Cominciamo bene. I
Mondiali di calcio in Qatar non sono ancora iniziati ma l'edizione passerà alla storia sicuramente per essere la più tormentata di sempre. Dopo le proteste sul mancato
rispetto dei diritti dei lavoratori, delle
persone Lgbtq+ e delle differenti
posizioni politiche, assieme alle accuse di aver comprato migliaia di tifosi con biglietti e soggiorni gratuiti a patto che cantino, applaudano e sventolino le loro bandiere, arriva anche l'
inopportuna dichiarazione di
Khalid Salman, ambasciatore dei Mondiali di calcio in Qatar.
"Imparerebbero qualcosa che non va bene"
Il presidente della FIFA Gianni Infantino e l'emiro del Qatar Sheikh Tamim bin Hamad al-Thani sul palco all'inizio del sorteggio principale per la Coppa del Mondo FIFA 2022 a Doha
Durante un'intervista rilasciata alla emittente televisiva tedesca Zdf, l'ambasciatore si è lasciato andare ad una frase di poco gusto: "L'
omosessualità è
haram (in arabo significa "proibita"). È proibita perché è
una malattia mentale. Durante i mondiali di calcio arriveranno molte cose nel nostro Paese. Parliamo dei
gay. La cosa più importante è la seguente: accetteremo tutti coloro che verranno nel nostro Paese. Ma loro dovranno accettare le nostre regole". Khalid Salman ha puntato il dito contro "i problemi con i bambini che vedono i gay, allora imparerebbero
qualcosa che non va bene". L'intervista è stata subito interrotta dal portavoce del comitato organizzativo dei Mondiali e il giornalista tedesco Thorsten Benner ha provato a controbattere, senza esito, le farneticanti dichiarazioni dello sceicco condividendone il contenuto sul suo profilo Twitter: "How welcoming" / "Che benvenuto".
Le replica all'ambasciatore
In pochissimo tempo è arrivata anche la replica della ministra dell'Interno della Germania,
Nancy Faeser: "Dichiarazioni del genere sono terribili e anche per questo stiamo lavorando affinché in futuro la situazione possa migliorare anche in Qatar". Bisogna ricordare che l'
omosessualità in Qatar è severamente vietata e la pena può essere fino a sette anni di prigione
. Nonostante questo, l'emiro Al-Thani a fine settembre aveva fatto sapere che tutti i membri della
comunità LGBT sarebbero stati accolti "senza discriminazione" durante i Mondiali di calcio mentre la Fifa, fece sapere che le bandiere arcobaleno, simbolo della comunità LGTB, sarebbero state autorizzate nelle vicinanze degli stadi. Ma si sa, tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare e forse qualche
protesta. Protesta chissà, forse da parte di quelle nazionali che a parole si impegnano a schierarsi nella
lotta per i diritti civili.