La censura colpisce ancora. O forse no. L'ennesimo caso di una sceneggiatura già vista: l'Arabia Saudita ha chiesto alla Disney di cancellare i "
riferimenti Lgbtq" presenti in un film prima prima che questo venga proiettato nel regno. La censura richiesta è relativa a una scena di
Doctor Strange nel Multiverso della follia, ultimo film della Marvel la cui uscita è prevista a maggio. Si tratta di "appena 12 secondi", ha spiegato alla France Presse Nawaf Al-Sabhan, responsabile della classificazione dei film in Arabia Saudita, in cui la
supereroina lesbica America Chavez parla delle sue "due mamme". L'omosessualità, nel Paese, è punita potenzialmente con la pena capitale, dato che qui viene applicata un'interpretazione oltranzista della legge islamica.
Benedict Cumberbatch torna a vestire i panni del Doctor Strange nell'Universo Marvel
I precedenti
Il funzionario ha smentito i comunicati precedenti secondo cui il film è stato vietato in Arabia. Non è la prima volta, però, che un film Marvel si scontra con le autorità saudite: a novembre i Paesi del Golfo avevano chiesto alcune modifiche al film Mcu
The Eternals, dove è raccontata la storia di Phastos – primo supereroe dichiaratamente gay del Marvel Universe – e della sua famiglia; modifiche che non erano state accolte dalla major e il film non era stato proiettato in nessuno di questi Stati, compresa l'Arabia Saudita. Ma tra i precedenti clamorosi – e non troppo lontani nel tempo – riguardanti in generale la Disney si contano anche il remake di Steven Spielberg del musical
West Side Story, distribuito sulla piattaforma streaming Disney+, bandito dalla trasmissione negli Emirati a causa della presenza di un presunto personaggio transgender e nel 2019 il caso del finale della saga di Star Wars,
L’ascesa di Skywalker, accompagnato nella Penisola dalla censura di una fugace scena di bacio gay.
La risposta della Disney
Xochitl Gomez è la supereroina lesbica -con due mamme- America Chavez nel film Doctor Strange in the Multiverse of Madness
La Disney ha finora
rifiutato le modifiche richieste dal regno arabo al sequel di
Doctor Strange, la cui uscita è prevista in tutto il mondo la prossima settimana. I tagli ammontano ad "
appena 12 secondi" in cui una eroina lesbica, America Chavez, interpretata dall'attrice Xochitl Gomez, si riferisce alle sue "due mamme". "È solo lei che parla delle sue mamme, perché ha due mamme", ha detto Alsabhan. "Ed essendo in Medio Oriente, è molto difficile far accettare una cosa del genere". Poi ha spiegato: "Lo abbiamo rimandato al distributore, e il distributore lo ha mandato alla Disney, e la Disney ci ha detto che non sono disposti ad accettare". Ma il supervisore ha smentito le notizie secondo cui il film è stato vietato del tutto. "Non sarà mai vietato", ha puntualizzato all'AFP. "
Non c'è motivo di vietare il film. È un semplice montaggio... Finora hanno rifiutato. Ma noi non ci siamo arresi. Stiamo ancora provando". Venerdì scorso l'
Hollywood Reporter aveva parlato di voci non confermate secondo le quali la proiezione del film sarà vietata in Kuwait. I biglietti in prevendita, intanto, sono stati ritirati dalle piattaforme di acquisto in Arabia Saudita, Kuwait e Qatar, ma non negli Emirati Arabi Uniti. Lunedì 25 aprile, interpellato sul film che ha come protagonista Benedict Cumberbatch, un impiegato di AMC Cinemas in Arabia Saudita ha detto però che era stato "ritirato".
In Doctor Strange l'eroina America Chavez è la protagonista di una scena che l'Arabia Saudita, dove l'omosessualità è un reato capitale, ha chiesto di tagliare
La (non) censura cinematografica
L'omosessualità è
ufficialmente illegale in tutti i Paesi del Golfo e finora tutti i film in cui erano presenti contenuti Lgbtq+ venivano puntualmente eliminati. A dicembre scorso l’Ufficio di regolamentazione dei media negli Emirati Arabi ha annunciato però una
nuova politica:
revocata la censura ‘esplicita’ e le pellicole sarebbero nei cinema del Paese nella loro “versione internazionale” originale, ma la visione sarebbe stata consentita solo ai
maggiori di 21 anni. L'Arabia Saudita invece, nello specifico, aveva eliminato un divieto decennale di censura da tutti i cinema già alla fine del 2017, come parte di una serie di riforme sociali guidate dal principe ereditario Mohammed bin Salman, volte a scuotere il regno profondamente conservatore. In effetti queste mosse avevano garantito ai Paesi arabi un aumento del 95% rispetto all'anno precedente sulle vendite di biglietti, come riferito dalla rivista
Variety a gennaio, totalizzando circa 238 milioni di dollari di incassi nel 2021.
La Disney si è schierata contro la legge della Florida chiamata dai critici "Don't say gay", per questo ha perso il suo status fiscale speciale nel distretto di Orlando
Questione Lgbtq-Disney
La posizione della Disney sui diritti Lgbtq sta attirando molte polemiche nell'ultimo periodo anche negli Stati Uniti stessi. Venerdì scorso il governatore della Florida,
Ron DeSantis, ha firmato una disposizione che abolisce uno statuto grazie al quale, per mezzo secolo, la compagnia ha agito come un governo locale a Orlando, la sede del parco a tema Disney World. La mossa è stata l'ultimo episodio di una disputa con i funzionari dello Stato, dopo che l'azienda, a marzo, ha aspramente
criticato l'approvazione della legge che vieta
l'educazione scolastica sull'orientamento sessuale e l'identità di genere.