L’attesa è finita: la terza stagione di “Emily in Paris” sbarca su Netflix il 21 dicembre alle 9 e con lei tutto il glamour di Lily Collins, il romanticismo di Parigi, la vita frenetica delle agenzie di marketing e della comunicazione digital. Ma anche l’esuberanza e la simpatia di Ashley Park, coprotagonista della serie che da bambina ha affrontato una dura battaglia contro la leucemia.
All’attrice americana di origini asiatiche, Ashley Park (31 anni) – nella serie è l’amica di Emily, Mindy Chen – è stata diagnosticata la leucemia quando aveva soltanto 15 anni. Sei cicli di chemioterapia e otto mesi di ricovero in ospedale che hanno segnato la sua adolescenza cambiandola profondamente. “Quando ho sconfitto il cancro, ho sentito che l'avrei fatto vincere se avessi lasciato che mi definisse”, racconta l’attrice al “Sunday Times” ricordando la sua reazione alla malattia e il desiderio di riappropriarsi della sua vita. “Ho perso un semestre di scuola ma non volevo tornare indietro e ripeterlo, volevo continuare con la mia vita e mi andava bene essere un semestre indietro rispetto agli altri” dice ancora. Quando è arrivata la diagnosi, per Park è stata una doccia fredda. “Ero un’adolescente che non aveva la benché minima idea del proprio corpo, figuriamoci di una malattia del genere” racconta l’attrice che grazie alla sua forza di volontà ha trovato il modo per affrontare e sconfiggere la malattia. “So che in certi momenti della mia vita arriva sempre come un’illuminazione, qualcosa che mi fa cambiare il modo di pensare. È come se la mia mente si rifiutasse di farsi definire, di farsi modellare dalle cose che mi succedono” spiega l’attrice. E prosegue: “Penso che non voler essere definita dalla malattia mi abbia reso quello che sono oggi: mi ha sicuramente reso più resiliente, ma penso di essere sempre stata così. Penso che mi abbia reso più orientata alla soluzione piuttosto che al problema”.
Se il grande successo è arrivato con la serie tv “Emily in Paris”, Park ha iniziato dal teatro. “L’esperienza del cancro è tra le ragioni per cui faccio teatro. Appena uscita dall’ospedale non vedevo l’ora di avere persone intorno. I costumi, le canzoni e il resto mi facevano smettere di essere solo la ragazza che aveva il cancro” sono le parole dell’attrice che a tre anni è entrata nella Oceanside Dance Academy e a 5 ha iniziato anche lezioni di pianoforte. Le sue prime performance da attrice, cantante e ballerina risalgono alle recite scolastiche, mentre a Broadway il successo arriva con il musical “Mamma Mia!” e “The King and I”, suggellato dalla nomination per un Tony Award nel 2018 per la sua interpretazione encomiabile di Gretchen Wieners nel musical “Mean Girls”.
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