Non mangiano carne e prediligono il vintage: la Gen Z è quella più attenta all’ambiente

Sono in crescita tra i più giovani le diete improntate al rispetto del ambiente e al benessere fisico, che si distinguono per i loro regimi a basso contenuto di carne. Ma la grande sfida delle nuove generazioni non si ferma soltanto alle scelte alimentari

di AMBRA NARDI
12 settembre 2024
Progetto senza titolo - 1

Secondo un recente sondaggio condotto dalla piattaforma MIDSS, il 70% dei giovani prevede di rimanere (o diventare) vegano nei prossimi 5 anni

Attenti al risparmio e all’ambiente: sono le caratteristiche che dettano le scelte alimentari dei giovani tra i 18 e i 35 anni. È una predilezione di tendenza soprattutto tra i ragazzi della Gen Z che, secondo recenti studi, si confermano i primi fautori della dieta vegana e in prima fila per le tematiche legate all'ecosistema.

Secondo il Rapporto Coop 2024, sono in crescita le diete improntate al rispetto del ambiente e al benessere fisico, mentre le alimentazioni tradizionali e legate ai prodotti del territorio passano dal 34% del 2022 al 23% del 2024. Tra chi predilige le diete alimentari alternative ci sono i giovani che non vivono più in famiglia e che si riconoscono di più in regimi a basso contenuto di carne. 

Solo una scelta etica? 

La grande sfida delle nuove generazioni si incentra sul ridurre la propria impronta ecologica. Non si tratterebbe dunque semplicemente di una scelta nel rispetto degli animali, ma soprattutto di una decisione per prevenire le conseguenze sul pianeta dei gas serra emessi dagli allevamenti intensivi.  

Inoltre, secondo una ricerca dell’università di Oxford, una dieta vegana costa un terzo di meno rispetto alle attuali diete occidentali – cioè di paesi ad alto reddito – con elevate quantità di carne e di latticini. Quindi, come rilevato anche nella ricerca Coop, le decisioni di acquisto dei giovani sono guidate non solo dall’urgenza di ridurre le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, ma anche da un’esigenza economica.

L’attenzione all’ecosistema non si limita all’alimentazione 

Il budget limitato e la consapevolezza ambientale della Gen Z non si ferma di certo alle scelte alimentari. Le nuove generazioni non solo prediligono, ma hanno addirittura reso popolare l’uso degli abiti di seconda mano, facendo spopolare gli abiti vintage su tutti i social. 

I più giovani sono coscienti della necessità di cambiare i propri comportamenti al fine di ridurre l’impatto ambientale. L’obiettivo del second hand ruota intorno al ricercare il maggior vantaggio economico, senza però rinunciare alla qualità o al benessere dell’ecosistema. 

In un mondo dove lo spreco e il consumo eccessivo sono visti come ordinari, la scelta di dare una seconda vita ai capi di abbigliamento rappresenta una delle tante piccole iniziative che possono contribuire al cambiamento.