Altro che tormentoni, viva l'impegno. Anche d'estate

Simone Cristicchi e Amara sono in tour con “Torneremo ancora”. Concerto mistico per Battiato: uno spettacolo che omaggia l'arte e il pensiero del maestro siciliano che farà tappa anche all'Estate Fiesolana l’8 luglio

di GIOVANNI BALLERINI
22 giugno 2024
Simone Cristicchi e Amara durante lo spettacolo

Simone Cristicchi e Amara durante lo spettacolo

“Battiato è un punto di non ritorno: c’è un prima e un dopo di lui, nessun altro. È stato l’unico cantore di un divino che non ha mai saputo di incensi e sagrestie. Con questo progetto sento l’emozione e il privilegio di interpretare, insieme ad Amara, il suo repertorio mistico, e di immergermi ancora più profondamente in quei messaggi che valicano i confini del tempo”.

L’estate è tempo di tormentoni, di musica leggera leggera, ma c’è chi non la pensa così e porta in tour, nel segno di Franco Battiato, un viaggio musicale alla ricerca dell’essenza nella confusione della modernità, un rapimento – mistico e sensuale – tanto necessario in questi tempi che viviamo.

E’ il caso di Simone Cristicchi e Amara che, lunedì 8 luglio, propongono alle 21,15 al Teatro Romano di Fiesole (e in tante altre location) “Torneremo ancora. Concerto mistico per Battiato” con Valter Sivilotti al piano, agli arrangiamenti e alla direzione musicale e i solisti dell’Accademia Naonis di Pordenone. “All’esecuzione di una serie di canzoni del cantautore siciliano abbiamo deciso di alternare il pensiero di Battiato – spiega Cristicchi –. Ci siamo letti decine e decine di sue interviste e dichiarazioni e abbiamo estrapolato alcuni suoi pensieri, che poi leggiamo durante la serata, insieme ad alcune letture tratte dai maestri che hanno influenzato il suo pensiero: Rumi, Gurdjieff, Ramana Maharshi, Willigis Jager e il teologo Guidalberto Bormolini. Sarà proprio quest’ultimo, che è stato uno dei suoi migliori amici nonché la persona che lo ha accompagnato proprio negli ultimi giorni della sua esistenza, ad aprire la serata, con un suo ricordo sul maestro catanese”.

Cristicchi, cosa rappresenta questa presenza nello spettacolo? “È un dono veramente prezioso. Bormolini è un monaco sacerdote cristiano, la sua comunità principale si trova a Prato, alla Villa del Falco. Si chiamano i ricostruttori e sono un’espressione della religiosità cristiana molto bella perché non si occupano soltanto di ricostruire ciò che è distrutto dentro le persone, ma anche all'esterno. Infatti hanno preso un vecchio borgo antico semi-distrutto e lo hanno ricostruito, per renderlo un ospizio per anziani e persone in fin di vita. È un personaggio straordinario, che è stato anche protagonista di uno dei film di Battiato, e poi è una persona di una cultura immensa, un teologo e la sua fraternità è molto ecumenica, aperta anche alle altre religioni, una persona così spinge anche ad aprire gli orizzonti”.

Come la musica che proponete? “Sono sonorità molto particolari, perché uniamo la musica da camera – cioè un trio di archi, una soprano, un pianoforte – con delle sonorità invece più orientali, che richiamano appunto le filosofie tanto amate da Franco. Abbiamo scelto di orientarsi sulla carta mistica di Battiato, siamo andati a individuare quelle che erano le canzoni (e ce ne sono tantissime) con quel filo conduttore e alla fine abbiamo scelto i brani che ci risultavano più familiari e che somigliano quasi a delle preghiere, come L'ombra della luce, Le sacre sinfonie del tempo, Ti vengo a cercare, La cura, Gli uccelli, L’animale e altre. È un concerto molto intimo”.  

Che affascina la platea? “Il pubblico, in qualche modo, si sente parte di questo evento, anche perché Battiato ha fatto parte della nostra vita, ci ha fatto pensare, riflettere su tante cose, ci ha divertito ma ci ha anche svegliato”.

Oltre a questo su Battiato, avete altri progetti in tour? “Il 10 agosto, la notte di San Lorenzo, alla Pieve Romena di Stia faremo il Concerto alle Stelle, un live con il mio repertorio e quello di Amara tutto ri-arrangiato per l'orchestra sinfonica di Alberese. Poi a ottobre riprendo il tour teatrale con Franciscus, il folle che parlava agli uccelli, una specie di musical, che ho realizzato cercando di riportare il messaggio di San Francesco nell'attualità”.  

Intanto è uscito dopo tanto il suo nuovo album? “Si chiama ‘Dalle tenebre alla luce’ e racconta questi undici anni in cui ho fatto un mare di cose. Ho continuato a scrivere canzoni per i miei spettacoli teatrali che ultimamente ho avuto la voglia e l'urgenza di metterle tutte insieme e registrarle in un disco che rappresenta anche un po' la mia evoluzione , il mio andare a scavare nella profondità”.