“Per avere risultati concreti dobbiamo iniziare a coltivare e sostenere una nuova generazione pronta al cambiamento culturale: proporre a bambini e ragazzi un altro modo di essere uomini”.
Lo affermano dal Comitato civico “Impariamo a dire Noi”, alla conferenza stampa dell’iniziativa "Cambia Uomo Cambia”, cinque film per dire no alla violenza sulle donne. Perché il cinema è anche strumento di indagine, riflessione e confronto. In questo caso su una delle più stringenti emergenze sociali, la cui drammaticità è registrata dalle cronache quotidiane: femminicidi, molestie, abusi domestici, stupri…
La rassegna cinematografica, in programma dal 27 febbraio al 15 maggio a La Compagnia a Firenze, proposta dal Comitato civico “Impariamo a dire Noi - Circolo Arci 25 Aprile contro la violenza maschile sulle donne”, si pone appunto come obiettivo la trasmissione, attraverso il linguaggio dei film e anche il fattore intrattenimento, la sensibilizzazione su un tema attuale e che richiede interventi urgenti.
“Dobbiamo fermare gli stereotipi maschili che schiacciano il pensiero dei giovani: virilità che deve nascondere il più possibile le emozioni, non mostrare fragilità e sentimenti, non piangere, non soffrire, non amare, rinunciare alla sua parzialità e alla autentica singolarità – dicono gli organizzatori –. Ci proponiamo di stimolare la partecipazione di altri uomini per ampliare il gruppo originario. Vorremmo contribuire a iniziare una rivoluzione culturale che finalmente ci affranchi dall'eredità della cultura patriarcale. E per questo sviluppare una riflessione che metta in comune esperienze personali, storie da raccontare, percorsi di presa di coscienza e tutto ciò che permetta di far compiere passi avanti nell'abbattimento del pregiudizio di genere e di tutte le sue derive aggressive”.
“Significativa, in questo contesto, l'esperienza del CAM - Centro Ascolto Uomini Maltrattanti di Firenze, il primo centro in Italia che si occupa dal 2009 di presa in carico di uomini autori di comportamenti violenti nelle relazioni affettive, un luogo di riferimento per quegli uomini che vogliono intraprendere un percorso di cambiamento”.
La rassegna cinematografica
Ad aprire la rassegna, martedì 27 febbraio alle 21, è “Un altro domani. Indagine sulla violenza nelle relazioni affettive”, documentario del 2023 di Silvio Soldini (presente in sala) e Cristiana Mainardi. Attraverso voci e volti, testimonianze di vittime e responsabili, di magistrati, polizia e associazioni che si occupano del tema, il documentario cerca di raccontare un paese ancora dominato dalla cultura patriarcale, per illuminare le radici di una violenza che tocca la sfera più intima delle relazioni. Al di sotto della punta dell’iceberg rappresentata dai femminicidi, il tentativo è di indagare quello che resta sommerso, tanto diffuso quanto spesso occultato nella sfera privata.
Il 5 marzo (ore 21) si prosegue con “Her (Lei)”, scritto e diretto da Spike Jonze, con protagonista Joaquin Phoenix. È una storia d’amore con l’intelligenza artificiale: uno scrittore solitario instaura un’improbabile relazione con il suo nuovo sistema operativo che è programmato per soddisfare qualsiasi suo desiderio. Il 9 aprile (ore 20,30) è la volta del film “L’accusa” di Yvan Attal con Charlotte Gainsbourg, Mathieu Kassovitz, Pierre Arditi, e Ben Attal. Alla presenza di don Andrea Bigalli, la proiezione cercherà di rispondere alla classica domanda “dove inizia la cultura maschile della prevaricazione’”.
Il 30 aprile (ore 20,30) sarà proiettato “Women talking. Il diritto di scegliere” di Sarah Polley, con Rooney Mara, Claire Foy, Jessie Buckley, Frances McDormand. A seguire il dibattito con don Alessandro Santoro e padre Bernardo Gianni.
Ultimo incontro, il 15 maggio, con la proiezione del documentario “Il popolo delle donne” di Yuri Ancarani, alla presenza di Marco Deriu, sociologo dell’Università di Parma e membro dell’associazione “Maschile Plurale”. L’iniziativa, che si rivolge principalmente agli uomini, propone una riflessione sulla cultura patriarcale. “Con questa iniziativa vorremmo dare inizio a un nuovo percorso culturale che porti alla cessazione della violenza contro le donne e al rispetto della parità di genere” concludono gli organizzatori.