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Home » Spettacolo » Nek diventa Batman e va a trovare i pazienti del Gaslini di Genova

Nek diventa Batman e va a trovare i pazienti del Gaslini di Genova

Visita a sorpresa del popolare cantante che, nei panni del famoso pipistrello, si presenta in corsia insieme a un altro supereroe: Spiderman

Barbara Berti
9 Marzo 2023
Batman e Spiderman, ovvero Nek e Mattia Villardita (Instagram)

Batman e Spiderman, ovvero Nek e Mattia Villardita (Instagram)

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Nek diventa Batman e va a trovare i piccoli pazienti del Gaslini di Genova. Il popolare cantautore Filippo Neviani (51 anni) per un giorno diventa un supereroe e si traveste da Batman. Impossibile riconoscerlo dentro il costume del pipistrello più famoso al mondo. Ma, una volta imbracciata la chitarra, le note di uno dei suoi più celebri successi – a partire da “Laura non c’è” -, svelano l’identità segreta del supereroe che ha fatto visita ai piccoli pazienti dell’ospedale pediatrico Gaslini di Genova.

Il cantante Nek nei panni di Batman fa visita ai bimbi ricoverati al Gaslini di Genova (Instagram)
Il cantante Nek nei panni di Batman fa visita ai bimbi ricoverati al Gaslini di Genova (Instagram)

Nek – non nuovo a iniziative di solidarietà e beneficenza – si è presentato in corsia con Mattia Villardita, lo Spiderman ligure nominato Cavaliere al Merito della Repubblica dal presidente Sergio Mattarella proprio per la sua attività di volontariato negli ospedali. Il cantante ha provato a passare inosservato durante la sua visita (avvenuta l’8 marzo) spiegando di non volere pubblicità e, insieme a Villardita, ha giocato per un paio d’ore con i bimbi.

Nek al Gaslini di Genova insieme a Spiderman, ovvero Mattia Villardita (Instagram)
Nek al Gaslini di Genova insieme a Spiderman, ovvero Mattia Villardita (Instagram)

“Grazie Mattia per aver accolto al tuo fianco questo Batman un po’ sgangherato che però ti ammira profondamente per la missione che compi ogni volta che puoi, dedicando il tuo tempo a chi soffre” scrive Nek sul suo profilo Instagram spiegando che questa sorpresa per i pazienti dell’ospedale è stata pianificata a lungo. “Ce lo siamo promessi quando abbiamo fatto la nostra conoscenza al ‘Costanzo Show’ di pochi mesi fa: ‘Dobbiamo fare una cosa insieme’ e ce l’abbiamo fatta” racconta ancora il cantante de “La teoria del caos”.

Batman e Spiderman, ovvero Nek e Villardita, si sono conosciuti il 19 novembre nel celebre salotto tv del “Maurizio Costanzo Show”, come spiega anche Villardita via social. “Un amico che ha deciso di accompagnarmi in corsia con la sua autenticità e con il suo grande cuore che è stato in grado di donare sorrisi e spensieratezza grazie alla sua presenza nei panni di ‘Batnek’ e alla sua musica che ha fatto cantare tutto il Gaslini” recita il post di Villardita, corredato da tanti scatti per immortalare la giornata.

Nek con la maglietta dell’amicizia (Instagram)
Nek con la maglietta dell’amicizia (Instagram)

Nek, che da luglio a ottobre sarà in tour insieme a Francesco Renga (i biglietti in molti casi sono già esauriti) è tornato a casa la maglietta dell’amicizia firmata e colorata da tutti i pazienti e i genitori incontrati durante la visita all’ospedale di Genova.

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
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