Piero Pelù in tournée dopo la crisi interiore: “Non vedo l’ora. Se riesco a suonare è grazie anche alla tecnologia”

Un artista più maturo che continua a esprimere la giovinezza del suo rock. Dal 7 giugno un album impegnato e vario, dedicato al disagio interiore e a fine giugno parte un tour a prova di acufene

di GIOVANNI BALLERINI -
11 giugno 2024
Piero Pelù (foto di Oscar Esse)

Piero Pelù (foto di Oscar Esse)

“Nel nuovo disco, fin dal titolo, ci sono vari riferimenti alla realtà interiore e a quella circostante. Diciamo che, anche per il periodo che stiamo vivendo, quello che va dalla pandemia in poi, mi è venuto in mente di inserire ‘Deserti’, insieme a ‘Pugili fragili’, in una trilogia dedicata al disagio interiore, ma purtroppo anche disagio sociale. Un disagio a cui ho cercato di reagire in maniera creativa e costruttiva, scrivendo queste canzoni, a cui tengo molto e che cercano di rappresentare frammenti del mondo che viviamo”.

Il nuovo disco “Deserti” e il nuovo Piero Pelù

Uscito il 7 giugno in tutti gli store digitali e nei negozi, su etichetta Epic Records/Sony Music Italy, “Deserti” è l’atteso nuovo album di Piero Pelù. Dodici canzoni impegnate e assolutamente contemporanee in cui il rocker fiorentino, pur variando i suoni e i ritmi, ha scelto di contrappuntare con concetti frutto del suo guardarsi dentro dopo un periodo di crisi interiore.

Oltre ai primi due brani già pubblicati, “Novichok” e “Maledetto cuore” (di cui è online anche il video ufficiale), il disco contiene brani che brillano di una carica nuova, che sottolineano il ritrovato momento creativo di Piero. Un Pelù più maturo, che continua a esprimere la giovinezza del suo rock con canzoni sferzanti come “Porte”, “Picasso”, “Tutto e subito”, “Elefante”, “Canto”, “Baraonde”, “Scacciamali”, “Deserti”. Fra i nuovi pezzi anche“Baby Gang” con il featuring dei Calibro 35.

Pelù, che conferma il suo impegno in battaglie sociali, politiche e ambientali, ha annunciato che con questo nuovo viaggio creativo ha scelto di sostenere Emergency, l’associazione fondata da Gino Strada e Teresa Sarti con cui già in passato aveva portato avanti diverse iniziative tra cui il singolo “Il mio nome è mai più” con Luciano Ligabue e Jovanotti, che proprio quest’anno compie 25 anni e che nel nuovo album viene riproposto in una versione unplugged . Intanto già fervono i preparativi del Deserti Tour 2024 che vedrà protagonista Piero sul palco delle principali rassegne estive e non. Ad accompagnarlo sul palco Amudi Safa alla chitarra, Luca Martelli “Mitraglia” alla batteria e Max Gelsi “Sigel” al basso.

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La crisi e il legame con la natura

“Non vedo l’ora di tornare e a riabbracciare il mio pubblico - spiega l’artista -. Intanto sto raccogliendo un sacco di visual girati da me, che poi caratterizzeranno il palco durante la tournée. Hanno tutti il tema comune della natura, a cui mi sono molto avvicinato in questo periodo di crisi interiore. Una natura che riesce ad essere talmente astratta da affascinare lo sguardo di chi rimira queste sculture viventi che ritraggono sul video elementi naturali completamente informali che ho immortalato in questi file digitali. Con la band suoneremo i nuovi brani, ma non dimenticheremo i classici del mio repertorio da solista e con i Litfiba. Insomma i miei primi 40 anni di musica”.

Piero, Deserti è una bella introspezione in rock? “E’ frutto di una crisi profonda, è inutile nasconderlo. I postumi dell’incidente sul lavoro che ho avuto, mi accompagnano tuttora. Ho un problema che ho scoperto essere molto diffuso, quello dell’acufene. La medicina non riesce a risolvere più di tanto, la tecnologia invece mi ha aiutato non poco. E quindi, attraverso delle macchine molto sofisticate, messe in atto insieme all’ingegnere del suono Francesco Felcini, posso tornare a suonare in tournée. Avere tutta la potenza sonora che voglio fuori, ma in cuffia godere un suono estremamente controllato, tanto che io dico: ”Fuori è l’infermo e dentro Casadei”

In “Baby bang” descrive una scorrazzata a perdifiato per le vie di Firenze? “Sì, insieme ai Calibro 35. Il titolo allude alla frangetta di Louise Brooks e Betty Page, ma ci sono un sacco di citazioni della musica degli anni Settanta, dagli Stones ai Beatles, a Celentano. E’ una canzone a cui sono estremamente legato perché parla dei miei primi disagi, mentre “Tutto e subito”, scritta con i FASK parla dei disagi giovanili di oggi, come le challenge su TikTok che possono provocare i disastri, che infatti spesso si verificano”.