
La foto della locandina del film La vita da grandi di Greta Scarano, con Matilda De Angelis e Yuri Tuci
Si è messa in gioco, dopo tante affermazioni come attrice, con un film da regista nel quale racconta l’autismo. E la scommessa l’ha vinta. Greta Scarano riceverà a Bari, il prossimo 29 marzo, il premio Siae per la migliore opera prima, assegnato al suo film La vita da grandi. La stessa sera presenterà il film al teatro Petruzzelli al pubblico del Bif&st, rassegna cinematografica che si apre oggi a Bari. “La vita da grandi” uscirà nelle sale italiane, in concomitanza con il 2 aprile, giornata internazionale dell’autismo.
“È un film che punta lo sguardo sulla realtà con dolcezza e poesia, ma senza fare sconti alla verità” si legge nella motivazione del premio Siae. Greta Scarano è l’attrice che abbiamo conosciuto in “Smetto quando voglio” di Sydney Sibilia e nell’ultima stagione del “Commissario Montalbano”. Da molto tempo desiderava di raccontare, al cinema, questa storia. La storia di un personaggio affetto da sindrome di Asperger.
Il film si ispira ad una storia vera, quella dei fratelli Damiano e Margherita Tercon, autori del libro “Mia sorella mi rompe le balle”. Greta ha preso le mosse dalla loro storia, per raccontare la storia del film, interpretato da Matilda De Angelis e da Yuri Tuci, attore pratese affetto da una forma di autismo ad alta funzionalità. Nel film, lei va a Rimini, per prendersi cura del fratello. Scoprendo che lui ha le idee molto chiare su tutti i sogni della sua vita. E affronterà, insieme a lui, i suoi sogni e le sue paure. “Ho visto Damiano e Margherita in un episodio di ‘Italia’s Got Talent’. Mi hanno colpito moltissimo; poi ho scoperto che avevano scritto un libro, ho fatto un tuffo nel loro mondo, nella forza dell’ironia di Damiano”, dice Greta.

Ha sentito Damiano e Margherita durante la preparazione del film? “Sì, spessissimo. Sono stati dei veri e propri consulenti della sceneggiatura, che abbiamo scritto insieme a Sofia Assirelli e a Tieta Madia. Non volevo raccontare solo la storia di uno dei due fratelli, ma la storia della loro interrelazione, il modo che avevano di prendersi cura e sostenersi l’un l’altra”.
Come è arrivata a scegliere Yuri, l’attore che impersona Damiano? “Ho visto il suo spettacolo, Out Is Me,il cui titolo è un gioco di parole con ‘autismi’, e mi sono innamorata di questo attore carismatico, indimenticabile. Ho fatto tanti provini ad attori, sia neuro tipici che neurodivergenti. Ma solo Yuri aveva quella forza, quell’ironia, quel carisma, quell’eleganza nell’esprimersi. Sono corsa a Prato per incontrarlo”.
Che cosa ha capito, che esperienza in più si è fatta sull’autismo e su ciò che comporta nel nucleo familiare? “Ho scoperto, prima di tutto, che non esiste un solo ‘autismo’, ma mille tipi di autismo. Ho scoperto che un numero sempre maggiore di famiglie è coinvolto in situazioni che hanno a che fare con l’autismo, perché un bambino su 60 oggi nasce con la sindrome di Asperger. Non si tratta di ‘includere’ i bambini autistici, qualora li si incontrino nel cammino scolastico o comunque sociale, ma di ‘prevederli’. Di sapere che ci sono, che ci saranno”.
È ancora difficile la vita per chi è affetto da autismo? “Damiano Tercon ha vissuto momenti terribili, ha anche contemplato le ipotesi più cruente. E anche Yuri, l’attore che lo interpreta, ha vissuto momenti difficili. Credo sia molto importante dare luce alla loro esistenza, non nasconderle, e non lasciare le famiglie da sole. Ho letto che, in Argentina, il presidente Javier Milei vuole ripristinare il termine ‘idiota’ per raccogliere in modo grossolano e svilente le neuro divergenze. Ecco perché dico che non bisogna abbassare la guardia. Al contrario, occorre che le istituzioni sostengano le famiglie, che non le facciano sentire sole”.
I film che hanno parlato di autismo
Altri film, nel corso degli ultimi decenni, hanno affrontato il tema: dal celeberrimo Rain Man con Tom Cruise e Dustin Hoffman fino a Music, film d’esordio come regista della cantante Sia, che soffre di sindrome di Asperger. Interpretava un ragazzino autistico il giovanissimo Deo DiCaprio di Buon compleanno, Gilbert Grape!, e in ultima analisi è autistico anche il personaggio interpretato da Tom Hanks in Forrest Gump. In Italia, Francesco Falaschi aveva trattato l’argomento nel film Quanto basta, e aveva commosso anche il film Tutto il mio folle amore di Fulvio Ervas, con Claudio Santamaria. Greta Scarano affronta il tema da un punto di vista legato all’affetto reciproco dei due fratelli, con particolare attenzione al sostegno reciproco dei “siblings”. La vita da grandi uscirà il 3 aprile in tutta Italia.