Pronti a conoscere Ansia, Invidia, Noia e Imbarazzo? Tranquillə, non vogliamo certo incitarvi a stare male o a provare queste emozioni negative (almeno all’apparenza) ma stiamo parlando dei nuovi personaggi del tanto atteso sequel del film d’animazione “Inside Out”, che uscirà nelle sale italiane il 19 giugno.
In questi ultimi mesi vi sarà capitato di imbattervi in loro in qualche pubblicità o video social, visto questi coloratissimi ‘esserini’ stanno girando ormai da tempo, sul web, in tv e non solo (a Burano, in Veneto, Disney Italia ha deciso di piazzare delle installazioni giganti dedicate alle nuove emozioni direttamente sulle variopinte case).
Inside out 2: i nuovi personaggi
Ma insomma di cosa stiamo parlando? Esserini colorati? Ansia e imbarazzo? Sentimenti che di solito scanseremmo o comunque cerchiamo di scongiurare protagonisti addirittura di un film?
“Inside Out 2” riprende la storia di Riley, una comune bambina americana, laddove l’avevamo lasciata nel 2015, alla soglia dell’adolescenza. La protagonista ora inizierà a sperimentare nuove e complesse emozioni, che andranno ad affiancare (o a spodestare, chissà...) le già presenti Gioia, Tristezza, Paura, Rabbia e Disgusto che avevamo conosciuto nel primo film.
Oltre ad Ansia, la prima – arancionissima – nuova emozione arrivata nella mente della 13enne, tra gli altri personaggi rivelati nel trailer ci sono il gigante rosa Imbarazzo, l’aristocratica Noia in viola (e senza cumbia!), la piccola e solo in apparenza innocente Invidia e infine Nostalgia, che non poteva che assomigliare a un’anziana nonnina.
Insomma stiamo parlando di quei tipici stati d’animo legati ai cambiamenti (fisici ed emotivi) che si attraversano durante l’adolescenza e che vengono vissuti con particolare trasporto e intensità, ma anche con difficoltà se non si capisce come gestirli, proprio perché provati per la prima volta, come accade alla giovane Riley.
Come si traducono queste emozioni?
Proprio in occasione dell’uscita del sequel del film Disney Pixar, gli esperti linguistici di Babbel, hanno pensato di proporre un glossario focalizzato su come questi stati d’animo vengano tradotti in diverse lingue del mondo, per aiutare così le persone ad arricchire il proprio lessico emozionale e a favorire la comprensione tra diverse culture.
“L’elaborazione delle emozioni si realizza anche attraverso il linguaggio, uno strumento essenziale per esprimere e condividere il nostro vissuto emotivo interiore con il mondo esterno”, afferma Gianluca Pedrotti, Principal learning content creator di Babbel.
“Riuscire a raccontare agli altri quello che si prova contribuisce infatti ad acquisire maggiore consapevolezza di sé e della complessità delle proprie sensazioni. Inoltre, anche le emozioni negative possono avere una valenza positiva – spiega – nel percorso di crescita personale ed è per questo indispensabile riuscire a riconoscerle e descriverle con le giuste parole”
Vediamo quindo le etimologie, le caratteristiche e le traduzioni di Ansia, Imbarazzo, Noia, Invidia e Nostalgia.
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Ansia: dal verbo latino “ango” (“soffocare, stringere”)
Caratterizzata da una forte sensazione di preoccupazione e di angoscia per gli avvenimenti futuri, l’ansia si prova in situazioni in cui non si riesce a prevedere come potrebbero evolvere gli eventi.
Torschlusspanik (Germania): questa espressione tedesca composta dal termine “panik” (ovvero “panico”) e “torschluss” (ovvero “chiusura delle porte”) è intraducibile letteralmente in italiano e viene impiegata per descrivere un sentimento d’ansia crescente per la consapevolezza di una scadenza che si sta avvicinando velocemente, accompagnata dalla paura di fallire. Le porte sono infatti una metafora del tempo che scorre e, una volta “chiuse”, non possono essere riaperte.
Having butterflies in your stomach (Gran Bretagna): questa frase inglese, utilizzata anche in italiano (“avere le farfalle nello stomaco”), esprime un altro tipo di ansia, solitamente associata alla sfera romantica. Lo stomaco, considerato un vero e proprio "secondo cervello" per via di alcuni importanti fattori che li accomunano, può reagire a stimoli che provocano agitazione e stress con una sensazione di formicolio, un segnale fisico di allerta tipico di quando si avverte un potenziale pericolo o durante la fase di innamoramento.
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Imbarazzo: dal nome spagnolo “embarazo” (“ingombro emotivo”)
Stato emotivo di disagio provocato da un senso di timore e di pudore, l’imbarazzo si sperimenta in situazioni sociali in cui si teme che i propri comportamenti o quelli altrui possano essere giudicati negativamente.
Å sitte med skjegget i postkassen (Norvegia): proverbio norvegese traducibile letteralmente con la frase “finire con la barba incastrata nella buca delle lettere”, esprime quel sentimento misto di imbarazzo e disagio che si prova quando si rimane bloccati in una situazione spiacevole da cui non si riesce a scappare.
Fremdscham (Germania): questo termine è una combinazione dei termini “fremd” (“straniero”) e “scham” (“imbarazzo”) e si può interpretare con la frase “vergognarsi per il comportamento altrui”; fa infatti riferimento a quella sensazione di imbarazzo provocata dai comportamenti ridicoli degli altri, anche se non si è direttamente coinvolti. Si tratta di un concetto riconducibile allo slang inglese “cringe”.
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Noia: dal latino “in odium” (“avere in odio”)
Questa sensazione, interpretata dal personaggio Ennui (una parola francese che viene usata anche in inglese, traducibile come “noia esistenziale”), è legata alla monotonia e all’attesa. Questa condizione emotiva è essenziale per trovare nuovi stimoli.
Kabak Tadı Vermek (Turchia): letteralmente traducibile come “avere il sapore delle zucchine”, questa espressione idiomatica viene impiegata in Turchia per descrivere una situazione o un argomento ripetuto così tante volte da diventare noioso e stancante, lasciando quasi “un cattivo sapore” proprio come il retrogusto di questi ortaggi in bocca.
Nudne jak flaki z olejem (Polonia): il “flaki” è un tipico piatto polacco, uno stufato di trippa, e dà origine a questo curioso modo di dire: “essere noiosi come il flaki con l’olio”, un concetto che è associato ad attività e persone estremamente noiose; in passato, sulle tavole dei contadini si era soliti infatti trovare stufato di trippa per sostituire le carni più pregiate e di conseguenza più costose. Col passare del tempo, questo piatto è stato associato alla noia e alla monotonia.
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Invidia: dal latino “invidere” (“guardare male”)
L’invidia è un sentimento che emerge dal confronto con altre persone, tipico di quando si desidererebbe avere delle qualità, dei meriti o dei beni posseduti da altri.
Hoge bomen vangen veel wind (Olanda): questa frase olandese, che si traduce con l’espressione “gli alberi alti prendono molto vento”, è una metafora per enfatizzare il sentimento di invidia a cui sono esposte le persone che occupano alte cariche professionali. Così come gli alberi alti tendono ad essere più colpiti dagli attacchi del vento, allo stesso modo chi ricopre posizioni importanti rischia di essere maggiormente soggetto ai giudizi altrui e all’invidia.
Glida på en räkmacka (Svezia): letteralmente “scivolare su un sandwich di gamberetti”, questa metafora gastronomica potrebbe risultare fuorviante per chi non conosce lo svedese. Viene usata per descrivere con invidia persone che hanno raggiunto ottimi risultati personali e professionali senza lavorare duramente, ma semplicemente “scivolando” verso il successo grazie alla fortuna di trovarsi nel posto giusto al momento giusto.
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Nostalgia: dal greco “nóstos” (“ritorno”) e “álgos” (“dolore”)
Sentimento legato ai ricordi del passato, la nostalgia rappresenta un complesso insieme di sensazioni che si ricollega al concetto di memoria e di identità.
Toska (Russia): questo termine russo non è immediatamente comprensibile in quanto racchiude molte sfumature di sensazioni e non ha corrispettivi in altre lingue. Si tratta infatti di un sentimento che fonde la malinconia alla nostalgia, evocando un desiderio struggente non rivolto a nessun oggetto o luogo particolare. Lo scrittore russo Vladimir Nabokov, celebre per “Lolita”, ad esempio, lo identifica nella sua accezione più estrema come una sensazione di “angoscia spirituale”.
Natsukashii (Giappone): nella cultura occidentale la nostalgia è frequentemente associata a sentimenti di tristezza, caratterizzata dalla voglia di rivivere esperienze e momenti già vissuti. Per la cultura giapponese, invece, questo sentimento ha una connotazione diversa, più positiva. Il termine “natsukashii” deriva infatti dal verbo “natsuku” che significa “tenersi vicino e affezionarsi” e indica gioia e gratitudine per i ricordi del passato da conservare nel proprio presente, piuttosto che il desiderio di voler rivivere determinati momenti passati con malinconia.