigua, crea un legame complicato con il bullo della scuola. Tutti sbagliano, gli adulti e i ragazzini: il padre di Robin, timidissimo, occhialuto, impiegato silenzioso che ama il figlio ma non riesce a capirlo troppo bene; la madre della ragazzina, con un matrimonio fallito alle spalle e troppo whisky nel bicchiere. “Before I Change My Mind” – più o meno, il titolo significa “Prima che cambi idea” – è un film colorato, divertente, ma anche molto attento a sfaccettare bene i personaggi e le emozioni. Nel film, nessuno usa i pronomi di genere per definire Robin: nessuno usa il maschile, il femminile, il neutro. Robin stesso, nel film, non sa come autodefinirsi. Gli autori hanno lasciato che il personaggio viva senza un’etichetta di genere.Visualizza questo post su Instagram
Il film nasce da una vicenda personale, quella del regista Trevor Anderson il cui film richiama lo stile del quasi omonimo Wes Anderson; oltre che quello di Todd Solondz, di certi film di Gus Van Sant, e del grande narratore dell’adolescenza Larry Clark. "Da adolescente, in Canada, negli anni Ottanta, spesso mi chiedevano: ‘Sei un ragazzo o una ragazza?’. Avrei voluto lasciare quella domanda in sospeso, senza risposta, come fa Robin nel film" dice Trevor Anderson, il regista, già premiato al Sundance Festival e alla Berlinale per i suoi corti, qui al suo esordio nel lungometraggio. Un esordio di altissimo profilo, con un film denso di humour e di dettagli d’epoca pressoché perfetti. "L’idea mi è venuta quando ho provato a essere parte del mondo, a quattordici anni. Ho cominciato a scrivere in modo molto autobiografico, poi ho incontrato chi ha scritto il film insieme con me, Fish Griwkowsky, e il film è diventato fiction" spiega Anderson. E aggiunge: “Mi ricordo molto della cultura pop degli anni ’80 e dei musical che vedevamo. Mi è piaciuto molto anche immaginare che, in una scuola di provincia, non riuscissero a ottenere i diritti per eseguire ‘Jesus Christ Superstar’, e che allora l’insegnante di musica – interpretato da me – creasse un ‘suo’ musical su Gesù, ma visto dagli occhi di Maria Maddalena! E così, da ‘Jesus Christ Superstar’ che è molto anni ’70, ho ricreato un ‘Maria Maddalena’ che è molto nello stile di Mtv, e delle canzoni di Cindy Lauper”.Visualizza questo post su Instagram