Tremate, tremate le streghe sono tornate!
Le Bambole di Pezza sono una nota e scatenata punk rock band milanese con una formazione totalmente femminile che da sempre è impegnata su tematiche legate al tema gender equality, contro il sessismo, la violenza e per le pari opportunità.
Attive dal 2002, dopo uno stop hanno ripreso l’attività due anni fa con una nuova formazione che vede, accanto alle fondatrici Morgana Blue – alla chitarra solista – e Dani Piccirillo – alla chitarra ritmica e cori –, tre giovani determinate: la vocalist Cleo (Martina Ungarelli), Xina (Federica Rossi) alla batteria e ai cori, Caj (Caterina Dolci) al basso e ai cori. Dopo aver pubblicato i primi dischi sono appena uscite con il nuovo singolo “Stuntman” per Nigiri / Sony Music Italy, che delinea una svolta nella loro carriera, ma non certo nel modo di porsi verso il loro amato pubblico, femminile e non.
Ne parliamo con l’anima del gruppo, l’ispirata chitarrista Morgana Blue.
Morgana, Vale ancora per voi il claim “Tremate, tremate, le streghe son tornate”? “Il tempo passa, ma certi valori sono sempre attuali, soprattutto per veicolare certi messaggi ai più giovani. Per noi è fondamentale dichiarare la parità di genere, per cui abbiamo inserito nella nostra canzone ‘Le streghe’ stralci dello storico inno femminista, che cantiamo ancora volentieri, alla nostra maniera, nei concerti”.
Come è nata l’idea di fare una punk band femminile? “Io che sono la fondatrice del gruppo sono sempre stata appassionata della collaborazione fra donne. Anche in un bel quadro, in un libro, si sente quando c’è dietro la mano di una donna. C’è una sensibilità diversa fra l’approccio femminile e quello maschile. Nel nostro caso si è creata una sorta di sorellanza ed è stato bello concentrare le nostre energie nel progetto Bambole di pezza. Poi, al di là del genere, ci piace anche essere una rock band con la R maiuscola e lo dimostriamo dal vivo”.
Vi piace l’idea di assomigliare, a volte, a delle ‘Ramones in rosa’? “Arriviamo da un passato più tirato, in cui i Ramones erano il nostro spirito guida. Continuiamo a celebrarli aprendo spesso i nostri concerti con la loro fulminea canzone ‘Blitzkrieg Bop’, ma in questo momento stiamo andando anche verso sonorità più aperte, più radiofoniche, come dimostra il nuovo brano, il singolo ‘Stuntman’. Una ballad, che è una storia di resilienza, una dimostrazione di forza di fronte alle avversità che ci riserva la vita”.
È la prima vostra ballata? “Avevamo fatto dei brani acustici, ma erano sempre un po’ up tempo. Con questa canzone un po’ più morbida proviamo un po’ a parlare a delle orecchie diverse, che non apprezzano solo il punk, ma l’armonia. Insomma siamo donne e ci piace anche essere un po’ romantiche e, chissà, magari nel futuro, continueremo ad alternare sonorità diverse al nostro punk rock”.
Anche in "Stuntman" portate comunque avanti l’empowerment femminile... “Ci piace essere anche d’esempio per le tante ragazzine che vengono a vedere i nostri concerti. Gli insegniamo che è giusto lottare per quello in cui credi: è un messaggio universale tener duro, combattere, anche quando le cose sembrano più forti di noi”.
Un’altra vostra canzone dedicata ai giovani è anche “Contare zero” “È anche un po’ autobiografica, per la nostra cantante che l’ha scritta. Rappresenta lo sfogo di una ragazza che si sente contro il mondo, una reazione a chi ti dice che non vali. Talvolta soffermarsi sulle emozioni, anche quelle più negative, è salutare perché fa capire alla gente quanto noi umani siamo fragili”.
E sottolineare che ognuno vale per quello che è? “Noi donne dobbiamo farlo ancora di più perché in tante piccole cose veniamo spesso denigrate. Allora dichiarare il nostro valore lo riteniamo parte della nostra storia. Un esempio. Del resto anche i nostri genitori ci hanno detto di lasciare stare i nostri sogni, la musica... e invece noi pensiamo che, anche se è difficile, valga la pena continuare a lottare”.
Il cambiamento di formazione è utile ad approcciare le nuove generazioni? “Nel momento in cui io e l’altra chitarrista abbiamo voluto ritirare su la band con nuove componenti abbiamo cercato ragazze con l’energia, la grinta giuste. Devo dire che sono contenta delle scelte che abbiamo fatto, che condividono con noi la passione, il desiderio, la determinazione per il rock. Ci hanno portato una ventata d’energia che ci sta permettendo di fare tante cose. Sul palco si nota che siamo un bel mix di freschezza ed esperienza”.
Portare avanti la bandiera della gender equality è per voi una missione? “Avendo vissuto i cambiamenti nella società in questi ultimi 10 anni ci rendiamo conto che cose che erano diffuse allora, come il catcalling, ora non lo sono più di tanto. Ma, per assurdo, ci sono oggi degli atteggiamenti maschilisti nascosti che infastidiscono. Anche nella scena trap ci sono dei testi che purtroppo sono super ascoltati in cui il maschilismo deflagra. Noi comunque non siamo contro i maschi. Anzi. Non vogliamo predominare, ma portare il valore dei sessi allo stesso livello. Forse ci vorrebbe un po’ più di rispetto nella nostra società, da una parte e dall’altra, visto che ci sono anche delle donne che esagerano con i loro atteggiamenti. Ci piace l’esempio di una donna forte, ma aperta e alleata con gli uomini”.
Per sottolineare queste tematiche avete fatto, insieme a Jo Squillo, il brano “Non sei sola”? “Jo è una grandissima combattente rispetto alla violenza sulle donne, Si espone molto, ha messo su un’associazione contro il femminicidio, abbiamo quindi scelto assolutamente lei per questo brano. E abbiamo condiviso le energie per questo obiettivo comune molto importante”,
Avete usato il vostro punk rock anche per una dedica a Raffaella Carrà? “Per il brano ‘Rumore’ che ci è sempre piaciuto tantissimo. Lei è stata un’icona di stile coraggiosa, anche nel portare avanti la sua femminilità. Siamo state contente di avere inserito questa sua canzone nel nostro repertorio, ancor di più quando hanno messo la nostra versione nella colonna sonora della serie tv dedicata a Raffaella Carrà, che si chiama ‘Raffa’, su Disney Plus. È stato un onore e un piacere vedere che hanno apprezzato la nostra versione di ‘Rumore’. Quando fai qualcosa in cui credi, poi ci sono dei bei risultati”.
Carrà che era anche un’icona Lgbtq+ voi come vi ponete rispetto a quel mondo? “Siamo state anche lo scorso anno al Gay Pride, siamo tutte assolutamente sostenitrici delle tematiche di genere e dell’inclusione in generale”.
Che effetto vi fa essere uscite dall’underground ed entrare sempre di più nel novero degli artisti popolari? “E’ una bella soddisfazione potere arrivare a più persone. Soprattutto nei tanti live che facciamo in giro per l’Italia. Ci piace rimanere anche a parlare con il pubblico dopo i concerti, sentire le loro storie, confrontarci.
Le date del Summer Tour 2024
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