“Sono stata segregata in casa per quattro giorni, violentata, insultata dal mio compagno fino a quando non sono riuscita a fuggire, calandomi dal balcone di casa. Non siamo noi donne a doverci vergognare quando denunciamo le violenze subite, ma piuttosto a vergognarsi devono essere coloro che fanno violenza“. Questa è una una delle confessioni raccolte nel docufilm di Cristiana Mainardi (che firma la sceneggiatura insieme a Soldini) e del regista Silvio Soldini, Un altro domani - Indagine sulla violenza nelle relazioni affettive che sarà proiettato alla presenza degli autori mercoledì 31 maggio alla Camera, per volontà dell'onorevole Deborah Bergamini (Forza Italia).
Perché questa scelta, onorevole? "Si tratta di un'iniziativa di grande sensibilizzazione. Una decisione pensata, in quanto il fenomeno non è certo in diminuzione, anzi... La violenza di genere si insinua nel profondo delle relazioni intime: attraverso le immagini, le testimonianze di vita vissuta tanto di donne vittime che di uomini ’carnefici’ ma anche disposti a prendere atto dei loro errori e tentare di cambiare, è più facile comprendere dove e perché questa violenza, spesso difficile da decifrare, prenda origine". Solo il primo passo, quindi? “Sì, mercoledì 31 maggio alle 15 nell'Aula dei Gruppi parlamentari della Camera parteciperò (in qualità di moderatrice) alla proiezione del docufilm Un altro domani - Indagine sulla violenza nelle relazioni affettive”, di Silvio Soldini e Cristiana Mainardi, che sarà anticipata da un dibattito (trasmesso dalla web tv della Camera) al quale interverranno – tra gli altri – il presidente della Camera Lorenzo Fontana, il regista Soldini, l’autrice Mainardi, il questore di Savona, Alessandra Simone ed il presidente del Centro italiano per la promozione della mediazione, Paolo Giulini. Il progetto finale prevede però di portare questo importante documento nelle scuole e, attraverso il piccolo schermo e i canali della tv di Stato, anche nelle case degli italiano. Perché orma la nostra società si nutre di immagine, e un lungometraggio può arrivare là dove le parole, spesso, non bastano".
Di cosa tratta il soggetto di Soldini, regista fra l'altro, di Pane e tulipani? "Il suo lavoro, come il dibattito che precede la proiezione, rappresenta un’importante indagine sulle relazioni intime e la violenza di genere, tema, purtroppo, di grande attualità e di grande impatto per la nostra società. L’obiettivo di questa importante giornata è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica su un argomento così delicato e diffuso che necessita, ogni giorno, di una grande attenzione anche da parte della politica". La fascinazione del grande schermo aiuta, secondo lei? "L’opera cinematografica ha un ruolo fondamentale nel far comprendere e sensibilizzare sul tema della violenza domestica. Attraverso la potenza delle immagini e delle storie narrate sul grande schermo, si riesce a trasmettere in modo tangibile l’orrore e le conseguenze devastanti di questo fenomeno. Questo docufilm è un esempio significativo di come l’audiovisivo possa veicolare un messaggio chiaro, toccante ed emotivamente coinvolgente".
Un messaggio forte, che ha bisogno di essere diffuso... "Sono convinta che questa forma artistica, con la sua capacità di raggiungere un vasto pubblico e di suscitare empatia, possa contribuire in modo significativo alla sensibilizzazione e alla lotta contro la violenza domestica. È importante sostenere e promuovere l’opera cinematografica e altre forme d'arte che affrontano questo tema, poiché possono giocare un ruolo cruciale nel promuovere il cambiamento e nell’incoraggiare una società in cui le donne e tutte le persone vittime di violenza possano vivere libere e sicure". La violenza non è solo fatta di schiaffi e pugni. "Esistono tanti tipi di prevaricazione, a partire da quella economica, che assoggetta chi la subisce. Spesso si tratta di un fattore culturale. Sono convinta che iniziative come questa organizzata nelle sale parlamentari, abbiano la possibilità di amplificare l’attenzione su questo fenomeno, che si manifesta in diversi modi: dalla violenza psicologia ai maltrattamenti, dallo stalking alle minacce, fino ad arrivare ai femminicidi. Tanti i protagonisti in campo nel nostro Paese tentano di arginare queste espressioni di violenza da anni: lo Stato, la Polizia di Stato, i magistrati, gli avvocati, i centri antiviolenza, gli psicologi e i criminologi. Con il contributo di tutti possiamo fare tanto!”.
Il film è un affresco umano, composto dalle testimonianze degli autori di violenza, delle vittime di maltrattamenti e stalking, degli orfani di femminicidio, di tutti coloro che ogni giorno si occupano del problema. "Sì, anche Polizia di Stato, magistrati, avvocati, centri antiviolenza, psicologi e criminologi che seguono percorsi trattamentali per uomini… Un’indagine che giunge infine a temi che impregnano la cultura del nostro Paese dove il delitto d’onore è stato legge fino agli anni Ottanta e il patriarcato è ancora duro da demolire".