Ornella Muti, le donne nel cinema e la lotta per la natura: “La Terra è vita, siamo noi”

L’attrice, ospite d’onore al Procida Film Festival, spiega come mai a deciso di vivere ritirata insieme alla figlia Naike lontana dalle grandi città. E dice la sua sulle rivendicazioni femminili nello spettacolo

di GIOVANNI BOGANI
21 settembre 2024
pol

L'attrice Ornella Muti (Ansa)

PROCIDA. “No, non mi interessa Roma, il suo caos, non mi interessa il consumismo sfrenato, non mi interessano le terrazze romane. Preferisco vivere in campagna, fra gli animali, in una casa al bordo di un bosco, con mia figlia Naike. Non mangiamo carne, cerchiamo di rispettare il mondo, la natura, questa terra che ci hanno lasciato le generazioni precedenti, e che noi stiamo distruggendo”. È una Ornella Muti che non ti aspetti, quella che incontriamo al Procida Film Festival, ospite d’onore della manifestazione che si terrà nell’isola campana fino a domenica 22 settembre. Una Ornella Muti che sembra dire, in ogni minuto, quello che pensa. Una Ornella Muti sempre bellissima, ma baciata dalla luce ulteriore di una serenità che non ha bisogno di telecamere e flash di fotografi. Ornella Muti riesce davvero a vivere isolata da tutto? Ma lo è davvero? “Ma certo. Dove siamo noi, Naike ed io, a Lerma, in un cascinale, non c’è nulla. C’è un paese vicino, Ovada, e se vuoi c’è Alessandria, a una quarantina di minuti. Ma a me non pesa affatto passare un giorno, o una settimana, in casa a leggere, o anche soltanto a fare le mille cose che si fanno in campagna”. Ha fatto scelte radicali, per quanto riguarda il mangiare e il vestire. “Ma no, è venuto quasi da sé: sono vegetariana, e se posso vegana. Non mi riesce più mangiare un polpo, se penso che è un animale così intelligente che è stato ucciso per noi. E ho imparato da mia figlia Naike a vestirmi con capi che non comportino sofferenze per gli animali. Naike è molto attenta a queste cose, e mi ha insegnato molto”.

Ornella Muti e la figlia Naike Rivelli (Ansa)
Ornella Muti e la figlia Naike Rivelli (Ansa)

È molto attenta alla alimentazione… “Sì, perché mi interessa la salute delle persone vicino a me, e la mia. La Terra è vita, la terra siamo noi, che mangiamo in modo inconsapevole. Vedo i miei nipoti che storcono la bocca: ‘Nonna, perché non mi dai la merendina?’. Perché no, perché ho guardato gli ingredienti della tua merendina e ho visto quante porcherie ci sono. Tutta la Terra sta diventano il pianeta di Wall-E, e io non voglio che accada. La gente sta mangiando in modo assolutamente inconsapevole, e si avvelena ogni giorno”.

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La battaglia per l’ambiente le sta molto a cuore. “Sì, perché la Terra è la casa in cui viviamo. Tu a casa tua mica fai gli escrementi per terra, mica la pesti e cammini e vai sulle lenzuola! Invece è quello che facciamo ogni giorno con la Terra”. Torniamo a parlare di cinema. Se pensa oggi alla sua carriera, come la vede, con quali sentimenti pensa a se stessa? “Gli inizi per me sono stati un trauma. Sono stata tuffata in questo mondo quando non ci pensavo neppure lontanamente: avevo quattordici anni e mi trovai su un set. Sono entrata in un turbine che mi ha divorato l’adolescenza, e poi tutta la vita. Ma alla fine, sono contenta”. Agli inizi della carriera ha interpretato un personaggio chiave nella storia della società italiana. “Ho interpretato un film, ‘La moglie più bella’, ispirato alla vicenda di Franca Viola, la ragazza che nella Sicilia del 1965, dopo aver subito una violenza, fu la prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore. Ho sempre cercato di non tratteggiare solo personaggi facili, comodi”.

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Il mondo del cinema era duro? Era maschilista? I registi come si comportavano? “Il primo regista con cui ho lavorato, Damiano Damiani, era molto brusco, mi trattava con grande rudezza. Oggi non sarebbe più possibile. Molti dei registi con cui ho lavorato erano persone ruvide: Marco Ferreri, Mario Monicelli. Ma erano anche talenti meravigliosi, e persone che avevano, al fondo, una grande anima. Ho vissuto in un mondo molto maschile”.

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Ornella Muti in una foto d'archivio nel film del regista Damiano Damiani "La moglie più bella" (1970) in cui si ripercorreva la vicenda di Franca Viola

Tempo fa, molti anni dopo il film che giraste insieme, “Innamorato pazzo”, Adriano Celentano ha rivelato che c’era stato un flirt fra voi due. “Ed è un altro esempio di come quel mondo fosse maschile, maschilista. Adriano ha deciso che per lui quello era il momento di dire una cosa che non aveva mai detto per quarant’anni, e l’ha fatto, senza chiedersi se mi provocasse dolore, se fossi d’accordo o meno. Come se fosse lui il solo padrone di una cosa che riguardava, semmai, due persone”. Oggi il mondo dello spettacolo però sta cambiando. Che cosa pensa dell’attenzione che adesso riscuote il cinema femminile, fatto da registe donne, o con forti personaggi femminili? “Penso che era l’ora! Finalmente ci sono più registe donne, più storie di donne, finalmente emergono tanti talenti, in tutto il mondo”. Anche lei sta preparando una storia di donne, da portare a teatro. “Sì: è un recital, che si chiama ‘Passione ribelle’. È un reading con musica, con testi tratti da sei poetesse degli inizi del Novecento, con la regia di Barbara Marzoli. Sono sei testi sulla condizione femminile, sei testi di incredibile modernità. Viva le donne, la loro forza e le loro battaglie”.