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Home » Spettacolo » Demi Lovato torna ad usare anche il pronome lei. “Sono fluida e posso usarlo”

Demi Lovato torna ad usare anche il pronome lei. “Sono fluida e posso usarlo”

La pop star americana dopo aver fatto coming out e dopo aver rivelato di essere non binaria ha deciso di tornare ad usare anche il pronome lei come si nota dal suo profilo Instagram

Edoardo Martini
4 Agosto 2022
Demi Lovato

Demi Lovato

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Demi Lovato cambia nuovamente i suoi pronomi. Nel marzo 2021, la cantante aveva annunciato di essere pansessuale e sessualmente fluida, successivamente fece coming out affermando di essere attratta dalle donne e di volere solo un’amicizia con gli uomini. La pop star americana aveva poi aggiunto un tassello in più rivelando di essere non binaria e conseguentemente di volere che tutti si rivolgessero a lei usando i pronomi “they/them” (ovvero loro).

La cantante statunitense Demi Lovato

“Mi sentivo umana, né donna e nemmeno uomo”

In un’intervista ha rivelato: “Sono una persona fluida e in continua evoluzione. Ho sentito, specialmente lo scorso anno, che le mie energie maschili e femminili fossero bilanciate. Quando sono stata costretta a scegliere se entrare nel bagno degli uomini o delle donne, ho sentito quasi come se non ci fosse un bagno per me perché in quel momento non mi sentivo donna. Mi sento semplicemente un essere umano”.

La cantante non giudicherà le persone che sbaglieranno pronome nel riferirsi alla sua persona. “Mi sentivo umana, né donna e nemmeno uomo, soltanto una persona. ‘Loro’ era ciò che mi rappresentava in quel periodo, ma le cose cambiano. Si tratta solo di sentirti umano nel profondo. Recentemente, mi sento più femminile, quindi adesso potete usare il femminile quando vi rivolgete a me”.

Come si evince dal suo profilo Instagram, quindi, la cantante vuole che ci si rivolga a lei sia con il pronome loro sia con il pronome lei.

Il profilo Instagram della cantante

Il fenomeno dovuto a 3 fattori

Sebbene sia difficile trovare dei dati sulle persone che cambiano i pronomi, l’aneddotica suggerisce che un numero sempre maggiore di persone sta abbandonando le parole volte a connotare nel’immediato il genere. Alcuni settori della società stanno tenendo il passo: molte persone nelle istituzioni educative e nella vita aziendale stanno inserendo i pronomi scelti nelle loro firme di posta elettronica (alcune con link che spiegano perché sono importanti), una piattaforma come Zoom offre spazio alle persone per mostrare i loro pronomi negli elenchi dei nomi. Un dato certo invece è che 1,2 milioni di persone non binarie vivono negli Stati Uniti.

Gli esperti sostengono che il fenomeno è dovuto a tre fattori principali: maggiore diffusione di informazioni sulla fluidità di genere su Internet, aumento del numero di celebrità di alto profilo come appunto Demi Lovato o Nico Tortorella che adottano pronomi non di genere e la maggiore frequenza dei pronomi nella comunicazione.

A prima vista, parole come lui, lui, lei e lei sembrano insignificanti: sono brevi e monosillabiche e non sono così formali come i nomi propri che rappresentano. Per chi è alle prese con l’identità di genere, tuttavia, i pronomi sono molto più di un gruppo di parole che possono funzionare come sostantivi. Usare i pronomi personali corretti è un modo per rispettarli e creare un ambiente inclusivo, così come usare il nome di una persona può essere un modo per dimostrare che la si vede.

 

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  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Demi Lovato cambia nuovamente i suoi pronomi. Nel marzo 2021, la cantante aveva annunciato di essere pansessuale e sessualmente fluida, successivamente fece coming out affermando di essere attratta dalle donne e di volere solo un'amicizia con gli uomini. La pop star americana aveva poi aggiunto un tassello in più rivelando di essere non binaria e conseguentemente di volere che tutti si rivolgessero a lei usando i pronomi "they/them" (ovvero loro).
La cantante statunitense Demi Lovato

"Mi sentivo umana, né donna e nemmeno uomo"

In un'intervista ha rivelato: "Sono una persona fluida e in continua evoluzione. Ho sentito, specialmente lo scorso anno, che le mie energie maschili e femminili fossero bilanciate. Quando sono stata costretta a scegliere se entrare nel bagno degli uomini o delle donne, ho sentito quasi come se non ci fosse un bagno per me perché in quel momento non mi sentivo donna. Mi sento semplicemente un essere umano". La cantante non giudicherà le persone che sbaglieranno pronome nel riferirsi alla sua persona. "Mi sentivo umana, né donna e nemmeno uomo, soltanto una persona. 'Loro' era ciò che mi rappresentava in quel periodo, ma le cose cambiano. Si tratta solo di sentirti umano nel profondo. Recentemente, mi sento più femminile, quindi adesso potete usare il femminile quando vi rivolgete a me". Come si evince dal suo profilo Instagram, quindi, la cantante vuole che ci si rivolga a lei sia con il pronome loro sia con il pronome lei.
Il profilo Instagram della cantante

Il fenomeno dovuto a 3 fattori

Sebbene sia difficile trovare dei dati sulle persone che cambiano i pronomi, l'aneddotica suggerisce che un numero sempre maggiore di persone sta abbandonando le parole volte a connotare nel'immediato il genere. Alcuni settori della società stanno tenendo il passo: molte persone nelle istituzioni educative e nella vita aziendale stanno inserendo i pronomi scelti nelle loro firme di posta elettronica (alcune con link che spiegano perché sono importanti), una piattaforma come Zoom offre spazio alle persone per mostrare i loro pronomi negli elenchi dei nomi. Un dato certo invece è che 1,2 milioni di persone non binarie vivono negli Stati Uniti. Gli esperti sostengono che il fenomeno è dovuto a tre fattori principali: maggiore diffusione di informazioni sulla fluidità di genere su Internet, aumento del numero di celebrità di alto profilo come appunto Demi Lovato o Nico Tortorella che adottano pronomi non di genere e la maggiore frequenza dei pronomi nella comunicazione. A prima vista, parole come lui, lui, lei e lei sembrano insignificanti: sono brevi e monosillabiche e non sono così formali come i nomi propri che rappresentano. Per chi è alle prese con l'identità di genere, tuttavia, i pronomi sono molto più di un gruppo di parole che possono funzionare come sostantivi. Usare i pronomi personali corretti è un modo per rispettarli e creare un ambiente inclusivo, così come usare il nome di una persona può essere un modo per dimostrare che la si vede.  
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