"La discussione che oppone
famiglia tradizionale e 'non tradizionale' mi sembra pretestuosa, fasulla", dice
Luca Trapanese. "Da una parte, proprio quelli che
parlano di famiglie tradizionali – a cominciare da Matteo Salvini e
Giorgia Meloni – non vivono così, nelle loro esperienze personali. C’è chi convive senza essere sposata e chi ha due figli avuti con un’altra donna".
L'assessore al Welfare di Napoli con la sua bambina (Instagram)
"Non discuto le loro contraddizioni, va benissimo così – prosegue l'imprenditore sociale –. Ma rivendico il fatto che
la mia (quella di Alba e mia) sia considerata tradizionale. Perché prima di tutto c’è l’amore. E ci sono la fatica quotidiana, la voglia di rendere felice una bambina, i pomeriggi con i nonni, le feste, i giochi con i cugini… Quando un bambino viene cresciuto con un solido terreno di sentimenti al quale appoggiarsi, quella
per me è una famiglia tradizionale".
Trapanese: "Io e Alba una famiglia tradizionale"
Luca Trapanese, 40 anni, assessore alle politiche sociali del comune di Napoli, da sempre impegnato nel lavoro con bambini e adolescenti disabili, è il primo uomo single cui sia stato concesso di adottare una bambina in Italia. Nel 2018 ha potuto
adottare Alba, bimba down non riconosciuta dalla madre, abbandonata in ospedale al momento della nascita, e rifiutata da molte famiglie alle quali era stata proposta in adozione. In Luca ha trovato un padre amoroso, paziente, attento.
Adesso, tratto dal libro che Trapanese ha scritto, insieme a Luca Mercadante, sulla propria vicenda, è nelle sale italiane
il film Nata per te, diretto da Fabio Mollo. Ne è protagonista Pierluigi Gigante, insieme a Barbora Bobulova, Teresa Saponangelo, Iaia Forte. Lui stesso accompagnerà il film in alcune presentazioni, e sarà sabato
21 ottobre a Firenze alla festa di Luce!. Lo abbiamo raggiunto al telefono.
Luca, vedere un film che racconta la propria vita – e la propria vicenda, diversa da tutte le altre – può essere anche sconvolgente. Come ha vissuto la lavorazione, le riprese, l’uscita del film? "Mi sono fidato molto del regista, Fabio Mollo. Mi ha parlato del progetto del
film fin dalle sue fasi iniziali, mi ha coinvolto, mi ha chiesto molte cose. Ho visto il progetto nascere e crescere e quando l’ho visto finito, ne sono stato felice, perché è un film delicato e vero. Più intimo che politico, ha detto qualcuno. Ma la vera politica è raccontare la verità".
Pierluigi Gigante interpreta Luca Trapanese nel film "Nata per te" (Instagram)
Diversità: in Italia è ancora difficile accettarle
La sua storia, e quella della sua adozione, unisce quelle che nella nostra società vengono ancora viste come due "diversità": la sindrome di Down e l’omosessualità. Vengono ancora viste come problemi? "Cominciamo dalla
sindrome di Down. È ancora vissuta come un 'problema', e non si tratta di questo o quel governo. Anche gli esecutivi che hanno preceduto quello attuale non hanno mai lavorato davvero al punto fondamentale:
l’integrazione dei bambini disabili. Lo Stato ha assicurato, sì, alcune cure, la logopedia, il sostegno psicomotorio. Ma non ha mai lavorato davvero all’integrazione di questi ragazzi nella società, nel mondo del lavoro".
Lei ha frequentato il seminario per quasi tre anni, probabilmente avrebbe preso i voti. Poi si è innamorato. Di un uomo. È stato difficile accettare e fare accettare la sua scelta? "Sono stato molto fortunato. I miei genitori, quando ho palesato loro la mia omosessualità, mi hanno detto: 'A noi non interessa, basta che tu sia felice'. Quando lo ho detto al mio parroco, mi ha confortato subito dicendomi: 'Tu sei figlio di Dio, ognuno è perfetto così com’è'. E la stessa cosa mi ha detto il cardinale Crescenzio Sepe, che mi ha affidato progetti importanti della
fondazione 'A ruota libera'. Se in Italia ci fossero più persone come loro, ci sarebbero meno discriminazione, meno diffidenza, più serenità".
La vita da papà
Luca Trapanese e la figlia Alba (Instagram)
Com’è vivere con Alba? "Non lo nascondo: a volte non è facile. Il libretto di istruzioni non ce l’ha nessuno, per come comportarsi con i bambini. Alba è una bambina meravigliosa, ma anche faticosa. Adesso ha 6anni: ancora fa fatica a parlare, e tuttavia ha desideri ed esigenze molto precise. Si irrita quando io non la capisco. E non sempre è tutto rose e fiori, non siamo soltanto sempre sereni. Ma svegliarsi con i suoi baci è meraviglioso".
Lei rappresenta il primo caso di genitore single a cui è stato concesso di adottare un bambino. Le è stato concesso in circostanze "eccezionali": Alba era stata rifiutata da molte famiglie, lei aveva lavorato a lungo con bambini disabili. In generale, che cosa manca oggi alla legislazione italiana in tema di adozioni? "Semplice: il riconoscimento della convivenza. Al momento il mio compagno, la persona che da cinque anni si occupa di Alba insieme con me, non ha nessun diritto: se domani mi accadesse qualcosa, se morissi, lui non potrebbe accudire Alba. Ma anche se domani ci lasciassimo, io potrei negargli il diritto a vederla. Tutto questo non è giusto, non è umano, non è ragionevole. Ed è un problema che non riguarda solo me, ma una grande fetta della società".