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Home » Spettacolo » Ciak, si gira: 300 studenti contro gli stereotipi di genere

Ciak, si gira: 300 studenti contro gli stereotipi di genere

Il progetto "Che genere di film" dello Stensen punta rendere i ragazzi di 14 classi della Toscana e della Lombardia più consapevoli di ciò che li circonda educandoli alla diversità attraverso il linguaggio cinematografico

Maurizio Costanzo
10 Aprile 2023
genere-film-studenti-stereotipi

Trecento studenti di Toscana e Lombardia coinvolti nel progetto "Che genere di film" contro gli stereotipi di genere e per la promozione della diversità

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Valentina domanda a Manuel se, insieme a lui e agli altri amici, può giocare a calcio anche lei. Ma a quella “strana” richiesta Manuel dice di no e si mette a ridere, convinto che per giocare a calcio serva essere un maschio. E indica a Valentina gli spalti, dicendole che, se proprio vuole, può fare il tifo con le altre ragazze. A Olmo, invece, piace raccogliere margherite, ma ecco che quando Daniele lo vede con quelle margherite in mano, gli dice senza mezzi termini che è una femminuccia.

Il progetto “Che genere di film”

Queste sono solo alcune delle sceneggiature dei cortometraggi che, circa 300 studenti di 14 classi delle scuole medie della Toscana e della Lombardia, hanno ideato e realizzato partecipando al progetto “Che genere di film“. Gli Istituti coinvolti dal progetto sono le scuole secondarie di primo grado Beato Angelico (Firenze), Puccini (Firenze), Spinelli (Scandicci), Lippi (Prato), Antonioli (Temù – provincia di Brescia). Promosso dalla Fondazione Stensen, il progetto mira a educare i ragazzi alla diversità e ad abbattere gli stereotipi, soffermandosi sul fatto che questi ultimi a volte risultano amplificati dalla raffigurazione cinematografica e audiovisiva in generale.

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Trecento ragazzi delle scuole medie diventano registi nel progetto “Che genere di film”

“Che genere di film” ha dunque l’obiettivo di offrire ai/lle ragazzi/e di oggi, donne e uomini del futuro, gli strumenti concettuali, tecnici – attraverso una prima alfabetizzazione del linguaggio per immagini e dell’audiovisivo – ed emotivi per avere consapevolezza e imparare a riconoscere gli stereotipi di genere che affliggono la nostra società. Parte integrante del progetto sono i workshop che riguardano le tematiche di genere, e anche un percorso per imparare i fondamenti del linguaggio filmico e della storia del cinema, con un focus sul ruolo della donna, dalle origini ai giorni nostri.

Da studenti a troupe cinematografica

Gli studenti coinvolti nel progetto – realizzato dallo Stensen grazie alla selezione riconosciuta dal bando Miur/Mibact “Il cinema e l’Audiovisivo a scuola, Progetti di rilevanza territoriale” – sono chiamati anche a vestire i panni di una troupe cinematografica vera e propria, girando a tutti gli effetti un cortometraggio che racconti una storia coerente con il tema del progetto. Studenti protagonisti dal “Ciak” in poi dunque, grazie al coordinamento e alla guida di un team di registi, guidati in Toscana da Duccio Chiarini e in Lombardia da Nicola Zambelli.

“La società contemporanea si fonda sull’immagine – ha detto la responsabile del progetto per la Fondazione Stensen, Chiara Bettarini -. Le nuove generazioni in particolare fruiscono e producono contenuti audiovisivi costantemente. Fornire agli studenti strumenti e competenze idonei per decodificare il linguaggio delle immagini e dare loro l’opportunità di sperimentare concretamente quali siano le fasi di elaborazione di un prodotto audiovisivo professionale, significa primariamente renderli più consapevoli di ciò che li circonda”.

 

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Valentina domanda a Manuel se, insieme a lui e agli altri amici, può giocare a calcio anche lei. Ma a quella "strana" richiesta Manuel dice di no e si mette a ridere, convinto che per giocare a calcio serva essere un maschio. E indica a Valentina gli spalti, dicendole che, se proprio vuole, può fare il tifo con le altre ragazze. A Olmo, invece, piace raccogliere margherite, ma ecco che quando Daniele lo vede con quelle margherite in mano, gli dice senza mezzi termini che è una femminuccia.

Il progetto "Che genere di film"

Queste sono solo alcune delle sceneggiature dei cortometraggi che, circa 300 studenti di 14 classi delle scuole medie della Toscana e della Lombardia, hanno ideato e realizzato partecipando al progetto "Che genere di film". Gli Istituti coinvolti dal progetto sono le scuole secondarie di primo grado Beato Angelico (Firenze), Puccini (Firenze), Spinelli (Scandicci), Lippi (Prato), Antonioli (Temù - provincia di Brescia). Promosso dalla Fondazione Stensen, il progetto mira a educare i ragazzi alla diversità e ad abbattere gli stereotipi, soffermandosi sul fatto che questi ultimi a volte risultano amplificati dalla raffigurazione cinematografica e audiovisiva in generale.
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Trecento ragazzi delle scuole medie diventano registi nel progetto "Che genere di film"
"Che genere di film" ha dunque l'obiettivo di offrire ai/lle ragazzi/e di oggi, donne e uomini del futuro, gli strumenti concettuali, tecnici - attraverso una prima alfabetizzazione del linguaggio per immagini e dell'audiovisivo - ed emotivi per avere consapevolezza e imparare a riconoscere gli stereotipi di genere che affliggono la nostra società. Parte integrante del progetto sono i workshop che riguardano le tematiche di genere, e anche un percorso per imparare i fondamenti del linguaggio filmico e della storia del cinema, con un focus sul ruolo della donna, dalle origini ai giorni nostri.

Da studenti a troupe cinematografica

Gli studenti coinvolti nel progetto - realizzato dallo Stensen grazie alla selezione riconosciuta dal bando Miur/Mibact "Il cinema e l’Audiovisivo a scuola, Progetti di rilevanza territoriale" - sono chiamati anche a vestire i panni di una troupe cinematografica vera e propria, girando a tutti gli effetti un cortometraggio che racconti una storia coerente con il tema del progetto. Studenti protagonisti dal "Ciak" in poi dunque, grazie al coordinamento e alla guida di un team di registi, guidati in Toscana da Duccio Chiarini e in Lombardia da Nicola Zambelli. "La società contemporanea si fonda sull’immagine - ha detto la responsabile del progetto per la Fondazione Stensen, Chiara Bettarini -. Le nuove generazioni in particolare fruiscono e producono contenuti audiovisivi costantemente. Fornire agli studenti strumenti e competenze idonei per decodificare il linguaggio delle immagini e dare loro l’opportunità di sperimentare concretamente quali siano le fasi di elaborazione di un prodotto audiovisivo professionale, significa primariamente renderli più consapevoli di ciò che li circonda”.  
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