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Home » Attualità » Torino, al Politecnico arrivano i bagni no gender. “Non ci sono evidenze di aggressioni sessuali”

Torino, al Politecnico arrivano i bagni no gender. “Non ci sono evidenze di aggressioni sessuali”

Al Politecnico di Torino sono arrivati i bagni neutri facendo un passo in avanti verso l'inclusività. L'iniziativa è stata portata avanti dal collettivo Alter Polis che lo ha definito come un cambiamento di mentalità

Edoardo Martini
20 Luglio 2022
Bagni

Bagni

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Il Politecnico di Torino avrà i bagni neutri, senza distinzione tra uomo e donna. Comparso nei mesi scorsi in alcune scuole superiori della città, il bagno no gender è stato un tema dibattuto in diverse assemblee di istituto. Nel frattempo, è arrivato davanti agli organi ufficiali dell’ateneo, che potrebbe essere tra i primi in Italia a dare il via a questa svolta.

L’istituto Politecnico di Torino

Il passo per un ateneo più inclusivo: l’iniziativa del collettivo

L’iniziativa è stata portata avanti degli studenti del collettivo Alter.Polis mentre l’ateneo del Politecnico si è impegnato a valutarne la fattibilità. D’altra parte, l’attuazione non sarebbe stata messa in discussione, visto che in Senato Accademico non ci sono state obiezioni. “Un passo per un ateneo più inclusivo, riconoscendo le individualità non-binarie del nostro ateneo senza danneggiare nessuno e, anzi, potenzialmente migliorando quello che è un servizio veramente essenziale”, commenta entusiasta il collettivo, secondo cui con il via libera ai bagni neutri si registra un cambiamento di mentalità. Gli studenti ritengono che le funzioni di un bagno non hanno nulla a che vedere con il genere di chi lo utilizza.

“Saremo il primo Ateneo ad avere approvato la valutazione e l’istituzione di questi ambienti negli organi di governo ufficiali portandoci come avanguardia all’interno del panorama universitario italiano e dandoci la possibilità di influenzare la realtà di moltissime persone. Questo è un cambiamento di mentalità lontana dalla logica del binarismo attualmente utilizzato nella gestione degli spazi sanitari pubblici e vicina ad una concezione più inclusiva e pragmatica”, spiegano ancora dal collettivo.

Il collettivo Alter Polis

“Non ci sono evidenze di aggressioni sessuali”

Arianna Montorsi, referente del Rettore per la Parità di Genere e Diversità del Politecnico di Torino, ha spiegato che la distinzione dei servizi “avviene in base a una classificazione binaria che non ha più ragion d’essere” facendo riferimento all’università di Pisa, dove i bagni neutri sono stati inaugurati il mese scorso. “Credo sia un’iniziativa valida dal punto di vista culturale ma anche logistico. Nel nostro ateneo ad esempio le studentesse di Ingegneria stanno aumentando quindi andrebbero aumentati i bagni dedicati”.

L’ultimo aspetto da chiarire riguarda la possibilità di usare i bagni neutri soltanto per i dipendenti pubblici o se estendere questa condizione a tutti. Del resto, c’è tempo: lo studio di fattibilità potrebbe terminare in autunno, quindi a gennaio potrebbe esserci un nuovo passaggio formale, chiesto dagli studenti affinché la decisione passi dagli organi ufficiali. La richiesta è di aggiungere i bagni neutri al Politecnico di Torino a quelli esistenti, ma non è escluso che si intervenga anche su quelli già realizzati. Alcune delle obiezioni riguardano il rischio di aggressione sessuale, ma Montorsi avverte: “Se l’origine della distinzione, come sembra di capire, sia il rischio di aggressione sessuale in un posto dove si è esposti, non ci sono evidenze statistiche che ammettano le violenze. Ma non solo uomini-donne, anche il servizio separato per disabilità è di nuovo un discorso poco inclusivo“.

 

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  • ✨Tra i pretendenti a un ruolo di protagonista del 73° Sanremo, Ariete è probabilmente quella con l’"X factor" più alto. E non tanto per aver partecipato da ragazzina al talent di Sky o per quel "non so che" capace di differenziare tutto quel che fa, ma perché in due anni è riuscita a diventare la musa “indie“ della Generazione X. 

Arianna Del Giaccio mostra la timidezza della debuttante. E che lei sia una "nuova persona" portata a cadere nei "soliti vecchi errori" lo racconta parlando del debutto davanti al popolo del Festival con Mare di guai, ballata in cui racconta la fine della relazione con la sua ex.

«Gli squali che si aggirano nella vasca di cui parlo sono le mie insicurezze e le mie ansie. Il peso delle aspettative, anche se non provo sensi di inadeguatezza verso quel che faccio. I pescecani basta conoscerli per sapere che non sono tutti pericolosi.»

 Intervista a cura di Andrea Spinelli ✍

#lucenews #qn #ariete #sanremo2023
  • Più luce, meno stelle. Un paradosso, se ci pensate. Più illuminiamo le nostre città, più lampioni, fari, led, laser puntiamo sulla terra, meno stelle e porzioni di cielo vediamo. 

Accade perché, quasi senza accorgercene, di anno in anno, cancelliamo dalla nostra vista qualche decina di quei 4.500 puntini luminosi che in condizioni ottimali dovremmo riuscire a vedere la notte, considerato che il cielo risulta popolato da circa 9.000 stelle, di cui ciascuno di noi può osservare solo la metà per volta, ovvero quelle del proprio emisfero. 

In realtà, già oggi, proprio per colpa dell’inquinamento luminoso, ne vediamo solo poche centinaia. E tutto lascia pensare che questa cifra si ridurrà ulteriormente, con un ritmo molto rapido. Al punto tale che, in pochi anni, la costellazione di Orione, potrebbe perdere la sua caratteristica ‘cintura’.

Secondo quanto risulta da uno studio pubblicato su “Science”, basato sulle osservazioni di oltre 50mila citizen scientist, solo tra il 2011 e il 2022, ogni anno il cielo in tutto il Pianeta è diventato in media il 9,6% più luminoso, con una forchetta di valori che non supera il 10% ma non scende mai sotto il 7%. Più di quanto percepito finora dai satelliti preposti a monitorare la quantità di luce nel cielo notturno. Secondo le misurazioni effettuate da questi ultimi infatti, tra 1992 e 2017 il cielo notturno è diventato più luminoso di meno dell’1,6% annuo.

“In un periodo di 18 anni, questo tasso di cambiamento aumenterebbe la luminosità del cielo di oltre un fattore 4”, scrivono i ricercatori del Deutsches GeoForschungs Zentrum di Potsdam, in Germania, e del National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory di Tucson, negli Stati Uniti. Una località con 250 stelle visibili, quindi, vedrebbe ridursi il numero a 100 stelle visibili. 

Il pericolo più che fondato, a questo punto, è che di questo passo inizieranno a scomparire dalla nostra vista anche le costellazioni più luminose, comprese quelle che tuti sono in grado di individuare con estrema facilità.

L
  • Per la prima volta nella storia del calcio, un arbitro ha estratto il cartellino bianco. No, non si tratta di un errore: se il giallo e il rosso fanno ormai parte di tantissimi anni delle regole del gioco ed evidenziano un comportamento scorretto, quello bianco vuole invece "premiare", in maniera simbolica, un gesto di fair play. Il tutto è avvenuto in Portogallo, durante un match di coppa nazionale tra il Benfica e lo Sporting Lisbona femminile.

Benfica-Sporting Lisbona femminile, quarti di finale della Coppa del Portogallo. I padroni di casa si trovano in vantaggio per 3-0 e vinceranno la sfida con un netto 5-0, ma un episodio interrompe il gioco: un tifoso sugli spalti accusa un malore, tanto che gli staff medici delle due squadre corrono verso le tribune per soccorrerlo. Dopo qualche minuto di paura, non solo per le giocatrici in campo ma anche per gli oltre quindicimila spettatori presenti allo stadio, il supporter viene stabilizzato e il gioco può riprendere. Prima, però, la direttrice di gara Catarina Campos effettua un gesto che è destinato a rimanere nella storia del calcio: estrae il cartellino bianco nei confronti dei medici delle due squadre.

Il cartellino bianco non influenza in alcun modo il match, né il risultato o il referto arbitrale; chissà che, da oggi in poi, gli arbitri non cominceranno ad agire più spesso, per esaltare un certo tipo di condotta eticamente corretta portata avanti anche dai calciatori.

#lucenews #cartellinobianco #calcio #fairplay
  • Son tutte belle le mamme del mondo. Soprattutto… quando un bambino si stringono al cuor… I versi di un vecchio brano ricordano lo scatto che sta facendo il giro del web. Quella di una madre che allatta il proprio piccino sul posto di lavoro. In questo caso la protagonista è una supermodella –  Maggie Maurer – che ha postato uno degli scatti più teneri e glamour di sempre. La super top si è fatta immortalare mentre nutre al seno la figlia Nora-Jones nel backstage dello show couture di Schiaparelli, tenutosi a Parigi.

La top model americana 32enne, che della maison è già musa, tanto da aver ispirato una clutch – non proprio una pochette ma una borsa che si indossa a mano che riproduce il suo volto –  nell’iconico scatto ha ancora il viso coperto dal make-up dorato realizzato dalla truccatrice-star Path McGrath, ed è coperta solo sulle spalle da un asciugamano e un telo protettivo trasparente. 

L’immagine è forte, intensa, accentuata dalla vernice dorata che fa apparire mamma Maurer come una divinità dell’Olimpo, una creatura divina ma squisitamente terrena, colta nel gesto di nutrire il proprio piccolo.

Ed è un’immagine importante, perché contribuisce a scardinare lo stigma dell’allattamento al seno in pubblico, sul luogo di lavoro e in questo caso anche sui social, su cui esistono ancora molti tabù. L’intera gravidanza di Maggie Maurer è stata vissuta in chiave di empowerment, e decisamente glamour. Incinta di circa sei mesi, ha sfilato per Nensi Dojaka sfoggiando un capo completamente trasparente della collezione autunno inverno 2022, e con il pancione.

Nell’intimo post su Instagram, Maggie Maurer ha deciso quindi condividere con i propri follower la sua immagine che la ritrae sul luogo di lavoro con il volto dipinta d’oro, una parte del suo look, pocoprima di sfilare per la casa di moda italiana, Schiaparelli. In grembo, ha sua figlia, che sta allattando dietro le quinte della sfilata. Le parole scritte a finco della foto, la modella ha scritto “#BTS #mommy”, evidenziando il lavoro senza fine della maternità, nonostante i suoi successi.

di Letizia Cini ✍🏻

#lucenews #maggiemaurer #materintà #mommy
Il Politecnico di Torino avrà i bagni neutri, senza distinzione tra uomo e donna. Comparso nei mesi scorsi in alcune scuole superiori della città, il bagno no gender è stato un tema dibattuto in diverse assemblee di istituto. Nel frattempo, è arrivato davanti agli organi ufficiali dell’ateneo, che potrebbe essere tra i primi in Italia a dare il via a questa svolta.
L'istituto Politecnico di Torino

Il passo per un ateneo più inclusivo: l'iniziativa del collettivo

L'iniziativa è stata portata avanti degli studenti del collettivo Alter.Polis mentre l’ateneo del Politecnico si è impegnato a valutarne la fattibilità. D’altra parte, l’attuazione non sarebbe stata messa in discussione, visto che in Senato Accademico non ci sono state obiezioni. "Un passo per un ateneo più inclusivo, riconoscendo le individualità non-binarie del nostro ateneo senza danneggiare nessuno e, anzi, potenzialmente migliorando quello che è un servizio veramente essenziale", commenta entusiasta il collettivo, secondo cui con il via libera ai bagni neutri si registra un cambiamento di mentalità. Gli studenti ritengono che le funzioni di un bagno non hanno nulla a che vedere con il genere di chi lo utilizza. "Saremo il primo Ateneo ad avere approvato la valutazione e l’istituzione di questi ambienti negli organi di governo ufficiali portandoci come avanguardia all’interno del panorama universitario italiano e dandoci la possibilità di influenzare la realtà di moltissime persone. Questo è un cambiamento di mentalità lontana dalla logica del binarismo attualmente utilizzato nella gestione degli spazi sanitari pubblici e vicina ad una concezione più inclusiva e pragmatica", spiegano ancora dal collettivo.
Il collettivo Alter Polis

"Non ci sono evidenze di aggressioni sessuali"

Arianna Montorsi, referente del Rettore per la Parità di Genere e Diversità del Politecnico di Torino, ha spiegato che la distinzione dei servizi "avviene in base a una classificazione binaria che non ha più ragion d’essere" facendo riferimento all’università di Pisa, dove i bagni neutri sono stati inaugurati il mese scorso. "Credo sia un’iniziativa valida dal punto di vista culturale ma anche logistico. Nel nostro ateneo ad esempio le studentesse di Ingegneria stanno aumentando quindi andrebbero aumentati i bagni dedicati". L'ultimo aspetto da chiarire riguarda la possibilità di usare i bagni neutri soltanto per i dipendenti pubblici o se estendere questa condizione a tutti. Del resto, c’è tempo: lo studio di fattibilità potrebbe terminare in autunno, quindi a gennaio potrebbe esserci un nuovo passaggio formale, chiesto dagli studenti affinché la decisione passi dagli organi ufficiali. La richiesta è di aggiungere i bagni neutri al Politecnico di Torino a quelli esistenti, ma non è escluso che si intervenga anche su quelli già realizzati. Alcune delle obiezioni riguardano il rischio di aggressione sessuale, ma Montorsi avverte: “Se l’origine della distinzione, come sembra di capire, sia il rischio di aggressione sessuale in un posto dove si è esposti, non ci sono evidenze statistiche che ammettano le violenze. Ma non solo uomini-donne, anche il servizio separato per disabilità è di nuovo un discorso poco inclusivo“.  
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