Tornano le Guerrilla Girls, ‘proteste educate’ in scena

Al Goldoni di Firenze la ‘prima’ dello spettacolo ispirato al collettivo di artiste-attiviste. Le registe: “Liberarsi dal cliché imposto alle donne da una cultura patriarcale”

24 settembre 2024
Le Guerrilla Girls, collettivo di artiste-attiviste

Le Guerrilla Girls, collettivo di artiste-attiviste

FIRENZE – Prende il via sabato 28 e domenica 29 settembre con la prima nazionale di ‘Guerrilla Girl’ la stagione del Teatro delle Donne 2024/2025 al Teatro Goldoni di Firenze, nell’ambito di Avamposti TeatroFestival. Fonte di ispirazione dello spettacolo sono le omonime ‘Guerrilla Girls’, il collettivo di artiste-attiviste che si presentava in pubblico indossando maschere da gorilla per denunciare la discriminazione sessista e la corruzione nell’arte, nel cinema, nella politica e nella cultura pop.

Il 28 e 29 settembre (ore 21) si apre la stagione con l’attrice Angela Antonini che insieme a Rita Frongia cura anche regia e drammaturgia. “Il corpo dell’artista e la sua azione sono centrali nella pratica artistica dal vivo fin dall’inizio della performance art – spiegano Antonini e Frongia –. Dalla maledizione diabolica di Diamanda Galas alle poetesse e performer americane degli anni Settanta, al manifesto artistico delle Guerrilla Girls, l’intento è cercare una strada di liberazione dal cliché imposto alle donne da una cultura basata sul patriarcato.

ANGELA A PIC
Angela Antonini

Ci interessa capire come questa liberazione sia stata realizzata con il nascere della performance art attraverso la definizione della libertà del/della performer, in scena. Il modo di protestare delle Guerrilla Girls, così creativo ed ‘educato’, dovrebbe essere preso come modello: arte, umorismo, fantasia, sono questi gli ingredienti per diffondere messaggi virali utili a cambiare, forse, lo status quo delle cose. Di questa denuncia noi ne faremo un concerto, un urlo, una protesta, una...guerrilla”.

Corpo, libertà del corpo, valore sociale, politico – oltre che artistico – del corpo scenico, il gesto e l’azione performativa della poesia come forma di live art, come possibilità di innescare una via di fuga da una cultura che pone i suoi divieti, i suoi controlli, strumentalizza e detta legge sulla libertà, l’autonomia, l’esistenza in particolare del corpo delle donne.