Imane Khelif piange per la vittoria dopo le polemiche: “Combatto per la dignità di ogni donna”

L’algerina vince ai punti contro l’ungherese Hamori. Per la 25enne un risultato mai raggiunto in carriera, è medaglia di bronzo certa ma continua a inseguire l’oro, come promesso al padre Omar. Le lacrime e l’abbraccio all’avversaria

di MARIANNA GRAZI -
3 agosto 2024
BOXING-OLY-PARIS-2024

L'algerina Imane Khelif scoppia a piangere dopo l'incontro (Photo by MOHD RASFAN / AFP)

Un bronzo che vale oro. E che potrebbe anche diventarlo, chissà. Intanto una medaglia  guadagnata contro tutti e tutte coi suoi pugni, con la forza di volontà di saper lasciare fuori dal quadrato le critiche, le discriminazioni, l’odio.

Imane Khelif ha vinto ai quarti di finale dei Giochi di Parigi 2024, dove a Tokyo 2021 si era interrotta la sua corsa a Cinque cerchi, e ora tornerà invece in Algeria con almeno la medaglia di bronzo al collo. La 25enne ha battuto ai punti l’ungherese Anna Luca Hamori nelle tre riprese del torneo di di boxe categoria 66 kg donne.

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Imane Khelif, algerina, ha vinto contro l'ungherese Anna Luca Hamori (EPA/ALI HAIDER)

"Sono stati ingiusti con me”

Commossa, alla fine, la si vede scoppiare in un pianto liberatorio e rendere omaggio al suo team e alla sua bandiera, al suo Paese, che le sta dimostrando – anche coi tanti tifosi algerini presenti in tribunaa – la propria vicinanza e sostegno. “È una questione di dignità e onore per ogni donna – ha detto tra le lacrime –. Tutto il popolo arabo mi conosce. Per anni ho fatto boxe nelle competizioni della federazione internazionale, loro sono stati ingiusti con me. Ma io ho Dio”.

La vittoria dopo le polemiche 

Un successo conquistato sul ring per la pugile intersex, al centro delle polemiche da giorni per la sua partecipazione ai Giochi per il suo iperandroginismo. Nel programma della boxe alle Olimpiadi non è prevista la finale per il terzo e quarto posto, quindi Khelif ha già virtualmente al collo almeno la medaglia di bronzo. A fine match, un saluto tra le due sfidanti, dopo gli attacchi ricevuti nelle scorse ore – soprattutto dai social – anche dalla stessa magiara, che è stata poi sconfitta. Nel primo turno, la nordafricana aveva vinto per il ritiro dopo pochi secondi dell'italiana Angela Carini.

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L'omaggio della magiara Hamori a Imane Khelif dopo la vittoria (EPA/Miguel Tona)

La gioia per la vittoria, che la porta dove non era mai riuscita ad arrivare, sa tanto di riscatto per quella ragazzina che vendeva il pane in strada, che voleva giocare con i compagni e iniziò a tirare pugni proprio perché discriminata, perché “una femmina non può giocare a calcio” e allora lei trovò la sua strada. Se l’è costruita, contro la beffa del destino che poi l’ha resa troppo ‘maschile’ secondo i più per essere considerata una donna, che l'ha portata ad essere oggetto di discriminazione agli occhi del mondo. 

L’orgoglio del papà: “È una bambina forte”

Raggiunto dai giornalisti di AFP nella stessa giornata del match che ora la proietta verso il podio, suo padre ha salutato l’atleta come una “eroina”. Omar Khelif ha detto di aver cresciuto sua figlia “per essere coraggiosa”, mentre mostrava con orgoglio una sua foto di quando aveva sette o otto anni, con i capelli raccolti in trecce. "Fin da piccola la sua passione è sempre stata lo sport – racconta il 49enne, seduto i figli più piccoli, due dei fratellini di Imane.

Omar Khelif, padre della pugile Imane, con due dei figli più piccoli
Omar Khelif, padre della pugile Imane, con due dei figli più piccoli

Mia figlia è una bambina – aggiunge il papà, parlando di lei come se fosse ancora piccola, da genitore orgoglioso e premuroso –. È stata cresciuta come una bambina. È una bambina forte, l'ho cresciuta per lavorare ed essere coraggiosa. Ha vinto contro l'italiana semplicemente perché era più forte e l'altra era debole”. Imane ha una “forte volontà al lavoro e in allenamento –  ha assicurato il padre –. Se Dio vuole, ci onorerà con una medaglia d'oro e innalzerà la nostra bandiera nazionale a Parigi. Questo è l'unico obiettivo che ci siamo prefissati dall'inizio”.

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Stia tranquillo signor Khelif, le possiamo assicurare che la sua ragazza, la sua Imane, sta combattendo con tutta se stessa per onorare questa promessa, anche contro avversari che non erano stati presi in considerazione, anche contro i pregiudizi e le critiche violente che le sono state rivolte. Intanto una medaglia è certa, per l’oro work in progress...